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Trump e Putin, l’incontro che segnerĂ  la guerra in Ucraina?

In 3 sorsi – Il vertice tra Trump e Putin, che si è svolto il 15 agosto ad Anchorage, in Alaska, non è stato soltanto un incontro bilaterale di grande rilevanza nel contesto geopolitico attuale. L’accoglienza riservata al leader russo ha sancito simbolicamente il suo ritorno sulla scena occidentale dopo anni di relativo isolamento. 

1. TRA TAPPETI ROSSI E GEOPOLITICA: ANCHORAGE SOTTO I RIFLETTORI

Così come avvenne per il Vertice di ReykjavĂ­k del 1986 tra Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov che divenne un momento iconico della Guerra Fredda, ricordato ancora oggi come il momento di svolta che aprì la strada al disarmo nucleare e al dialogo tra le due superpotenze, anche l’incontro di Anchorage tra Donald Trump e Vladimir Putin si candida, nel caso in cui i risultati che ne verranno diano seguito alle aspettative, a rimanere nella memoria collettiva. Non solo per le immagini solenni del tappeto rosso e del tragitto condiviso all’interno della limousine presidenziale a stelle e strisce, ma soprattutto per il segnale che rappresenta: il ritorno della Russia sulla scena occidentale dopo anni di isolamento. Un evento che, al di lĂ  dei risultati di breve periodo e relativi al contesto limitato della crisi russo-ucraina e al parziale ripristino del dialogo tra i due Stati, potrebbe essere ricordato, se verranno raggiunti risultati concreti, come una tappa fondamentale nella storia delle relazioni internazionali del XXI secolo.

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Fig. 1 – Putin e Trump durante il loro incontro ad Anchorage, 15 agosto 2025

2. LA ‘VITTORIA DI PUTIN’

Dal punto di vista politico, gli accordi raggiunti durante il vertice sembrano favorire gli interessi russi. Trump, spinto, tra le altre cose, dall’ambizione di ricevere il Premio Nobel per la Pace, ha accettato di discutere una pace definitiva che includa la cessione del Donbass alla Russia e il congelamento del restante fronte di guerra, senza ottenere in cambio un cessate il fuoco immediato, sperato dal Presidente USA fino alla vigilia. Inoltre, l’assenza, al momento, di nuove sanzioni economiche o politiche nei confronti della Russia ha ulteriormente consolidato la posizione di Putin, che ha potuto presentare il vertice come una vittoria diplomatica e strategica. Questa dinamica ha sollevato preoccupazioni tra i leader europei e ucraini, i quali temono che l’incontro possa segnare l’inizio di un allentamento delle pressioni occidentali su Mosca.

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Fig. 2 – Trump e Putin, insieme ai rispettivi collaboratori, durante la breve conferenza stampa a conclusione del vertice, 15 agosto 2025

3. PACE O STALLO? INCOGNITE SUL FUTURO

Il vertice di Anchorage amplifica la percezione di una Russia capace di condurre l’agenda internazionale, con Putin che emerge rafforzato soprattutto sul piano simbolico e mediatico. L’accoglienza trionfale, la scorta fino al rientro in patria e gli accordi preliminari favorevoli al Cremlino, uniti all’assenza di nuove sanzioni economiche o politiche, confermano un significativo vantaggio diplomatico per Mosca. Questo sviluppo sembra evidenziare una crescente divisione tra gli Stati Uniti e i loro alleati. Durante i colloqui del 18 agosto alla Casa Bianca è stato posto al centro il tema delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, con un tipo di protezione che richiama l’Articolo 5 della NATO e un impegno di Kyiv nell’acquisto di sistemi d’arma statunitensi per circa 100 miliardi di dollari. Queste garanzie mirano a rafforzare la difesa ucraina senza un coinvolgimento diretto di truppe USA. Resta però in sospeso la questione territoriale: l’ipotesi di concedere a Mosca il controllo su parti del Donbass e sull’attuale linea di fronte in Kherson e Zaporizhzhia è stata evocata come possibile compromesso, ma Zelensky ha ribadito che le questioni territoriali riguardando esclusivamente il presunto bilaterale tra lui e il suo omologo russo, ormai sempre piĂą lontano dopo le dichiarazioni pubbliche del Ministro degli Esteri russo Lavrov, che ha escluso la possibilitĂ  di un incontro diretto e posto condizioni inaccettabili per Kyiv. Mentre da parte ucraina, solo dopo aver visto se e come le garanzie di sicurezza concordate con gli alleati occidentali saranno concretamente attuate e se porteranno a risultati tangibili, si potrĂ  valutare se lo spiraglio diplomatico emerso ad Anchorage sarĂ  confermato e se potrĂ  realmente aprire la strada a una soluzione pacifica del conflitto.

Emanuele Franzoni

Photo by DimitroSevastopol is licensed under CC BY-NC-SA

Dove si trova

Perchè è importante

  • L’incontro di Anchorage tra Donald Trump e Vladimir Putin è stato un momento simbolico di riapertura del dialogo diretto tra Stati Uniti e Russia, dopo anni di isolamento di Mosca da parte dell’Occidente.
  • Trump ha favorito la discussione di una pace che favorisce Mosca, con la cessione del Donbass e senza un cessate il fuoco immediato. Putin ne esce rafforzato, mentre in Europa e in Ucraina cresce il timore per un possibile indebolimento delle pressioni USA.
  • Il vertice di Anchorage ha rafforzato l’immagine di una Russia capace di imporsi, ottenendo vantaggi diplomatici. Mentre le garanzie di sicurezza promesse all’Ucraina e le questioni territoriali restano lontane dal mettere d’accordo Mosca e Kiev.

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Emanuele Franzoni
Emanuele Franzoni

Nato a Napoli il 5 settembre 2002, sono laureato in Economia Aziendale e tutor in materie
giuridiche ed economiche. Appassionato di attualitĂ , economia politica e analisi dei
fenomeni globali, mi avvicino al mondo del giornalismo con l’obiettivo di contribuire con
contenuti informati, accessibili e approfonditi, mettendo a frutto le mie competenze
accademiche e divulgative.

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