In 3 sorsi – La notizia del progressivo riarmo dell’Australia a partire dal 2023 è un po’ passata in secondo piano, proprio a causa dei grandi eventi geopolitici che coinvolgono l’Occidente. Ma non per questo è da tralasciare, anche perché l’apice dell’impegno di spesa si è avuto proprio a fine 2024.
1. L’AUMENTO DELLA SPESA PER LA DIFESA IN AUSTRALIA E LA RISPOSTA ALLA MINACCIA CINESE
L’Australia ha recentemente annunciato un significativo incremento della spesa per la difesa, destinando 1 miliardo di dollari australiani (circa 628,6 milioni di dollari statunitensi) nel bilancio federale. Questo aumento, che si inserisce in un contesto di crescente assertività da parte della Cina nella regione Indo-Pacifico, è parte di una strategia nazionale volta a rafforzare le capacità difensive del Paese. La Cina ha intensificato la presenza militare nel Pacifico, in particolare nel Mar Cinese Meridionale, e ha cercato di estendere la propria influenza in diversi Paesi asiatici. In risposta a queste dinamiche, l’Australia sta accelerando il programma di modernizzazione militare, con un focus su tre aree fondamentali: la costruzione di infrastrutture per sottomarini, la produzione di armi guidate e l’acquisizione di sistemi missilistici avanzati. La crescente aggressività della Cina ha spinto anche altri Paesi della regione, come il Giappone, ad aumentare i propri investimenti in difesa. Questi sviluppi sono stati incentivati anche dalla pressione dell’Amministrazione Trump, che aveva sollecitato gli alleati degli Stati Uniti ad assumere un ruolo più attivo nella difesa e a sostenere un maggiore impegno nella protezione della sicurezza regionale.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Un Bushmaster dell’Esercito australiano durante un’esposizione pubblica. Il veicolo è prodotto dalla multinazionale francese Thales
2. LE MISURE STRATEGICHE DELL’AUSTRALIA NEL CONTESTO REGIONALE
L’aumento della spesa per la difesa dell’Australia si concentra su alcune aree strategiche cruciali per rispondere alle minacce emergenti. Una delle principali destinazioni dei fondi sarà la realizzazione di una base navale per sottomarini, parte del patto trilaterale AUKUS (Australia, Regno Unito, Stati Uniti), che mira a rafforzare la cooperazione militare tra questi Paesi. L’Australia prevede che, a partire dal 2027, fino a quattro sottomarini a propulsione nucleare, inclusi quelli statunitensi e britannici, frequenteranno regolarmente la base di HMAS Stirling, situata nell’Australia Occidentale. Questo investimento non solo potenzierà la capacità difensiva australiana, ma rafforzerà anche l’equilibrio di potere nella regione indo-pacifica, in particolare contro l’espansione della Cina. Un’altra area chiave è la produzione di armi guidate, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dell’Australia da fornitori esterni. L’iniziativa Guided Weapons and Explosives Enterprise è fondamentale per aumentare l’autosufficienza della difesa australiana, in un contesto globale in cui la capacità di produzione di armi ad alta precisione è essenziale. Questi sviluppi fanno parte di una visione a lungo termine per rendere l’Australia più indipendente e meno vulnerabile alle fluttuazioni delle alleanze internazionali.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Soldati australiani impegnati un un’esercitazione congiunta con le Forze Armate dell’Indonesia nel novembre 2024
3. LE IMPLICAZIONI GEOPOLITICHE E IL RISCHIO DI ESCALATION REGIONALE
L’intensificazione degli investimenti in difesa da parte dell’Australia ha implicazioni significative per la geopolitica della regione Asia-Pacifico. Se da un lato l’Australia sta cercando di garantire la propria sicurezza e di mantenere un equilibrio di potere regionale, dall’altro le sue mosse potrebbero essere percepite come provocatorie dalla Cina, alimentando ulteriormente la spirale della corsa agli armamenti. Le previsioni indicano che la spesa militare nella regione crescerà significativamente nei prossimi anni, passando da 800 miliardi di dollari nel 2024 a oltre 1.100 miliardi di dollari entro il 2029, con Paesi come il Giappone, la Corea del Sud e l’Australia che si preparano a un nuovo scenario geopolitico. Questo aumento delle capacità difensive potrebbe rafforzare le alleanze tra le potenze occidentali, come quella del blocco AUKUS, ma anche contribuire a un’escalation delle tensioni. L’Australia, con la sua Strategia di Difesa Nazionale biennale, punta a difendere i propri interessi nel commercio marittimo e a proteggere le rotte vitali per la sua economia, come il Mar Cinese Meridionale. Tuttavia, la vera sfida per il Paese sarà bilanciare l’inevitabile potenziamento della propria difesa con il rischio che tali misure possano scatenare conflitti indiretti, minando la stabilità dell’intera regione Indo-Pacifico.
Riccardo Renzi
“Ships from the Royal Australian Navy, Indian navy, Japan Maritime Self-Defense Force and the United States Navy participate in Malabar 2020.” by Official U.S. Navy Imagery is licensed under CC BY