In 3 Sorsi – Sergio Moro, ex giudice della Lava Jato ed ex ministro del Governo Bolsonaro, ha ritirato la candidatura per la Presidenza della Repubblica. Pesa sulla sua scelta lo scarso consenso ottenuto nei sondaggi e le inchieste aperte dal TCU.
1. DA METEORA A STELLA CADENTE
Sergio Moro non scenderĂ in campo. Dopo essere stato per quattro mesi il precandidato alla Presidenza del Brasile per Podemos, piccolo partito di centrodestra, Moro ha mollato la spugna. Pesa sulla decisione dell’ex magistrato di Curitiba ed ex ministro della Giustizia del Governo Bolsonaro lo scarso consenso ottenuto nei sondaggi, i quali gli attribuiscono un peso politico variabile dal 6% al 9%. Nemmeno la candidatura per le file di Podemos di Deltan Dallagnol, ex Procuratore capo del pool anticorruzione, è riuscita a dare una sterzata alle intenzioni di voto dei cittadini brasiliani. La nuova avventura di Sergio Moro è quindi finita ancor prima dell’inizio della campagna elettorale. Dopo l’accusa di aver condannato Lula per impedirgli di partecipare alle elezioni del 2018 (favorendo indirettamente la vittoria di Bolsonaro), negli ultimi mesi a Moro è stato contestato di aver insabbiato le prove di una mazzetta che avrebbe intascato Alvaro Dias, fondatore di Podemos. Le ombre sul passato da giudice della Lava Jato sono passate al centro del dibattito politico rispetto al suo programma di governo.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Sergio Moro, ex giudice dell’inchiesta Lava Jato ed ex ministro della Giustizia, era candidato alla Presidenza del Brasile supportato dalla lista Podemos
2. LOTTA ALLA POVERTĂ€ E ALLA CORRUZIONE
“La verità , la scienza e la giustizia saranno le nostre uniche armi”, aveva detto Moro durante il suo primo discorso pubblico da precandidato alla Presidenza. Una delle proposte dell’ex giudice della Lava Jato riguarda la creazione di una Corte Nazionale Anticorruzione per passare al setaccio il bilancio pubblico ed eliminare gli sprechi. Uno dei primi tagli sarà effettuato sulle società statali, alcune delle quali generano più debiti che utili. In materia di giustizia l’ex giudice prevede di abrogare il foro privilegiato, che consente ai politici di essere giudicati solo dalla Corte Suprema, e di reintrodurre il carcere dopo la sentenza di secondo grado.
L’altra grande battaglia portata avanti dall’ex magistrato curitibano riguarda il programma di eradicazione della misera attraverso l’introduzione di una task force per studiare il fenomeno ed elaborare delle soluzioni. Da questo punto di vista il programma di Bolsa Familia, introdotto dal primo Governo Lula e che fornisce tutt’oggi un sussidio alle classi meno abbienti, sarà mantenuto e implementato. Moro promette anche di voler trasformare il Brasile in un punto di riferimento mondiale dell’economia verde, preservando la foresta Amazzonica e incentivando le energie rinnovabili. Un aspetto in assoluta controtendenza rispetto al Governo di Jair Bolsonaro.
In una recente intervista l’ex giudice ha chiarito il proprio punto di vista riguardo a numerosi temi sociali, come il mantenimento della legislazione sull’aborto (possibile solo in caso di pericolo di vita della madre), la contrarietà alla legalizzazione della cannabis (se non a scopo terapeutico) e l’importanza di abrogare il secondo mandato per il Presidente della Repubblica.
Fig. 2 – La candidatura di Moro alla Presidenza è stata duramente contestata sia da Lula che da Jair Bolsonaro, che nel 2018 lo aveva nominato Ministro della Giustizia
3. I MOTIVI DELLA RINUNCIA
Il motivo del ritiro di Moro dalla corsa al Planalto è riconducibile al suo passato. Considerato un giustiziere dagli elettori di Lula e un traditore da quelli di Bolsonaro, il bacino elettorale da cui avrebbe potuto attingere l’ex giudice della Lava Jato è abbastanza ridotto. Già a gennaio del 2022 UOL scrisse che se i sondaggi non fossero decollati Moro si sarebbe smarcato dalla strada per la Presidenza in vista di un seggio sicuro al Congresso. Hanno avuto poi un certo peso le inchieste aperte dal Tribunal de Contas da União, una delle quali sta appurando se il lavoro di consulenza svolto da Moro alla Alvarez & Marsal era in conflitto di interessi rispetto al suo precedente ruolo di giudice della Lava Jato. La stessa corte sta indagando anche sull’operato degli ex magistrati del pool di Curitiba, tra cui Deltan Dallagnol, per aver gonfiato i rimborsi spese degli hotel e dei mezzi di trasporto utilizzati durante il loro lavoro alla Procura.
Mattia Fossati
“Juiz-sergio-moro-reforma-cĂłdigo-penal-Foto -Lula-Marques- AgĂŞncia-PT-28” by PT – Partido dos Trabalhadores is licensed under CC BY