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Rio de Janeiro a 50 giorni dalle Olimpiadi

In 3 sorsi  Contemporaneamente alla crisi economica, la più grande inchiesta giudiziaria della storia brasiliana e l’emergenza zika, il nuovo Governo ad interim si trova a gestire il crac finanziario dello stato di Rio de Janeiro a pochi giorni da un’Olimpiade

1. STATO DI CALAMITÀ – Lo stato di Rio de Janeiro (RJ), l’equivalente di un amministrazione regionale italiana, ha decretato lo stato di calamità pubblica. Secondo la legge federale brasiliana questo si può descrivere come «una situazione d’alterazione, intensa e grave, delle condizioni di normalità in un determinato municipio, stato o regione, decretata in ragione di un disastro, che compromette sostanzialmente la loro capacità di risposta». Un osservatore esterno potrebbe pensare che lo Stato carioca sia stato colpito da una qualche imprevista calamità naturale. In realtà la novità del tutto inedita è che tale stato emergenziale è stato applicato all’ambito finanziario e amministrativo.
Il decreto 45.692 pubblicato in Gazzetta Ufficiale dello Stato di Rio venerdì scorso, autorizza le autorità competenti ad «adottare misure eccezionali necessarie alla razionalizzazione di tutti i servizi pubblici essenziali» in vista della realizzazione dei Giochi Olimpici. L’eccezionalità della misura è data dalle dimensioni della crisi finanziaria che attanaglia le casse pubbliche: un buco di 19 miliardi di reais (5,56 mld di dollari) nei conti dello stato della capitale carioca. La segreteria economica dello stato ha comunicato che 7 miliardi sono di debito pubblico, altri 12 invece si riferiscono al sistema previdenziale regionale.
Il testo del decreto è molto chiaro rispetto alle cause ne hanno reso necessaria l’adozione e i settori sui cui intervenire. Lo stato delle disastrate casse regionali è dato da tre fattori: diminuzione del volume delle tasse riscosse, osservato principalmente per la ICMS (l’equivalente della nostra IVA), crisi dell’azienda petrolifera nazionale e delle annesse attività estrattive regioni, e infine crollo del prezzo delle royalties sulle materie prime energetiche. Le falle nella gestione delle finanze pubbliche statuali ha portato RJ a non rispettare le scadenze dei suoi debiti e a posticipare il pagamento degli stipendi nel settori pubblico.
Il governatore Francisco Dornelles, in un incontro giovedì con il Presidente Temer, poco prima dell’emanazione del decreto ha affermato: «Presentiamo al Presidente ad interim Temer le preoccupazioni di Rio de Janeiro nel campo della mobilità urbana e della sicurezza. Chiediamo truppe federali nello Stato e il completamento della metro». La linea della metropolitana è la fondamentale linea 4 Ipanema-Barra, il cui costo è sostenuto dallo stato di Rio e privati. La sua conclusione richiede un prestito di 1 miliardo di reais, già richiesto da RJ ma bloccato dal Tesoro nazionale per via del vincolo di bilancio che, dato l’indebitamento dello stato regionale, non gli permette di contrarre altri prestiti. Il costo dell’opera, sempre crescente in questi anni, è di 9,77 miliardi di reais ed è la più cara di Rio 2016. La metro sarà consegnata solo qualche giorno prima dell’inaugurazione dei Giochi, dunque non sarà attiva a pieno regime quando Rio de Janeiro ospiterà i 500.000 turisti stranieri previsti. Tra le aziende coinvolte nei lavori vi è l’impresa Queiroz, coinvolta in numerosi scandali di tangenti, la quale è in attesa di un altro prestito vicino al miliardo da parte della Banca Nazionale di Sviluppo (BNDES).

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Fig. 1 – Una favela di Rio

2. PROBLEMA SICUREZZA – Urgenti anche le questioni legate alla sicurezza, data la più grande operazione di polizia della storia del Brasile con 65.000 agenti di polizia e 20.000 militari. Stando al quotidiano O Globo, la Segreteria Statale delle di Sicurezza di RJ ha effettuato un taglio del 32% dei fondi destinati alla sicurezza, ritardando così il pagamento degli stipendi alle unità di polizia che lavoreranno per le olimpiadi e attuando una diminuzione quantitativa dei mezzi a disposizione, dagli autoveicoli ai sistemi di telecomunicazioni. I tagli hanno determinato l’aumento dei crimini violenti negli ultimi 5 mesi. A ciò si aggiunge un preoccupante rapporto di Amnesty International di inizio giugno secondo il quale ogni 5 morti ammazzati nella città, uno è per causa della polizia e per la maggior parte dei casi si tratta di neri. Il rapporto denuncia gli abusi della polizia civile e militare, specialmente in riferimento a vere e proprie esecuzioni extra giudiziarie e lo sgombero di intere favelas, come quella di Vila Autodromo, nei pressi del Parco Olimpico.

3. LE CONTROMISURE  GOVERNATIVE – Il decreto di emergenza e le richieste del governatore Dornelles sono una mossa politica che si inserisce nel contesto nella rinegoziazione dei debiti dei singoli stati che compongono l’Unione federale brasiliana. Dornelles ha parlato di misure straordinarie, glissando però sulla concretezza di queste. Questo perché il governatore è in attesa dei 2,9 miliardi di reais che secondo Globo lo stato di Rio riceverà grazie al decreto. La somma servirà, oltre che al completamento della citata metropolitana, anche a pagare gli straordinari dei poliziotti e gli stipendi dei funzionari pubblici, specie gli insegnanti, spesso in sciopero oramai da mesi. Inoltre serviranno a garantire servizi basici inerenti alla sanità regionale, che ha dovuto affidare la gestione di ben due ospedali al comune (prefeitura). Il tutto sotto il pretesto dell’incombenti olimpiadi. In realtà la situazione sarebbe la stessa anche senza i Giochi, data la violazione della Legge di Responsabilità Fiscale dovuta a un eccesso di spese incontrollate.
Il Governo federale è intervenuto con diversi prestiti negli ultimi due anni, e le proroghe della Corte Suprema non sono bastate ad evitare la precaria situazione di bilancio di parecchi stati. Il Governo Temer dopo mesi è finalmente giunto ad un accordo con gli stati morosi, conclusosi in data 20 giugno, che prevede che il pagamento dei debiti riprenderà dilazionato dal 2017, con un aumento del 5,5% fino al luglio 2018, quando gli stati dovranno tornare a saldare integralmente i propri debiti. Inoltre il Presidente in esercizio ha annunciato il prolungamento per altri dieci anni delle linee di credito concesse dal Banco di Sviluppo Economico e Sociale (BNDES). L’accordo è legato alla promessa degli stati di limitare la spesa pubblica, come proposto dal Governo centrale in un emendamento della Costituzione, inviato al Congresso, in linea con la nuova politica economica dettata dall’esecutivo.
La strategia del Governo di ottimizzare e contenere la spesa pubblica, contenere il deficit e dare il via ad un nuovo giro di privatizzazioni è minata dalla mancanza dell’invocata ‘’tranquillità istituzionale’’ per via dello stillicidio di misure giudiziarie che ha colpito ministri ed esponenti del partito di Governo, oltre che figure centrali dell’establishment politico brasiliano. Data l’attuale situazione a 50 giorni dai giochi nonostante le rassicurazioni del Comitato Olimpico di Rio 2016 e del sindaco Eduardo Paes (le cui opere sotto la sua responsabilità sono quasi tutte terminate), queste Olimpiadi carioca non iniziano secondo i migliori auspici.

Fig.2- Crescita del debito dello stato di RJ (fonte: Bloomberg)

Emiliano Caliendo

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

Tra i lavori previsti non effettuati in vista delle Olimpiadi, c’è la mancata bonifica della Baia di Guanabara, con la quale si sarebbero dovute impiantare 500mila mangrovie. I motivi sono da riscontrarsi nella mancanza di liquidità della regione e dai provvedimenti giudiziari che hanno colpito le imprese coinvolte nei lavori: la Queiroz Galvao, la OAS  e l’Andrade Gutierezz [/box]

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Emiliano Caliendo
Emiliano Caliendo

Vivo a Napoli dove studio Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla Federico II, sono appassionato di geopolitica dell’America Latina e del Vicino Oriente, di cui seguo costantemente le complicate vicende. Un viaggio in Brasile ha fatto esplodere la passione per quella parte di mondo, della quale per ora mi limito a scrivere dalla lontana Europa sperando di poter analizzare il tutto un po’ più da ”vicino” un giorno.

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