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Olimpiadi di Rio, quale eredità per il Brasile?

Mentre Tokyo si prepara ad ospitare la XXXII edizione delle Olimpiadi, il Brasile inizia a fare i conti con i Giochi appena conclusi: cosa rimarrà in eredità ai cittadini di Rio? Le diverse opere pubbliche costruite riusciranno a far pendere la bilancia dalla parte del governo, oppure le disuguaglianze sociali continueranno a pesare sulle spalle dei brasiliani?  

OLIMPIADI, UN SOGNO TROPPO GRANDE? – Sette anni fa nasceva l’idea di ospitare le prime Olimpiadi in suolo sudamericano. In un Brasile che stava vivendo appieno la sua “golden age” sembrò a tutti un’ottima idea, una naturale conseguenza dell’importanza che stava assumendo il Paese a livello mondiale. Mai aspettativa fu più disattesa. I giochi olimpici svoltisi a Rio de Janeiro dal 5 al 21 agosto sono diventati sinonimo di corruzione, inefficienza e di promesse mai mantenute. A pochi giorni dal via, la città appariva totalmente impreparata ad ospitare un evento di tale portata e in molti manifestavano seri dubbi al riguardo.

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(infografica a cura dell’autrice)

RIO, MODERNIZZAZIONE SOLO DEI QUARTIERI RICCHI – A lungo i brasiliani si sono chiesti come sia stato speso l’enorme budget messo a disposizione. A giochi iniziati molti servizi non erano ancora stati portati a termine e, stando alle lamentele di diverse squadre, le infrastrutture destinate agli sportivi erano a dir poco primitive. In totale, le Olimpiadi sono costate al Brasile circa 20 miliardi di euro, di cui 7 sono stati impiegati per la costruzione di opere pubbliche. La zona che ha sicuramente beneficiato di più del budget olimpico è stata quella del porto Maravilha. Particolare attenzione è stata inoltre dedicata ai trasporti pubblici, con la creazione di nuove linee di autobus e metropolitane. Ancora una volta però la periferia sembra essere stata tagliata fuori.
Secondo il Comitê Popular da Copa e das Olimpíadas do Rio de Janeiro, l’organizzazione popolare contro i giochi olimpici, a beneficiare degli investimenti pubblici saranno solo i quartieri più ricchi della città con una conseguente crescita delle disuguaglianze sociali. Definite dallo stesso comitato come una “calamità olimpica“, le Olimpiadi hanno accentuato la povertà nelle zone meno abbienti della capitale grazie ai nuovi e numerosi tagli effettuati dallo Stato, la demolizione di diverse favelas e il successivo sfratto di migliaia di persone. Stando alla cifre diffuse dal Comitê Rio 2016, il comitato organizzativo delle Olimpiadi, si è scoperto che alcune grosse società di costruzione sono state coinvolte nello scandalo Petrobras e dunque è stato necessario sostituirle all’ultimo momento, portando lo Stato a chiedere maggiori crediti alle banche.

NON SOLO SPORT, CRISI POLITICA E RECESSIONE – E sembra quasi naturale che le cose siano andate cosi. Da quando nel 2009 la città carioca è stata scelta per ospitare i giochi, la situazione economica e politica è vertiginosamente precipitata. Con una recessione ai massimi livelli dalla crisi del 1930 e un Presidente della Repubblica sospeso e poi decaduto dalla carica e sostituito, anche se la cosa non era prevedibile ex ante, il Brasile forse non era più il Paese più adatto ad accogliere le Olimpiadi di quest’anno, col senno di poi. Senza dimenticare l’epidemia del virus Zika, che ha colpito quasi tutti i Paesi latino americani e  il timore di nuotare nella baia di Guanabara a causa della mancata bonifica delle acque.

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PORTATA POSITIVA DEI GIOCHI – Se in molti, dunque, vedono i Giochi Olimpici di quest’anno come un fallimento totale per l’economia del Paese ospitante, altri cercano comunque di puntare l’accento sugli aspetti positivi. Oltre 800 milioni di turisti hanno invaso il territorio brasiliano, portando benefici economici per l’interno Paese. Secondo uno studio condotto dal Ministero dello Sport, l’economia nazionale potrebbe godere di 102 miliardi di reais. Le opere di riqualificazione e le nuove infrastrutture inoltre, hanno generato un’enorme quantità di posti di lavoro, in aumento anche per gli anni futuri. Agli aspetti positivi si aggiungono poi la visibilità ottenuta dal Brasile a livello mondiale e lo spirito di solidarietà che dovrebbe accomunare ogni Olimpiade che fanno sperare che, forse, qualcosa di buono sia rimasto sul suolo brasiliano.
Insomma, il legado olìmpico, l’eredità che i giochi hanno lasciato al Paese, sembra essere sia materiale che immateriale. Adesso il mondo sa che certi eventi possono essere svolti anche in America Latina, seppur con modalità proprie e diverse dal resto del mondo, e gli abitanti della cidade maravilhosa, così come quelli del resto del Paese, possono mostrare l’orgoglio di aver centrato un obiettivo di risonanza mondiale.

Claudia Patricolo

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in più

La politica brasiliana sta vivendo una delle fasi più turbolente della sua storia. Dopo Dilma Rousseff, è finito sotto tiro l’ex Presidente Lula, accusato di concussione (secondo i giudici, avrebbe intascato circa 3,7 milioni di reais per favorire l’assegnazione di appalti alla raffineria OAS. E’ la fine dell’era del Partito dei Lavoratori? Ve ne parleremo prossimamente.

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Foto di copertina di Agência Brasília Rilasciata su Flickr con licenza Attribution License

 

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Claudia Patricolo
Claudia Patricolo

Romana per caso, vivo e studio da sempre nella Capitale. Classe 1991, sono laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e attualmente specializzanda in Giornalismo ed Editoria all’Università di “Tor Vergata”. Da sempre interessata a tematiche internazionali, ho lavorato in diverse redazioni a Roma fino ad arrivare a Parigi dove ho svolto uno stage presso “Le Monde”. Innamorata del Sudamerica, dove ho vissuto per un periodo, non perdo occasione di partecipare e scrivere di questa meravigliosa parte del mondo che è l’America Latina.

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