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La recente intesa tra Bielorussia e Stati Uniti

In 3 sorsi – L’avvenuta liberazione di 52 prigionieri politici da parte del Governo di Lukashenko, ottenuta grazie a un negoziato con Washington, sembra un chiaro segnale di apertura diplomatica tra gli Stati Uniti e la Bielorussia.

1. LA LIBERAZIONE DEI PRIGIONIERI

Recentemente c’è stata la liberazione del più grande numero di prigionieri politici sotto il Governo repressivo di Lukashenko, Presidente della Bielorussa ininterrottamente dal 1994. 52 prigionieri sono stati infatti liberati l’11 settembre, tra cui lo storico dissidente Mikola Statkevich, in seguito alla conclusione di un accordo diplomatico con una delegazione statunitense guidata da John Coale. L’agenzia di stampa bielorussa riporta che di questi, 14 sono cittadini stranieri: sei lituani, due lettoni, due polacchi, due tedeschi, un francese e un cittadino del Regno Unito. In cambio della liberazione dei prigionieri, Washington ha garantito di alleviare le sanzioni imposte nel 2021 contro la compagnia aerea statale Belavia in seguito al dirottamento del volo Ryanair FR4978, concedendole di acquistare parti per rafforzare la sua flotta aerea di Boeing, così quanto sostenuto dal portavoce dell’ambasciata statunitense di Vilnius, in Lituania.

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Fig. 1 – Uno dei prigionieri politici rilasciati abbraccia una parente in Lituania dopo la liberazione, 11 settembre 2025

2. L’INIZIO DI UN DISGELO POLITICO

L’intesa raggiunta con gli Stati Uniti attenua la condizione di isolamento diplomatico in cui si trova la Bielorussia, stretta alleata della Russia di Putin. Il recente accordo, infatti, sembra indicare l’avviamento di un disgelo politico e apre lo spiraglio per una possibile ripresa delle relazioni commerciali tra i due Paesi, un’impressione rafforzata dalla recente manifestazione di volontà degli Stati Uniti di riaprire la propria ambasciata a Minsk, chiusa nel 2022. La presidenza di Donald Trump sembra dunque voler imprimere un importante cambio di rotta nell’ambito delle relazioni bilaterali con Minsk. Donald Trump era già entrato in contatto telefonicamente con il Presidente Lukashenko il 15 agosto, prima del vertice ad Anchorage con Putin. In questa occasione aveva definito Lukashenko “un Presidente molto rispettato“, spingendo già per la liberazione dei prigionieri. L’avvicinamento tra i due Paesi segna una svolta per la Bielorussia che, in questo modo, intravede la possibilità di uscire dall’isolamento diplomatico in cui si trova, utilizzando così un gesto umanitario come pedina di scambio. Rimane da chiarire cosa vogliono ottenere gli Stati Uniti dal disgelo politico con la Bielorussia: potrebbe essere un modo per indebolire la dipendenza di Minsk da Mosca, aprendo una breccia nella loro alleanza. 

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Fig. 2 – Svetlana Tikhanovskaya, leader dell’opposizione bielorussa in esilio, parla con i giornalisti della recente liberazione dei prigionieri politici, 11 settembre 2025

3. LA CONDIZIONE DEI PRIGIONIERI POLITICI IN BIELORUSSIA

Nonostante la recente liberazione dei 52 prigionieri, in Bielorussia rimangono attualmente in detenzione 1.176 cittadini per motivi politici. Svetlana Tikhanovskaya, moglie del blogger Sergej Tichanóvskij, arrestato mentre era in corsa da oppositore per le elezioni presidenziali del 2020 e rilasciato a giugno di quest’anno, ha sottolineato come la liberazione dei prigionieri politici ha riguardato solo il 4% di coloro che sono detenuti per motivazioni politiche e non segnala alcun reale cambio di rotta delle politiche repressive del Governo di Lukashenko. Svetlana Tikhanovskaya ha preso il posto del marito nella corsa alle presidenziali del 2020 e attualmente è la principale voce dell’opposizione contro il regime repressivo di Lukashenko, denunciando la costante violazione dei diritti civili perpetrata dal Governo bielorusso.

Chiara Battaglini

Photo by David_Peterson is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • Il regime repressivo di Lukashenko ha di recente liberato 52 prigionieri politici, a seguito di un accordo con gli Stati Uniti.
  • In cambio della scarcerazione dei prigionieri, Washington ha accettato di rimuovere le sanzioni imposte alla compagnia aerea statale bielorussa.

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Chiara Battaglini
Chiara Battaglini

Nata nel 2001 a Roma. Mi sono laureata in Scienze politiche e attualmente frequento il corso magistrale alla Sapienza di “Relazioni internazionali e istituzioni sovranazionali”. Mi appassiona comprendere e analizzare le intricate dinamiche geopolitiche e le vicende di politica internazionale, con particolare interesse per tutto ciò che rientra nel mondo post sovietico.

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