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Migrazioni e sicurezza interna: cosa prevedono le prossime politiche dell’Unione Europea

In 3 sorsi Le linee guida indicate da Ursula von der Leyen poco prima di essere confermata come Presidente della Commissione Europea non prevedono unicamente un Green Deal europeo e la protezione degli accordi di libero scambio. Esse racchiudono anche nuove politiche su migrazione e sicurezza interna per contrastare la radicalizzazione del terrorismo internazionale e il cyberterrorismo. L’agenda in questione è stata denominata Protecting our European way of life.

1. GLI ASPETTI FONDAMENTALI DI “PROTECTING OUR EUROPEAN WAY OF LIFE

Il documento sulle linee guida della Commissione Europea a guida von der Leyen, chiamato A Europe that strives for more, racchiude molti aspetti innovativi che segnano una svolta importante rispetto alla Commissione UE con a capo Jean-Claude Juncker. In primo luogo, vista l’importanza che ha assunto la questione climatica a livello internazionale, la nuova Commissione ha deciso di dedicare una parte importante delle sue risorse all’implementazione di un Green Deal per giungere alla neutralità di emissioni di CO2 entro il 2050. Oltre a ciò la nuova Commissione è decisa a ridare all’UE quel ruolo centrale che ricopriva in precedenza, rafforzando i meccanismi per il rispetto degli accordi di libero scambio e mettendo in atto un nuovo piano di investimenti diretti al continente africano, che da qualche tempo a questa parte si trova molto più vicino alla Cina di Xi Jinping. Ma non sono solo questi gli aspetti fondamentali delle nuove politiche della Commissione von der Leyen. C’è infatti un’intera sezione delle linee guida dedicata a migrazioni e sicurezza interna: quest’ultima è stata definita Protecting our European way of life, vale a dire come l’UE prevede di rendere più sicuri i propri cittadini a livello interno. Tra i punti fondamentali di questa agenda, oltra alla parte dedicata alle migrazioni e alla lotta al terrorismo, vi è la semplificazione della cooperazione giudiziaria fra Stati membri dell’UE, soprattutto per quel che concerne il trasferimento di prigionieri e lo scambio di informazioni utili per un processo in atto. Altro punto importante da segnalare, è l’intenzione della nuova Commissione di rafforzare i meccanismi per la protezione dello Stato di Diritto in tutti gli Stati membri dell’UE, affinché venga sempre rispettato. Per l’appunto c’è l’intenzione da parte della von der Leyen di fortificare il monitoraggio della Commissione sugli Stati membri, su base annuale, per accertarsi che lo Stato di Diritto non sia violato.

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Fig. 1 – Ursula von der Leyen al World Economic Forum di Davos

2. QUALI SONO LE POLITICHE PER MIGRAZIONI E LOTTA AL TERRORISMO

Protecting our European way of life è un’agenda che racchiude in sé quelle preoccupazioni, in seno ai cittadini europei, che si sono venute a formare con la radicalizzazione del terrorismo di matrice islamica in Europa, e i grandi flussi migratori dello scorso decennio. La percezione di maggiore insicurezza da parte dei cittadini dell’Unione ha portato al rafforzamento dei partiti populisti ed euroscettici, i quali hanno sfruttato questa situazione per ottenere sempre maggior consenso all’interno dei Paesi membri. La Commissione Europea 2019-2024 ha intenzione di riavvicinarsi ai suoi cittadini, e sono proprio le nuove politiche delineate in Protecting our European way of life la carta che la von der Leyen ha messo sul tavolo per far riacquistare fiducia nell’UE da parte dei suoi abitanti. In primo luogo l’agenda sulla questione migratoria mette in risalto due obiettivi: la riforma degli Accordi di Dublino sul ricollocamento dei migranti e il rinforzo di Frontex (l’Agenzia Europea della Guardia di Frontiera e Costiera) sia sui confini marittimi, sia su quelli terrestri. Per quel che concerne la riforma degli Accordi di Dublino, l’intento della Commissione è rivedere le norme sull’assegnazione dei migranti. L’idea è proprio quella di non far pesare il carico migratorio a tutti quei Paesi che geograficamente si trovano ad accogliere il maggior numero di migranti, Paesi membri come Spagna, Italia e Grecia. L’altra faccia della medaglia della questione migratoria si chiama Frontex: il proposito della nuova Commissione sarà aumentare il numero degli effettivi presenti, sia per mare sia per terra, per arrivare a circa 10mila unità. Queste ultime saranno operative per il 2024 e non per il 2027, come si era prefissata la Commissione a guida Juncker. L’altro punto saliente di Protecting our European way of life riguarda la sicurezza interna nell’ambito della lotta al terrorismo internazionale e al cyberterrorismo. Negli ultimi anni l’UE è stata oggetto di attacchi terroristici di matrice islamica, in particolare in Belgio e in Francia, i quali hanno provocato grande incertezza nei cittadini dell’Unione. La nuova Commissione, dunque, si prefiggerà l’obiettivo di rinforzare la figura del Procuratore Europeo, che dovrebbe cominciare i lavori a partire da fine del 2020, affinché possa avere più spazio di manovra per la lotta contro il terrorismo transnazionale e il cyberterrorismo. Ciò avverrebbe in stretta collaborazione con i Procuratori dei Paesi membri dell’Unione.

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Fig. 2 – Operatori dell’agenzia Frontex con dei migranti

3. UN’EUROPA PIÙ VICINA ALLE PREOCCUPAZIONI DEI SUOI CITTADINI

La questione delle sicurezza interna, per contrastare il terrorismo internazionale, e la riforma degli Accordi di Dublino sul ricollocamento dei migranti sono due punti strettamente interconnessi. I cittadini dei Paesi membri dell’area mediterranea, vale a dire quelli che normalmente ricevono il flusso maggiore di migranti, hanno perso fiducia nei confronti delle Istituzioni europee. Essi associano la ricezione di migranti provenienti dal Nord-Africa e dal Medioriente a una minaccia alla loro sicurezza per la possibile infiltrazione di cellule terroristiche di matrice islamica. A causa degli attentati e delle difficoltà riscontrate da alcuni Paesi membri nella gestione dei flussi migratori molti cittadini hanno espresso un grande dissenso nei confronti delle ultime politiche dell’Unione a riguardo. Dunque, quello che si evince da Protecting our European way of life è la volontà, da parte della nuova Commissione, di avvicinarsi maggiormente, più che alle necessità, alle paure dei cittadini europei. Questo è necessario se l’UE vuole riacquistare quella fiducia persa negli ultimi cinque anni e, quindi, evitare che partiti populisti ed euroscettici possano assumere sempre maggior rilevanza all’interno dei Paesi membri. È importante che l’Unione in primis sia compatta internamente, se ha intenzione di risultare forte in politica estera e tornare a essere un attore fondamentale negli equilibri geopolitici globali.

Antonino Galliani

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Antonino Galliani
Antonino Galliani

Sono nato a Palermo nel 1990. Mi sono laureato in Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Bologna, prima di trasferirmi in Messico, ha lavorato a Bruxelles per l’Ambasciata del Messico presso l’UE nell’area relazioni politiche. Vivo in Messico dal 2017, dove ha lavorato per la Camera di Commercio Italiana come Responsabile Area Internazionalizzazione e Progettazione fino al dicembre del 2018. Dal 2019 mi occupo della gestione dell’ufficio della CCIM di Querétaro per le aziende italiane della regione del Bajío.

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