Il Giro del Mondo in 30 Caffè – Il 2016 è un anno importante per il comparto industriale della difesa. E’ un anno decisivo per alcuni dei principali programmi di armamento, spesso concepiti per specifiche dottrine operative, a loro volta derivate dagli scenari geopolitici attesi nei prossimi decenni. E’ quindi possibile capire di piĂą su ambizioni e politiche degli attori principali sulla scena internazionale tenendo presenti, tra le altre cose, anche tali programmi
USA VS. RUSSIA – Gli eventi recenti sembrano aver portato di nuovo in rotta di collisione Washington e Mosca, come ai tempi della Guerra Fredda. I principali programmi di armamento dei due Paesi dicono però che essi non si stanno preparando a combattere tra di loro, ma per tipi di conflitto completamente diverso, in contesti geopolitici in parte non sovrapponibili. Certo, il recente ruolo della Russia in Medio Oriente e le rinnovate tensioni in Europa orientale propongono scenari abbastanza classici, ma la pianificazione industriale rivela percezioni del futuro ambiente operativo quasi incompatibili con uno scontro frontale. I due programmi da tenere sotto osservazione, è quasi scontato, sono quindi l’F-35 e il progetto Armata. Al di là delle polemiche, l’F-35 è il più grande programma aeronautico di tutti i tempi per dimensione ed ambizioni. Gli Stati Uniti hanno riversato grandi aspettative sul programma F-35, di fatto la punta di diamante del loro concetto di guerra networkcentrica nella quale l’informazione vince sulle prestazioni crude dei sistemi d’arma. Numerosi i dubbi che l’F-35 possa davvero assumere il ruolo di “arma totale”, ma sicuramente è un programma che allo stato attuale, costi quel che costi, Washington non può più cancellare. Seguirne le vicende nel 2016, sia statunitensi che degli alleati che lo hanno scelto, rappresenta un buon termometro dell’agenda politico-militare internazionale dei prossimi anni. Analogamente, il programma Russo Armata per una famiglia omogenea di mezzi corazzati pesanti (MBT, IFV, APC, veicoli speciali) si pone come pietra miliare del processo di professionalizzazione delle forze armate di Mosca e del loro ammodernamento tecnologico, da tempo fermo o lento. In queste settimane in Russia si discute dell’effettiva sostenibilità economica del programma; inoltre alcune specifiche tecniche sembrano non convincere della bontà dei progetti dal punto di vista operativo. Tuttavia dimensioni, complessità e ambizione tecnologica lo rendono un programma da seguire con attenzione sia in coordinato con la politica estera e di difesa russa che nel panorama complessivo dell’industria di settore. Il programma Armata è destinato a riequipaggiare almeno le quattro divisioni corazzate di cui Mosca dispone.
Fig.1 – Il carro T-14 Armata mostrato in parata il 4 maggio a Mosca
LO SPAZIO – I tentativi della Cina di abbattere satelliti hanno riaperto il confronto militare per quanto riguarda lo spazio. Lo sviluppo del missile Dong Ning-2 (DN-2) è uno dei principali programmi da seguire, per quanto possibile vista la limitata quantità di informazioni disponibile. La Cina ha effettuato tre test di lancio verso tutte e quattro le fasce orbitali terrestri (bassa, media, geostazionaria e alta), di cui uno proprio nel 2015. Considerata la grande dipendenza degli Stati Uniti e dei suoi alleati dai satelliti, la minaccia è di prim’ordine e la difesa da approntare per nulla semplice – da seguire anche gli sviluppi del Ground-Based Midcourse Defense (GMD). Washington è il primo utilizzatore dello spazio per quantità di satelliti, i quali forniscono una vasta gamma di servizi e informazioni (civili e militari) ormai irrinunciabili. Tuttavia questa superiorità si ritorce contro gli Stati Uniti in questo caso. Sono pochi i Paesi che hanno necessità di lavorare ad una cornice giuridica internazionale per regolamentare l’uso di armi anti-satellite e sancire la validità di un atto ostile di quel genere come aggressione secondo diritto internazionale. In breve, il concetto stesso di spazio geopolitico si amplia ulteriormente e rafforza con il capitolo spazio la propria multidimensionalità . Seguire gli sviluppi del programma cinese e le contromosse statunitensi e degli altri attori protagonisti nello spazio è una partita che nel 2016 si prospetta avvincente.
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Fig.2 – Un vettore Shenzhou-10 si stacca dalla rampa di lancio. La Cina è ormai protagonista delle politiche spaziali internazionali, mettendo in apprensione gli Stati Uniti con i suoi programmi missilistici anti-satellite
MARI CALDI – Il Mar Cinese meridionale è diventato ormai famoso per via della gran quantitĂ di dispute (11 dispute tra 7 Paesi) che hanno portato ad una situazione molto tesa, per cui di grande interesse dal punto di vista geopolitico. Ovviamente il confronto navale la fa da padrone e le ambizioni cinesi nelle cosiddette “blue water” (mare aperto) hanno stimolato la corsa agli armamenti navali. I programmi notevoli abbondano, ma due in particolare meritano attenzione nel 2016: le portaelicotteri giapponesi classe Izumo e il programma sudcoreano per due portaerei leggere, probabilmente un’evoluzione delle LHD classe Dokdo. Questi due programmi sono particolarmente importanti perchĂ© non rappresentano la mera evoluzione degli strumenti militari di Giappone e Corea del Sud. Esse sono espressione di una nuova pianificazione strategica frutto di importanti cambi di rotta delle rispettive politiche estere e le conseguenti ricadute interne ed internazionali. Il ritorno alla proiezione di potenza del Giappone, in particolare, è un rivolgimento politico-militare da studiare con attenzione. Tokyo ha le carte in regola per diventare uno dei principali “security broker” della regione e la continuitĂ politica (o meno) di questo disegno potrĂ fare la differenza nel futuro dell’area Asia-Pacifico.
Marco Giulio Barone
Fig.3 – La portaeromobili giapponese Izumo in navigazione
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in piĂą
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Foto: Forsvarsdepartementet