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Kharkiv sotto le bombe: una testimonianza

RistrettoA Kharkiv Christian Eccher ha visitato il luogo di un recente bombardamento russo nel quartiere di Saltivka, costato la vita a 3 persone. Gli attacchi contro la città sono costanti e testimoniano la natura brutale della guerra del Cremlino contro Kyiv.

Saltivka è un quartiere dormitorio alla periferia nord di Kharkiv. È una città nella città, con i suoi palazzi enormi e con ben 300mila abitanti. Ci si arriva con la metropolitana, fino all’ultima fermata, e poi si prosegue in filobus lungo infiniti boulevard fiancheggiati da caseggiati bianchi di 15-20 piani. Di notte è difficilissimo orientarsi, dato che le vie del quartiere sono tutte uguali e l’illuminazione pubblica non funziona per risparmiare energia. Nel pomeriggio di martedì 24 settembre, verso le 15,20, una bomba planante ha colpito un edificio di questo quartiere, causando almeno un morto (che è ancora sotto le macerie, verrà estratto solo dopo 24 ore di scavi) e numerosi feriti. Nelle ultime 24 ore, Kharkiv è stata colpita da ben 6 proiettili lanciati dall’esercito russo. Due sono caduti in città, uno a Saltivka e l’altro poco lontano, nel rione Kievski. Gli altri hanno colpito un cimitero e la campagna antistante Saltivka, causando degli incendi che i vigili del fuoco cercano ancora di domare. Per questa ragione, l’aria a Saltivka è acre, impregnata dell’odore di legno bruciato.

Fig. 1 – Particolare del palazzo colpito dalla bomba planante russa, 24 settembre 2022 | Foto: Christian Eccher

Mi portano sul luogo di quello che può essere un vero e proprio attentato terroristico da parte della Russia (che motivo c’è di colpire un palazzo popolare, uno dei più poveri della città?) Anna e Volodimir, due colleghi giornalisti. Nell’intrico delle vie e dei boulevard di Saltivka non sarei mai riuscito a orientarmi da solo. Dopo aver lasciato la macchina sul boulevard principale, camminiamo lungo una strada completamente buia: facciamo luce con le torce dei cellulari per non inciampare. Poi, all’improvviso, mi si presenta davanti la solita scena, vista ormai diverse volte in tutte le città dell’Ucraina che ho visitato. Un palazzo sventrato, illuminato a giorno da potenti riflettori, i vigili del fuoco che rimuovono le macerie, gli impiegati del Comune e la gente del vicinato che pulisce la strada dai vetri rotti e dai rami spezzati. Poco più in là, i volontari che aiutano gli sfollati, molti dei quali guardano il palazzo distrutto avvolti nelle coperte fornite loro dalla protezione civile. Di giorno fa caldo, ma di notte la temperatura cala bruscamente. L’edificio in questione era già stato colpito nel 2022, subito dopo l’inizio dell’invasione russa. L’esercito del Cremlino, infatti, era riuscito a conquistare questo quartiere, ma solo per pochi giorni. Era arrivato fino alla stazione della metropolitana, all’interno della quale si erano rifugiati gli abitanti di Saltivka. Gli ucraini, però, sono riusciti a respingere i russi fino al confine del rione, non lontano dal palazzo che adesso è distrutto, dove finisce il boulevard principale e dove si trova un muro dietro al quale ci sono dei garage. Al di là dei garage ci sono solo campi e a 20 chilometri si trova il confine con la Federazione Russa. L’esercito occupante era stato costretto ad arretrare dapprima nei campi, poi oltre la linea di confine. I russi non hanno perdonato agli ucraini questo smacco e regolarmente bombardano il quartiere. Non hanno però la forza di riconquistare Kharkiv, per questo terrorizzano la popolazione con atti terroristici, e questo proprio nel giorno in cui il Presidente Zelensky parlerà all’ONU per convincere l’Occidente a permettergli di colpire le postazioni nemiche anche in territorio russo. 

Christian Eccher

Foto di copertina: Christian Eccher

Dove si trova

Perchè è importante

  • Una drammatica testimonianza di Christian Eccher da Kharkiv, bombardata costantemente dai russi.

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Christian Eccher
Christian Eccher

Sono nato a Basilea nel 1977. Mi sono laureato in Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, dove ho anche conseguito il dottorato di ricerca con una tesi sulla letteratura degli italiani dell’Istria e di Fiume, dal 1945 a oggi. Sono professore di Lingua e cultura italiana all’Università di Novi Sad, in Serbia, e nel tempo libero mi dedico al giornalismo. Mi occupo principalmente di geopoetica e i miei reportage sono raccolti nei libri “Vento di Terra – Miniature geopoetiche” ed “Esimdé”.

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