Il recente avvenimento ci induce a riflettere sul nuovo rapporto tra democrazia e tecnologia, incrociando il momento con l’impegno civile per fornire una nuova chiave di lettura di questo particolare periodo di forti turbolenze politico-economiche. WhatsApp nuovo termometro del sentimento popolare?
TRE GIORNI SENZA WHATSAPP – In Brasile, nella guerra delle app di messaggistica istantanea, l’ultima vittima – paradossalmente – risulta essere proprio quella più celebre, ovvero WhatsApp, dopo che circa 100 milioni di brasiliani sono rimasti senza possibilità di accesso per ben 72 ore. Gli utenti sono dunque corsi immediatamente ai ripari cercando di registrarsi in massa a Telegram, la principale app antagonista del colosso nelle mani di Zuckerberg, che conta dal 2 febbraio dell’anno corrente più di un miliardo di utenti attivi nel mondo.
Fig. 1 – Anche in Brasile la gente non può fare a meno degli smartphone
Il tutto è avvenuto a seguito della decisione del giudice Marcel Maia Montalvão del tribunale di Lagarto (nello Stato di Sergipe, nord-est del Brasile), motivata dalla mancata collaborazione con la polizia da parte della famosa applicazione, parte del gruppo Facebook inc. L’ordine di oscurare l’applicazione è stato indirizzato ai cinque principali operatori telefonici del Paese sudamericano.
Non è la prima volta che Telegram ringrazia le decisioni prese dalla giustizia brasiliana, visto che già a dicembre dello scorso anno WhatsApp era stato spento sempre per le stesse motivazioni – ma in quella occasione a decidere fu un giudice di San Paolo.
DEMOCRAZIA E RICATTI DIGITALI – Come riporta il quotidiano brasiliano Folha de S.Paulo, si sta assistendo ad un vero e proprio duello che vede schierati da una parte le autorità pubbliche e dalla altra le aziende private legate alla tecnologia.
La libertà individuale dovrebbe passare in secondo piano per dare possibilità alle forze dell’ordine di avere libero accesso ai dati custoditi dalla famosa applicazione. Le azioni portate avanti con forza dalla magistratura vanno in questa direzione, e a pagarne le spese sono i milioni di iscritti.
Sembra quasi di assistere ad uno scontro tra democrazia e tecnologia, in cui l’impeachment, la situazione economica fanno solo da sfondo. L’oscuramento dell’applicazione è stato vissuto come uno sgarbo soprattutto alle classi popolari. In passato lo stesso CEO di Facebook si era pronunciato al riguardo, dando dimostrazione, attraverso un comunicato, della propria delusione nei confronti del blackout deciso dalle autorità brasiliane. La vicenda richiama alla mente ciò che è successo tra FBI ed Apple circa la decrittazione dell’Iphone del killer di San Bernardino, un altro braccio di ferro tra industria della tecnologia e operato delle forze dell’ordine e della magistratura.
Fig. 2 – Una manifestazione in Brasile: la società civile sta acquisendo sempre più forza e consapevolezza
DICOTOMIA DEMOCRAZIA – TECNOLOGIA – L’effetto riconosciuto ai nuovi mezzi di comunicazione, ovvero l’incoraggiare gli utenti a prendere una posizione in risposta a degli avvenimenti puntuali, produce un interessante spunto di riflessione; possiamo interpretare le nuove tecnologie come un vero e proprio termometro del sentimento popolare?
Mentre le imprese di telecomunicazione brasiliane minacciano di imporre dei limiti nel consumo dei dati, cresce nel frattempo la mobilitazione online, e sono apparsi nella rete più di ventimila video su Youtube che riportavano l’hashtag #InternetJusta.
Sembra in questo senso palese l’incapacità delle istituzioni democratiche di reggere il passo con le innovazioni offerte da Internet. Le istituzioni devono aggiornarsi con l’attuale era digitale, il rischio è quello di aumentare l’enorme gap già esistente. Al tempo stesso gli individui sono esposti a una miriade di pericoli; il filosofo e sociologo Zygmunt Bauman descrive come l’abbondanza delle informazioni rischi letteralmente di farci affogare, parlando di vere e proprie «autostrade dell’informazione», evidenziando con avveniristico tempismo le attuali problematiche che attanagliano i villaggi virtuali rappresentati dai nuovi social.
Esiste naturalmente il rischio rappresentato dalle ondate di informazioni di basso livello indirizzate ad un pubblico più debole e facilmente condizionabile, con il serio rischio di influenzarne le percezioni.
LE OPPOSIZIONI – Come viene riportato su Il Post, il blocco sarebbe stato incentivato proprio dall’opposizione con l’intento di ostacolare l’ascesa delle nuove applicazioni che di fatto gravano fortemente sulle entrate delle società di telecomunicazione. I servizi di messaggistica istantanea, in un Paese che vive oramai una crisi economica persistente, risultano essere estremamente popolari dato il loro basso costo.
Fig.3 L’ex presidente della Camera Eduardo Cunha
Le varie chiusure giustificate dalla necessità di una maggiore sicurezza, legata alla lotta alla criminalità, in realtà sarebbero mosse a difesa dei mercati colpiti dalle recenti innovazioni tecnologiche. Dietro tutto ciò si sarebbe velato il nome di Eduardo Cunha, ex presidente della Camera e personaggio precedentemente collegato alle compagnie di telecomunicazione, acerrimo nemico di Dilma Rousseff avendo più volte guidato con vigore la procedura di impeachment.
BRASILE IN UNA PROFONDA CRISI – Tutto ciò avviene mentre l’instabilità causata da una situazione politico-istituzionale destabilizza l’intero Paese a pochi mesi dall’avvio dei giochi olimpici di Rio de Janeiro. Nella più estesa nazione del continente sudamericano, rinomata in tutto il mondo per le sue bellezze naturali e diversità, che si proiettano attraverso un complesso mosaico culturale, dobbiamo purtroppo evidenziare le recenti crisi legate alla epidemia della zika, allo scandalo Petrobras, ovvero la più grande azienda petrolifera pubblica del Paese, dopo che il marciume della corruzione era venuto a galla negli scorsi mesi, ed infine, appunto il recente processo di impeachment mosso nei confronti dello stesso capo di stato.
ROUSSEFF, SI DICHIARA VITTIMA INNOCENTE – La risposta affermativa arrivata dalla Camera per l’impeachment nei confronti di Dilma Rousseff conferma lo stato di agitazione del paese. La Presidente, attraverso una intervista data alla BBC lo scorso 5 maggio promette che continuerà a lottare. “Resistere, resistere, resistere!” Queste sono state le parole della Rousseff ripetute durante l’esclusiva al più grande e autorevole editore radiotelevisivo del Regno Unito. Vediamo cosa succederà con la votazione al Senato tra poco più di 36 ore.
Damiano Greco
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in più
Analizzando i dati riportati dal sito Quartz possiamo evidenziare come WhatsApp detenga ancora il trono di app regina in Brasile, le seguono in ordine Messenger (sempre parte del gigante americano) e appunto Telegram. [/box]
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