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Le due Coree a un passo dalla guerra

Nuove tensioni tra le due Coree: le relazioni inter-coreane sono andate deteriorandosi in seguito al test nucleare e al lancio di un missile a lungo raggio messi in atto da Pyongyang nelle scorse settimane. I Governi della Repubblica di Corea e del Giappone scelgono la linea dura, mentre gli Stati Uniti cercano l’aiuto della Cina per convincere il regime di Kim Jong-un ad abbandonare il proprio programma balistico e nucleare

LE  COREE DI NUOVO AI FERRI CORTI– Le relazioni inter-coreane sono sempre state altalenanti nel loro complesso, e l’apertura, nel 2004, del parco industriale di Kaesong è stata considerata come l’unico simbolo di cooperazione tra Nord e Sud. Il parco industriale rappresenta infatti l’apice dei tentativi di cooperazione con la Repubblica Popolare Democratica di Corea e della “Sunshine Policy”, la politica di riconciliazione attuata dal Governo sudcoreano alla fine degli anni Novanta. Il sito di Kaesong è sopravvissuto a diverse crisi, inclusa quella assai grave dell’aprile 2013. In quell’anno, infatti, dopo la riattivazione del reattore nucleare di Yongbyon, Pyongyang  aveva effettivamente sospeso l’ingresso dei lavoratori sudcoreani nell’area industriale per un periodo di cinque mesi, rimandando indietro quasi duecento dipendenti e 150 autotreni provenienti dal Sud. All’epoca il Governo sudcoreano aveva valutato anche l’ipotesi di un’azione militare nel caso in cui l’incolumitĂ  dei dipendenti sudcoreani di Kaesong fosse stata messa a rischio dai soldati nordcoreani. La riapertura del sito, avvenuta nel settembre 2013, è stata considerata come una nuova tappa del processo di ripresa delle relazioni inter-coreane dopo la fase di tensione della primavera precedente. Questo spirito di riconciliazione tra le due Coree è il risultato, tra l’altro, di un accordo per la ripresa del ricongiungimento familiare di chi era stato separato dalla guerra civile del 1950-53. Attualmente, invece, le relazioni tra le due Coree hanno preso una direzione diversa, andando a sfiorare ancora una volta una potenziale guerra, la quale potrĂ  essere fermata solo con la mediazione degli altri Stati della regione.

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Fig. 1 – Torri di osservazione e filo spinato: un tratto del confine tra Corea del Nord e Corea del Sud sul 38° parallelo

LA CHIUSURA DEL PARCO INDUSTRIALE DI KAESONG – Dopo tre anni dalle riprese delle relazioni inter-coreane, la Presidente della Corea del Sud, Park Geun-hye, ha annunciato la sospensione delle attivitĂ  del parco industriale di Kaesong in seguito al recente lancio di un missile a lungo raggio da parte della Corea del Nord. Questa decisione ha scatenato le ire di Pyongyang, perchĂ© la capitale nordcoreana dipende fortemente dai ricavi di Kaesong (questo complesso genera ogni anno nelle casse nordcoreane flussi per 87 milioni di dollari, fornendo supporto oltre a 250mila persone, incluse le loro famiglie). Di conseguenza, i fondi nordcoreani destinati allo sviluppo della tecnologia nucleare sono stati drasticamente limitati. Non solo, le autoritĂ  nordcoreane hanno interpretato questa sospensione delle attivitĂ  industriali come «una pericolosa dichiarazione di guerra», mentre Park Geun-hye si difende accusando la Corea del Nord di aver utilizzato i soldi che ha guadagnato da Kaesong per finanziare le sue armi nucleari e i programmi di missili balistici. «La decisione era inevitabile», ha detto la Presidente sudcoreana. La Repubblica Popolare Democratica di Corea ha risposto annunciando l’immediata chiusura delle 124 imprese sudcoreane che operano  nel complesso centro industriale,  dichiarata ora “zona sotto controllo militare”.

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Fig. 2 – Incontro tra delegazioni diplomatiche delle due Coree nella Zona demilitarizzata, settembre 2015

LA RIUNIONE DELLE FAMIGLIE COME BARLUME DI SPERANZA– Dal momento in cui la divisione tra le due Coree è andata consolidandosi, molte famiglie si sono ritrovate separate dal confine, frutto di un lungo processo negoziale tra Washington, la Corea del Sud e il regime comunista di Pyongyang conclusosi con l’armistizio di Panmunjom del 1953. Diversamente dalla Germania divisa durante la Guerra Fredda, in cui la corrispondenza postale non venne mai interrotta e gli incontri tra famiglie divennero piuttosto comuni negli anni Settanta, tra i due Stati coreani non esiste nessun tipo di corrispondenza postale e i viaggi sono fuori questione. Solamente negli anni Duemila le due parti hanno deciso di organizzare regolari riunioni familiari da tenersi in territorio nordcoreano, in modo da evitare che gli abitanti del Nord vedessero con i loro occhi le migliori condizioni di vita dei sudcoreani rispetto a quelle del loro Paese (il divario del PIL tra le due Coree è indiscutibile e la Corea del Nord non ha voluto che si notasse). Fino al 2010, Pyongyang permetteva a piccoli gruppi di persone di incontrare i propri parenti al di lĂ  del confine. Tuttavia, a causa dell’acuirsi delle tensioni tra i due Paesi,  gli incontri sono stati sospesi per qualche anno, lasciando intere famiglie senza la possibilitĂ  di comunicare tra di loro. Solo oggi la Repubblica Popolare Democratica di Corea sembra intenzionata a volere concedere nuovamente ai suoi cittadini il privilegio di riabbracciare i propri cari. Le riunioni familiari piĂą recenti hanno avuto luogo il 20 ottobre scorso, ma non sono state particolarmente allegre: non appena l’incontro è terminato, i membri delle famiglie coinvolte si sono infatti separati di nuovo – forse per sempre. Eppure, anche se solo un incontro è meglio che nessuno, il ripristinarsi dei ricongiungimenti familiari è stato considerato un grande passo avanti dai Governi dei due Paesi.

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Fig. 3 – Riunione familiare tra cittadini norcoreani e i loro parenti sudcoreani sul Monte Kumgang, ottobre 2015

E ORA?– La dura risposta del leader nordcoreano Kim Jong-un alle proteste internazionali per i suoi test militari è sicuramente destinata ad esacerbare le tensioni nell’area. La Corea del Sud ha giĂ  rafforzato la sua presenza militare lungo la parte occidentale del confine con la Corea del Nord. Nel frattempo il Senato americano ha approvato all’unanimitĂ  nuove sanzioni contro la Corea del Nord in seguito ai test missilistici di Pyongyang, considerati come una «gravissima violazione delle leggi internazionali». Le sanzioni, le quali saranno presto approvate anche dal Governo del Giappone, hanno l’obiettivo di limitare la capacitĂ  nordcoreana di accedere ai fondi per sviluppare il proprio programma nucleare. La Cina, invece, ha finora frenato l’inserimento di nuove sanzioni all’interno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, perchĂ© preoccupata che le misure possano colpire anche i suoi interessi economici in Corea del Nord. Allo stesso tempo, però, Pechino ha manifestato la propria “ferma contrarietà” al test nucleare ordinato da Kim Jong-un, invitando insistentemente la Corea del Nord a tener fede alle sue promesse di denuclearizzazione e ad astenersi da qualsiasi azione che possa aggravare la situazione.

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Fig. 4 – Un soldato sudcoreano sorveglia la strada che conduce al parco industriale di Kaesong, recentemente chiuso a causa dei test militari nordcoreani

Claudia D’Aprile

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””] Un chicco in piĂą

Dal 12 marzo scorso Stati Uniti e Corea del Sud stanno conducendo una massiccia esercitazione militare nell’area di Pohang, con il chiaro obiettivo di dissuadere la Corea del Nord da ulteriori provocazioni missilistiche e nucleari. All’esercitazione, che dovrebbe durare circa otto settimane, partecipano infatti 17mila soldati americani e 300mila sudcoreani, appoggiati da una forza navale congiunta di 30 unitĂ . Per tutta risposta, il Governo di Pyongyang ha annunciato nuovi test missilistici e ha addirittura minacciato di lanciare una bomba all’idrogeno su New York, riducendo l’isola di Manhattan in “cenere”. E le autoritĂ  nordcoreane hanno anche condannato a quindici anni di lavori forzati lo studente americano Otto Warmbier, arrestato lo scorso gennaio con l’accusa di aver cercato di rubare un’insegna propagandistica dal suo hotel di Pyongyang.[/box]

Foto: istolethetv

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Claudia D'Aprile
Claudia D'Aprile

Nata a Cagliari nel 1990, ho conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche e  quella specialistica in Governance e Sistema globale presso l’UniversitĂ  degli studi di Cagliari. Dopo  sei mesi di studio a Bruxelles presso la Vrije Universiteit  e tre esperienze di tirocinio all’estero presso due Istituti di cultura Italiani (a Budapest e a Sydney) e presso l’Ufficio Nazionale del turismo (a Stoccolma),  ho deciso di assecondare la mia grande passione per la politica internazionale e di collaborare con il Caffè Geopolitico per discutere di tematiche da me profondamente studiate e amate.  Sono socia del Rotaract Club di Cagliari, in cui ho avuto l’incarico di Segretaria e Presidente di Commissione Internazionale per due anni di fila, e sono anche volontaria per Emergency e Medici Senza Frontiere. Adoro la storia e cerco sempre l’occasione per partecipare ai dibattiti sui temi che mi appassionano, leggo anche molti report e riviste geopolitiche perchĂ© voglio sempre essere aggiornata in tempo reale sulla situazione politica riguardante i Paesi prevalentemente orientali e mediorientali.

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