Caffè lungo – I rapporti tra Taiwan e Cina si stanno facendo sempre più infuocati. La situazione è iniziata a degenerare ulteriormente dai primi di febbraio 2025, quando il colosso TSMC ha deciso di investire più di 100 miliardi negli USA. Inoltre, l’espansione militare cinese sta contribuendo a incrinare ancora di più il complesso rapporto diplomatico tra Repubblica Popolare Cinese e Taiwan.
LE MANOVRE MILITARI CINESI E LA CRESCENTE TENSIONE NELLO STRETTO DI TAIWAN
La crescente tensione nello Stretto di Taiwan ha raggiunto un nuovo apice con l’annuncio, da parte dell’esercito cinese, di esercitazioni militari sempre più ampie e aggressive nei pressi dell’isola. Pechino ha descritto queste manovre come un “severo avvertimento” nei confronti di Taiwan, un chiaro segnale della sua determinazione a perseguire la “riunificazione” con l’isola, vista come una parte integrante del territorio cinese. Il Comando del Teatro Orientale dell’esercito cinese ha evidenziato l’obiettivo principale delle esercitazioni: testare la prontezza delle Forze Armate nella conduzione di operazioni integrate, che comprendono attacchi di precisione a più direzioni, assalti contro obiettivi marittimi e terrestri e il blocco di rotte marittime strategiche. Tali manovre, che hanno coinvolto navi da guerra, velivoli da combattimento e forze terrestri, sono state presentate come una simulazione di un conflitto reale, e Pechino ha chiaramente indicato che una maggiore spinta verso l’indipendenza di Taiwan potrebbe scatenare una risposta militare. Taiwan ha risposto con fermezza, attivando il proprio apparato difensivo, monitorando i movimenti cinesi e schierando le proprie forze aeree e navali. Il Governo di Taipei ha condannato le manovre, definendole una violazione delle normative internazionali e una forma di intimidazione diretta nei confronti della sua sovranità. In questo contesto, il Presidente taiwanese Lai Ching-te ha ribadito la posizione del proprio Governo, affermando che la modernità e la democrazia non possono essere difese tramite la forza, ma attraverso il dialogo e il rispetto reciproco. Pechino, tuttavia, ha avvertito che ogni tentativo di separare Taiwan dalla Cina sarebbe destinato a fallire e comporterebbe inevitabilmente un conflitto armato. La crescente pressione militare cinese rappresenta una sfida diretta non solo per Taipei, ma anche per l’equilibrio geopolitico dell’intera regione indo-pacifica.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Un carro armato M60A3 delle Forze Armate taiwanesi fa fuoco durante un’esercitazione notturna a Penghu, ottobre 2024
LE IMPLICAZIONI GEOPOLITICHE E IL COINVOLGIMENTO DEGLI USA
L’intensificarsi delle esercitazioni cinesi ha suscitato preoccupazioni in tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti e tra i suoi alleati asiatici. Sebbene la posizione ufficiale di Washington sia sempre stata quella di condannare ogni tentativo di modificare lo status quo con la forza, il Governo statunitense, sotto la presidenza di Donald Trump prima e Joe Biden poi, e nuovamente Trump, ha assunto una postura più assertiva nei confronti della Cina. La Casa Bianca ha rinnovato la sua condanna alle manovre cinesi e ha ribadito il proprio impegno a difendere Taiwan, sia attraverso misure diplomatiche che, in caso di necessità, con il supporto delle Forze Armate. La risposta degli Stati Uniti ha coinvolto anche il rafforzamento delle alleanze regionali, come dimostrato dalla visita recente del segretario alla Difesa, Pete Hegseth, in Giappone e nelle Filippine. La costruzione di un nuovo centro di comando bellico in Giappone sottolinea l’importanza strategica della regione per gli Stati Uniti. Tuttavia, il sostegno americano a Taiwan non è privo di incertezze, alimentate dalle dinamiche interne alla politica statunitense, dove la fusione tra interessi commerciali e di sicurezza ha creato dei margini di dubbio. Un diplomatico asiatico ha recentemente espresso preoccupazione per l’imprevedibilità delle politiche statunitensi, temendo che la centralità dell’economia possa minare la coerenza della politica estera di Washington. Queste incertezze stanno alimentando il timore che, nonostante il sostegno verbale, gli Stati Uniti potrebbero non essere pronti a intraprendere azioni decisive nel caso di un’escalation militare. La “strategia di contenimento” della Cina, emersa durante l’Amministrazione Trump, è stata proseguita anche da Biden, ma il rischio di un conflitto aperto continua a destare interrogativi sulla volontà e la capacità di Washington di intervenire in modo risoluto.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il Presidente taiwanese Lai Ching-te assiste ad un’esercitazione della difesa civile nel sud dell’isola, marzo 2025
LE PROSPETTIVE FUTURE NELLO STRETTO DI TAIWAN
La situazione nello Stretto di Taiwan rappresenta una delle principali preoccupazioni geopolitiche a livello globale. Le esercitazioni militari cinesi hanno messo in luce la determinazione di Pechino a non tollerare la possibilità che Taiwan possa dichiarare formalmente l’indipendenza. La Cina ha dichiarato che ogni passo verso l’indipendenza comporterà il rischio di una guerra, e il 2027 è stato identificato come un anno cruciale in cui la Cina potrebbe decidere di invadere Taiwan, a meno che la pressione internazionale non abbia effetti dissuasivi. I preparativi militari di Taiwan, che comprendono simulazioni di difesa e l’ammodernamento delle proprie Forze Armate, sono segnali di un’intensificazione della preparazione all’eventualità di un conflitto.
Tuttavia, alcuni esperti suggeriscono che la Cina non stia preparando una guerra totale, ma piuttosto una serie di manovre indirette e operazioni in “zona grigia” per minare la stabilità interna di Taiwan senza un confronto diretto. La Cina sta, infatti, intensificando le sue operazioni di guerra non convenzionale, come attacchi informatici e campagne di disinformazione, con l’intento di indebolire la coesione politica e la determinazione della leadership taiwanese.
Nel contesto più ampio delle dinamiche regionali, il futuro di Taiwan rimane incerto. Le alleanze internazionali, in particolare quella tra gli Stati Uniti e i suoi alleati nel Pacifico, sono fondamentali per mantenere l’equilibrio nella regione. Tuttavia, la crescente ascesa militare della Cina e la sua assertività potrebbero portare a una pericolosa escalation. La situazione nello Stretto di Taiwan è, quindi, destinata a rimanere una delle sfide più gravi per la stabilità regionale e globale, con il rischio concreto di un conflitto che potrebbe travolgere l’intera Asia orientale.
Riccardo Renzi
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