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India, il curioso caso di Arvind Kejriwal

L’India va al voto per rinnovare il proprio Parlamento. Tra i due partiti principali si sta facendo un candidato ‘sui generis’: è Arvind Kejrival, fautore di un partito paragonato al “Movimento 5 Stelle” per l’opposizione a corruzione e politica tradizionale.

AL VOTO – L’India si prepara alle elezioni parlamentari, i seggi elettorali, come ha fatto sapere la commissione elettorale, rimarranno aperti dal 7 aprile al 12 maggio così da permettere al popolo di eleggere i membri della Lok Sabha, cioè la Camera Bassa del Parlamento indiano. A contendersi la vittoria i due principali partiti nazionali il Congress Party, il partito della famiglia Gandhi guidati da Rahul Gandhi ed attualmente al potere, e il Bharatiya janata party (Bjp) che si trova all’opposizione, guidato dal discusso leader Narendra Modi. Il Bjp al momento è in vantaggio nei sondaggi. In questo scenario spicca la figura carismatica di Arvind Kejriwal, l’ex-chief minister della città-stato di New Delhi è l’indiscusso leader dell’Aam aadmi party (Aap, il Partito dell’Uomo Qualunque). In Italia l’Aap, ormai considerato terzo partito della nazione indiana, è stato paragonato al Movimento 5 stelle per alcune sue rivendicazioni. Le elezioni che si svolgeranno a fasi alterne dal 7 aprile al 12 maggio  sono considerate le più importanti nella storia dello Stato indiano.

CHI E’ ARVIND KEJRIWAL? – Classe 1968, Kejriwal è il primo di tre figli, educato al Campus School di Hisari si laurea in Ingegneria Meccanica presso I’India Institute of Technologies di Kharagpur. Sposato con Sunita, la coppia ha due figli. Kejriwal è vegetariano e praticante la religione buddista Vipassana. Il politico è molto seguito ed attivo sui social network, il suo profilo Twitter ha raggiunto un milione e mezzo di follower mentre la pagina Facebook ha più di quattro milioni e mezzo di seguaci. Arvind Kejriwal è balzato alle cronache quando il 28 dicembre del 2013 ha giurato da chief minister della città-stato di New Delhi, che oltre ad essere la capitale dell’India è anche tra le zone maggiormente popolate e quindi grande bacino di elettori e voti. Dopo solo quarantanove giorni di governo Kejriwal ha rassegnato le dimissioni, rompendo cosi’ le promesse di cambiamento radicali sostenute durante la campagna elettorale da lui e dai membri del suo movimento. Il leader dell’Aap ha deciso di lasciare l’incarico dopo il tentativo fallito di far approvare una legge anticorruzione dal parlamento della capitale. La legge disponeva l’introduzione all’interno della capitale di una figura indipendente dal potere della città-stato di New Delhi per indagare sui funzionari pubblici sospettati di corruzione. I sondaggi post-dimissioni dimostrano che il sostegno per Kejriwal nello stato di New Dehli è addirittura aumentato.

IL PARTITO DELL’UOMO QUALUNQUE – Nato come movimento alla fine del 2012, l’Aam aadmi party è ispirato da principi chiaramente anticorruzione. Oltre al già citato Arvind Kejriwal l’altra ispiratrice e fondatrice del movimento è Anna Hazare che, grazie alla propria tenacia, ha stravolto la tradizione politica bipartitica indiana. Narendra Modi del Bharatiya janata party (Bjp) è dato favorito dai sondaggi, nonostante ciò il Bjp potrebbe non riuscire ad ottenere il numero di seggi necessari per avere la maggioranza nel Lok Sabha, il numeri di seggi stimato necessari per governare è di 272. Per l’Aap si prospetta la possibilità levare uno spicchio di voti al Bjp costringendolo a formare una coalizione di governo. L’Aap ha quindi l’opportunità di andare al governo per la prima volta nella sua, anche se breve, storia. Un dato interessante e su cui si dovrà riflettere è che il partito di Kejriwal ha messo in campo 426 candidati rispetto ai 415 schierati dal Bjp e i 414 del Congress. Secondo il giornalista indiano Prem Shankar Jha l’interrogativo piu’ grande per Kejriwal sarà se riuscirà effettivamente a mobilitare gli “ultimi”.

I due candidati "istituzionali": Gandhi vs. Modi
I due candidati “istituzionali”: Gandhi vs. Modi

IL TERZO INCOMODO – Kejriwal ha mostrato pubblicamente di non temere i grandi partiti e soprattutto l’ingombrante figura di Modi, tant’è che il 25 marzo ha deciso annunciare la propria candidatura a Varanasi, nell’Uttar Pradesh. La decisione è stata tanto coraggiosa quanto strategica, nell’Uttar Pradesh si elegge il più alto numero di deputati (80). Nelle ultime quattro tornate elettorali il partito di Modi è riuscito ad avere la maggioranza nella regione ma il sostegno della vasta comunità musulmana di cui l’Aap gode potrebbe riservare sorprese. Modi, dal suo canto, non gode di molte simpatie nel mondo musulmano, è accusato di non aver fermato la spirale di violenze scoppiate tra indù e musulmani subito dopo la sua elezione nello stato di Gujarat, dove governa dal 2002. Gli scontri hanno causato la morte di più di mille persone, quasi tutti musulmani. Questo potrebbe costare al Bjp i voti della comunità islamica. Qualsiasi sia il risultato le elezioni del 2014 saranno decisamente un punto di svolta nella situazione economica, politica e sociale dell’India che, all’inizio degli anni 2000, è stata protagonista di una forte crescita economica ma anche di molti problemi come, per esempio, l’inflazione raddoppiata dal 2011 al 2012 che ha favorito un certo dissenso, distacco e diffidenza della popolazione dalla classe politica, dovuta soprattutto al diffuso sistema basato sulla corruzione. Vedremo se questo clima potrà favorire l’ascesa politica di Kejriwal, il terzo incomodo in queste fondamentali elezioni.

Antonio Mazza

 

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Antonio Mazza
Antonio Mazza

Nato a Cosenza nel 1992. Ha frequentato l’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Milano dove ha conseguito una laurea in Relazioni Internazionali e un Master in International Business. Appassionato di Geopolitica, NBA e calcio. Cuore milanista e simpatizzante per i Denver Nuggets. Negli anni ha vissuto tra Milano, Barcellona e Singapore. Al momento e’ di base a Jakarta dove lavora per una Business Association italiana. Adora viaggiare, mettersi alla prova ed è sempre alla ricerca di nuove sfide, perciò: “Where there is a will, there is a way “.

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