In 3 sorsi – Quattordici gli Stati che voteranno oggi nel Super Tuesday, la giornata più importante per le primarie democratiche. Vediamo insieme perchè e in cosa consiste questa giornata.
1. SUPER TUESDAY?
Come ogni anno arriva il Super Tuesday, il giorno più importante per le primarie democratiche. In questa giornata, che nel 2020 cade oggi 3 marzo, votano quattordici Stati, incluso uno dei territori d’oltremare statunitensi che però non parteciperà all’elezione generale di novembre. Alabama, Arkansas, California, Colorado, Maine, Massachusetts, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Tennessee, Texas, Utah, Vermont e Virginia hanno aperto i seggi per le primarie questa mattina alle ore 7.00, al contrario delle isole Samoa Americane che avranno il proprio caucus. I seggi apriranno anche per tutti gli elettori democratici all’estero, che avranno tempo fino al 10 di marzo per consegnare la propria decisione.
Questa giornata è estremamente importante per il Partito Democratico perché in un giorno solo si assegnano ben 1.357 “state delegate equivalents” dei 3.979 totali presenti in tutto il Paese, quindi più di un terzo dei delegati democratici vengono assegnati ai propri candidati. Inoltre, dato il gran numero di stati partecipanti, il Super Tuesday viene considerato come la giornata in cui, in maniere ufficiosa, si capirà quale sarà il candidato vincitore.
Embed from Getty Images2. LE ORIGINI DEL SUPER TUESDAY
Sin dal 1800 ogni elezione, che sia presidenziale o per le primarie, si è sempre tenuta di martedì. Questa scelta deriva dal fatto che storicamente la popolazione statunitense era ritenuta una popolazione agraria e religiosa, dunque le elezioni non potevano tenersi di domenica dato che era una giornata dedicata alla preghiera; il mercoledì, venerdì e sabato erano invece le giornate in cui si teneva il mercato; e infine, visto che molti dovevano viaggiare per recarsi ai seggi, il lunedì e giovedì non potevano andare bene. Per questo motivo si è scelto il martedì come il giorno principale, anche se l’idea di più stati che votavano allo stesso momento non esisteva ancora.
Come riporta il New York Times, fu intorno al 1976 che per la prima volta si definì il Super Tuesday, quando nelle elezioni tenute quell’anno tre stati votarono contemporaneamente. Nonostante la tradizione del Super Tuesday continui fino ad oggi come la data più importante per le primarie democratiche, il giorno è spesso cambiato e ogni quattro anni il numero di stati partecipanti e delegati totali è aumentato.
Embed from Getty Images3. 2020
Come riporta The Washington Post, le elezioni tenutesi fino ad oggi non sono riusciti a fornire dei dati chiari per capire chi sarà il candidato vincitore. Bernie Sanders è riuscito a conquistare un gran numero di delegati, Pete Buttigieg ha inaspettatamente ricevuto un feedback positivo ma si è ritirato dalla corsa pochi giorni fa e recentemente Joe Biden ha vinto quasi il 50% dei voti in South Carolina prendendosi 35 delegati sui 54 disponibili nello stato.
Gli stati che votano in questo 2020, oltre ad essere più di una dozzina, sono estremamente diversificati. Il Massachusetts ha un elettorato democratico vastissimo, contrariamente al Texas e al Oklahoma riconosciuti come “red states” per eccellenza, mentre altri stati come la Virginia e il Colorado hanno un elettorato misto e sono conosciuti come “swing electorates”. Questo dimostra come questo Super Tuesday sia più speciale rispetto a quelli tenuti gli anni passati: vi è un elettorato vasto e diverso, derivante dall’aggiunta di nuovi stati che andranno al seggio e al numero totale di delegati in palio – il 30% di questi delegati assegnabili vengono tutti dallo Stato della California, entrato quest’anno nel Super Tuesday.
Nel weekend scorso, RealClearPolitics ha annunciato i possibili exit poll di questa giornata, mostrando come Biden e Sanders concorrono per la gran parte dei delegati. Mentre 270ToWin domenica 1 Marzo, ha preannunciato le percentuali totali, dichiarando che Sanders otterrà il 30%, Biden il 19%, Bloomberg (che è entrato in gara per la prima volta e ancora non si possono analizzare gli impatti di questa scelta) il 16%, Warren il 11%, e infine che Buttigieg e Klobuchar non supereranno il 10%. 270ToWin ha però preannunciato i suoi exit poll prima che Pete Buttigieg rinunciasse alla corsa elettorale domenica sera dinanzi le difficoltà avute in South Carolina sabato. Questa rinuncia varierà le percentuali calcolate sia perchè l’elettorato di Buttigieg dovrà decidere con chi schierarsi e sia perchè le primarie democratiche si sono velocemente trasformate in un tête-à-tête Sanders vs. Biden.
In conclusione, questi sondaggi sono sempre da interpretare come possibili scenari e non come definitivi, dato che, come si è visto sabato in South Carolina con Biden e domenica con il ritiro di Buttigieg, possono variare velocemente – in più considerando il gran numero di elettori che parteciperanno oggi ai seggi.
Giulia Anderson
Immagine “Democratic Donkey – Icon” by DonkeyHotey is licensed under CC BY