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Le forze paramilitari filogovernative in Ucraina

Miscela StrategicaNell’Est ucraino lo scontro non è semplicemente riducibile a una contrapposizione fra le forze regolari del Governo centrale e le milizie separatiste. Assieme alle truppe ucraine combattono gruppi paramilitari di cui poco si sente parlare, ma che in realtà svolgono un ruolo fondamentale nella conduzione dell’Operazione anti-terrorismo (ATO) di Kiev.

UN’INTRODUZIONE – Quando tra marzo e aprile cominciarono i disordini nell’Est ucraino, le prime operazioni furono svolte da reparti dell’esercito di Kiev. L’insuccesso delle offensive misero in luce l’impreparazione delle forze regolari ad affrontare la guerriglia e i combattimenti urbani. Inoltre, i casi di defezione in favore degli insorti (e la conseguente insicurezza circa la lealtà delle truppe) e la necessità di impiegare una gran parte delle unità nella difesa delle regioni occidentali da un temuto attacco russo hanno impedito un vasto uso delle stesse. Fu dunque predisposta la Guardia Nazionale, dipendente dal ministero degli Affari interni e composta da volontari provenienti prevalentemente dai ranghi dei manifestanti di “Euromaidan”, il cui centro d’addestramento si trova a Novi Petrivtsi (località a ovest di Kiev) e nel quale, secondo fonti non specificate citate da RID (Rivista Italiana Difesa), operano istruttori ex appartenenti delle IDF (Israeli Defence Forces).

Armi paramilitariI BATTAGLIONI PARAMILITARI – Accanto a essa sorsero spontaneamente numerose forze paramilitari pro-Kiev, operanti allora con il consenso del nuovo Governo ucraino, ben lieto di sfruttare ogni aiuto che contribuisse ad arginare il deterioramento della situazione nel Donbass. Sebbene non sia valido per ciascuno dei volontari di questi gruppi, molte reclute provengono da ambienti dell’estrema destra e nazisti, già in parte pronti per la mobilitazione, con numerosi “campi d’addestramento” dei partiti di riferimento organizzati secondo il modello del partito-milizia tipico degli anni Venti e Trenta del Novecento. Si registrano inoltre numerosi casi di stranieri che si arruolano, specie tra le milizie ideologicamente più estreme (si tratta di svedesi, italiani, ungheresi, americani, greci e spagnoli, ma persino russi). Questi gruppi hanno per la maggior parte assunto l’organizzazione di battaglioni. Tra essi si annoverano il battaglione Aidar, lo Shakhtersk, il Kherson, lo Svityaz e il Mirotvorets, mentre i principali (e dei quali parleremo a breve) sono il Donbass, l’Azov e il Dnipro. Per fornire la migliore preparazione ai volontari sono impiegati numerosi addestratori stranieri (il caso più noto è quello dello svedese Mikael Skillt, aggregato all’Azov) con precedente esperienza militare e di impiego in missioni di guerra. Un importante sviluppo avvenne a cavallo tra maggio e giugno, quando questi battaglioni hanno cominciato a essere formalmente integrati nella Guardia Nazionale, pur mantenendosi come unità distinte. Prima di ciò i battaglioni agivano in quasi assoluta autonomia, talvolta con l’appoggio dell’artiglieria e delle forze aeree delle truppe regolari. L’inclusione nella struttura della Guardia Nazionale pone quindi i battaglioni sotto il controllo del ministero degli Affari interni (retto attualmente da Arsen Avakov), sebbene il grado di autonomia di cui godono sia tuttora ampio.

Volontari del battaglione Donbass in addestramento a Dnipropetrovsk | CREDITS: Anatolii Stepanov/AFP/Getty Images
Volontari del battaglione Donbass in addestramento a Dnipropetrovsk | CREDITS: Anatolii Stepanov/AFP/Getty Images

BATTAGLIONE DONBASS – È il più noto tra i gruppi paramilitari e tra i primi a essersi formato. È soprannominato “Men in Black”, per via delle divise interamente nere indossate. Il suo comandante è Semen Semenchenko (nome di battaglia) ed è composto da volontari provenienti da ogni regione ucraina, nonché da stranieri. Al momento può contare tra gli 800 e i 900 effettivi. Inizialmente si basava sull’autofinanziamento e sulle donazioni raccolte online. Il conto presso PrivatBank, la più grossa banca del Paese di proprietà del Governatore dell’oblast di Dnipropetrovsk, Kolomoisky (già finanziatore del battaglione Dnipro), lascia pensare che a sostenere il battaglione intervengano anche il magnate e altri soggetti. Peraltro la principale base e centro d’addestramento del Donbass risiede proprio a Dnipropetrovsk. Inizialmente la sede del battaglione era a Krasnoarmiisk, nella regione di Donetsk, ma fu scoperta dalle forze separatiste. Da quando i Men in Black sono inclusi nella Guardia Nazionale possono contare anche sui fondi stanziabili dal Governo ucraino. È diffusa l’opinione che il Donbass sia il braccio militare dell’organizzazione Pravyy Sektor, gruppo di estrema destra del panorama politico ucraino in prima fila durante le proteste di inizio anno e capace di mobilitare diverse migliaia di uomini. Il battaglione è stato visto per la prima volta in azione il 2 maggio, quando condusse con successo un assalto a un checkpoint degli insorti nei pressi di Krasnoarmiisk. Il 23 maggio gli uomini del Donbass sono stati coinvolti nella prima vera battaglia a seguito di un’imboscata tesa dai ribelli nei pressi di Karlivka: circondati, hanno subìto diverse perdite. A seguito di questo avvenimento il battaglione ha riparato a Novi Petrivtsi (sede del menzionato centro della Guardia Nazionale) e lì si è addestrato, ingrossando anche le proprie fila. In agosto è stato coinvolto nell’offensiva di Kiev per l’accerchiamento di Donetsk; il 18 agosto ha attaccato la città di Ilovaisk, occupandola parzialmente e senza riportare perdite. Ma la vittoria del 18 agosto è stata probabilmente parte di una trappola tesa dai separatisti, che il 19 hanno contrattaccato infliggendo gravi perdite al Donbass e ferendo lo stesso Semenchenko. Adesso le truppe si trovano accerchiate dalla controffensiva delle milizie di Donetsk.

BATTAGLIONE AZOV – Anche l’Azov si è formato nelle prime fasi dell’insurrezione nel Donbass, precisamente in marzo. È comandato da Andriy Biletsky e i suoi uomini sono volontari provenienti prevalentemente dalle regioni del Sud e dell’Est ucraino, ma raggruppa anche volontari svedesi, italiani e russi. Attualmente l’unità conta circa 400 effettivi. Essendo anch’esso integrato nella Guardia Nazionale può contare sugli stanziamenti del Governo, ma le fonti di finanziamento precedenti l’integrazione non sono chiare. Verosimilmente si affidava alle donazioni di privati e alle risorse messe a disposizione dall’Assemblea nazional-socialista, partito ucraino di chiara ideologia che ha fondato questo battaglione. Tale nesso con l’Assemblea gli conferisce una peculiarità: tutte le aspiranti reclute sono sottoposte a un esame del proprio pensiero politico e si contraddistinguono in larga parte per l’adesione alla supremazia bianca. La base dell’Azov è a Urzuf, località a pochi chilometri a ovest di Mariupol, in quella che era la residenza al mare di Yanukovich. Qui è possibile trovare addestratori provenienti da Svezia, Francia, Slovacchia e, ancora una volta, Italia. Data la posizione, le operazioni dell’unità si sono concentrate prevalentemente nell’area di Mariupol, città riconquistata il 13 giugno. Da allora lo scopo è stato principalmente quello di pattugliare la costa e impedire l’afflusso di armi dalla Russia. Recentemente il battaglione è stato coinvolto nell’offensiva del Governo centrale contro le milizie di Donetsk e negli ultimi giorni ha preso parte ai combattimenti presso Novoazovsk per bloccare mezzi sconfinanti dalla Federazione russa. Lunedì, Mosiychuk, vice comandante del battaglione, ha affermato su Facebook che è in corso un’offensiva su Mariupol e che non ci sono sufficienti mezzi e uomini per difenderla.

BATTAGLIONE DNIPRO – Il battaglione Dnipro, conosciuto anche come Dnipro-1 o Dnepr, è stato creato in aprile con l’intenzione di difendere la regione di Dnipropetrovsk e ha la propria base nell’omonima città. A capo vi è Vladimir Shilov. L’unità riceve risorse dal ministero degli Affari interni, ma anche dall’organizzazione Fund Dnipro-1. Il Dnipro fu creato su iniziativa del governatore Kolomoisky che, stanziando 10 milioni di dollari, lo ha equipaggiato di mezzi, armi e uniformi. Inizialmente il battaglione era coinvolto in operazioni di posto di blocco, venendo usato più come forza di polizia, ma a maggio ha cominciato a essere impiegato anche al di fuori dell’oblast di Dnipropetrovsk. Anche il Dnipro prende parte all’operazione in corso attorno a Donetsk e una sua compagnia è rimasta accerchiata assieme al battaglione Donbass presso Ilovaisk.

Matteo Zerini

[box type=”shadow” align=”aligncenter” ]Un chicco in più

Sabato 16 agosto, Dmitry Yarosh, leader di Pravyy Sektor, ha lanciato un ultimatum alle Autorità ucraine: qualora entro 48 ore non fossero state ritirate tutte le imputazioni contro alcuni attivisti del gruppo di estrema destra Pravyy Sektor avrebbe richiamato dal fronte i propri uomini per farli invece marciare sulla capitale. Le accuse contro gli attivisti sono state presto ritirate. L’episodio è un chiaro indicatore della debolezza delle Istituzioni ucraine nei confronti dei suoi stessi gruppi impegnati nel combattimento nell’Est. La gravità della situazione è data dalla forza, dall’esperienza e dalle armi acquisite dai diversi battaglioni e da gruppi come Pravyy Sektor, dalle cui intenzioni il Governo centrale dovrà ben guardarsi. Membri dei battaglioni più coinvolti negli scontri, come l’Azov e il Donbass, hanno più volte rilasciato dichiarazioni invocanti la necessità di una seconda rivoluzione a Kiev una volta terminati gli scontri a Est. Gli attuali eventi attorno a Ilovaisk e l’incapacità dei comandanti delle forze regolari e delle Autorità civili nel rispondere agli sviluppi sul campo stanno ulteriormente esacerbando gli animi dei paramilitari. [/box]

 

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Matteo Zerini
Matteo Zerini

Laureato magistrale in Relazioni Internazionali presso la Statale di Milano, frequento ora il master Science & Security presso il King’s College di Londra. Mi interesso soprattutto di quanto avviene in Europa orientale, Russia in particolare, e di disarmo e proliferazione, specie delle armi di distruzione di massa.

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