Caffè lungo – Le indiscrezioni su un cambio di leadership in Cecenia sono tornate a circolare a seguito della presunta richiesta di dimissioni presentata da Kadyrov, alimentate anche dalle speculazioni sullo stato di salute dell’attuale leader ceceno. Il Cremlino, tuttavia, non sembra per il momento pronto a favorire un passaggio di potere nella Repubblica nordcaucasica.
KADYROV VERSO L’USCITA?
Negli ultimi mesi le speculazioni su un possibile cambio al vertice in Cecenia hanno ripreso vigore. La presunta richiesta di dimissioni avanzata dal Presidente ceceno Ramzan Kadyrov, apparentemente rifiutata dal Presidente russo Vladimir Putin, ha alimentato le ipotesi secondo cui la Repubblica nordcaucasica potrebbe presto assistere alla nomina di un nuovo leader. A ciò si sommano le voci in merito alle precarie condizioni di salute di Kadyrov, secondo le quali soffrirebbe di necrosi pancreatica, una malattia con alto tasso di mortalità diagnosticatagli già nel 2019. Nonostante la difficoltà nell’accertare il suo reale stato di salute, le sue ripetute assenze a eventi istituzionali hanno destato più di qualche sospetto. Non solo, le indiscrezioni circa un cambio di leadership in Cecenia derivano inoltre da frizioni con esponenti del Cremlino e Putin stesso. I rapporti con il Presidente russo sembrano essersi incrinati a causa di una serie di viaggi non autorizzati in Medio Oriente, dove Kadyrov si è incontrato con esponenti delle Monarchie del Golfo, con le quali da tempo intrattiene rapporti favoriti anche da una certa affinità ideologica. Viaggi che avrebbero avuto lo scopo di mettere in sicurezza la famiglia e il proprio patrimonio, qualora dovesse rinunciare alla presidenza che detiene ormai dal 2007, che si tratti di una scelta volontaria o forzata.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il Presidente ceceno Ramzan Kadyrov durante una visita al Cremlino, aprile 2024
LA NECESSITÀ DI UN SUCCESSORE AFFIDABILE
La questione della successione in Cecenia resta delicata per Mosca. Kadyrov ha svolto un ruolo cruciale nel garantire la stabilità della regione, seppur con metodi certamente discutibili, scivolata due volte in un conflitto armato dopo la caduta dell’Unione Sovietica sotto la spinta di rivendicazioni secessioniste e indipendentiste. Per anni Putin ha concesso un ragguardevole livello di impunità a Kadyrov e seguaci, e la Cecenia è con gli anni divenuta il feudo personale dei Kadyroviti, una sorta di Stato nello Stato, con una sua milizia e una gestione finanziaria a dir poco opaca. Una situazione che il Cremlino vorrebbe correggere, riportando la Repubblica nordcaucasica sotto il pieno ed effettivo controllo del Governo centrale. Sostituire Kadyrov però non è una questione semplice, motivo per cui il presunto rifiuto di Putin al tentativo di dimissioni di Kadyrov appare comprensibile. Se è pur vero che la Cecenia non è più la stessa delle due guerre e le spinte indipendentiste si sono affievolite, la volatilità della regione rimane per Mosca una preoccupazione. Pur ammesso che la richiesta di dimissioni fosse reale, difficilmente il Governo russo gli permetterebbe di abbandonare la propria posizione prima di avere selezionato un successore affidabile. Un nuovo leader fidato e allineato al Cremlino, che non riceverà i medesimi benefici garantiti a Kadyrov e il livello di impunità concessogli, inviso a molti membri dell’élite russa, al pari dell’austero modello di Islam imposto in Cecenia, distante da un certo livello di secolarismo presente in altre Repubbliche musulmane e ancor più estraneo al resto della Federazione.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Kadyrov, al centro, insieme ad alcuni dei suoi possibili successori: a sinistra il comandante militare Apti Alaudinov e l’influente capo clan Adam Delimkhanov, a destra il politico di Russia Unita Magomed Daudov
APTI ALAUDINOV, IL CANDIDATO NUMERO UNO
Le indiscrezioni su chi ricadrà la scelta di Mosca sono molteplici. Il candidato più probabile al momento sembra essere Apti Alaudinov, comandante del battaglione Akhmat e vicecapo della Direzione principale per il Lavoro politico-militare delle Forze Armate russe presso il Ministero della Difesa. La carriera di Alaudinov è un percorso marcato da un’ascesa più o meno rapida alle posizioni che contano, salvo poi cadere fuori dalle grazie di Kadyrov. Costretto all’esilio, ha trovato la redenzione tra le trincee in Ucraina, con tanto di benedizione da parte di Putin, che lo ha reso il candidato più plausibile. Ritenuto un moderato a confronto dell’attuale Presidente, ha a suo favore l’immagine di ceceno maggiormente integrato. La malattia di Kadyrov e le frizioni di quest’ultimo con Mosca potrebbero avergli aperto un’opportunità impensabile fino a qualche anno prima. Non mancano, però, voci sui figli dell’attuale leader della Cecenia, sebbene la Costituzione preveda che il Presidente debba aver compiuto i trenta anni d’età. Adam, il figlio minore, è salito alle cronache lo scorso anno, quando all’età di 16 anni ha picchiato Nikita Zhuravel, un detenuto arrestato con l’accusa di aver dato fuoco a una copia del Corano. Nonostante la giovane età, ricopre più ruoli all’interno delle Istituzioni cecene. Il figlio maggiore è Akhmat, che si è preso temporaneamente la scena quando è stato ricevuto da Putin al Cremlino, un incontro interpretato da alcuni come un segnale di approvazione da parte del Presidente russo. Al momento, tuttavia, sembra che il primogenito di Kadyrov sia piuttosto candidato a diventare il futuro capo del clan. All’interno della cerchia ristretta del Capo di Stato ceceno, infine, spiccano Adam Delimkhanov e Magomed Daudov. Il primo è de facto il leader ceceno al di fuori della Cecenia, colui che ha il compito di monitorare la diaspora all’estero. Il clan di Delimkhanov è ritenuto essere il secondo più influente della regione dopo quello di Kadyrov, ma i contatti che mantiene con il mondo criminale russo e non solo potrebbero compromettere una sua eventuale nomina. Magomed Daudov è invece il segretario del ramo ceceno di Russia Unita, il partito di Putin. Sebbene non goda dell’influenza di Delimkhanov, viene comunque ritenuto uno dei possibili candidati. Se il passaggio di potere avverrà in un futuro prossimo resta ancora incerto, ma un punto appare chiaro. Mosca non vorrà privarsi di Kadyrov prima di aver selezionato la figura che avrà il compito di guidare la Cecenia negli anni a venire. Una Cecenia che dovrà essere maggiormente integrata nel “sistema Russia” sotto tutti gli aspetti.
Lorenzo Asquini
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