Ancora una testimonianza, stavolta da parte di una ragazza aquilana che ci racconta le difficoltà del mondo universitario. Continua l’informazione sull’Aquila e gli avvenimenti post-terremoto. Che quasi tutti non sanno
A cura di Stefano Torelli
L’AQUILA CITTA’ UNIVERSITARIA – L’Aquila città devastata dal sisma del 6 aprile, l’Aquila palcoscenico del G8 dello scorso luglio, L’Aquila delle tendopoli, della Protezione Civile e del piano C.A.S.E.… insomma l’Aquila, seguita da perifrasi che fotografano segmenti di realtà, occupa da 6 mesi le pagine dei quotidiani nazionali. E sia, ma tra i tanti titoli, alla riapertura dell‘anno accademico, ci sembra doveroso porre l’accento sul seguente: L’ Aquila città universitaria. Il sito internet del Miur (Ministero dell’ Istruzione, dell’ Università e della Ricerca) nella sezione anagrafe nazionale studenti, snocciola dati riguardanti il numero di iscritti nelle facoltà del polo universitario aquilano, relativi all’anno accademico 2008-2009: 9.612 studenti, tra cui 5.441 residenti a L’Aquila e 4.171 provenienti da altre città. L’ Aquila con il 13 % di studenti e con un’offerta formativa composta da 9 Facoltà (Biotecnologie, Economia, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia, Scienze della Formazione, Psicologia, e Scienze motorie) merita a pieno titolo l’epiteto di città universitaria.
LA SPECULAZIONE SUGLI AFFITTI – Il problema degli alloggi si applica senza alcuna reticenza anche alla categoria sociale degli studenti. Nei primi giorni di ottobre il Rettore di Ateneo Ferdinando Di Orio ha lanciato un allarme fermo ed incontestabile: servono 8.000 posti letto. Le autorità di competenza, ovvero la Regione e l’ Adsu (Associazione del Diritto allo Studio Universitario) non hanno preso provvedimenti rivolti ad una risoluzione del problema, i soli 212 posti disponibili sono stati ottenuti dallo stesso ateneo nella sede della Reiss Romoli,un tempo scuola superiore di telecomunicazioni. Le prospettive future si snodano nell’incertezza: sono caduti nell’oblio i mille posti pubblici promessi, la nuova casa dello studente (la vecchia è crollata mietendo 11 vittime e diventando il simbolo della mala-costruzione cittadina) ad opera della società di Infrastrutture Lombarde Spa vedrà speranzosamente la luce nel mese di novembre (mantenendo però un problema di gestione) mentre i lavori negli edifici dell’ex San Salvatore (struttura un tempo adibita ad ospedale) sono bloccati a causa di una ditta che non paga i contributi. La proposta di Di Orio è quella di utilizzare il fondo di 16 miliardi di euro bloccato al CIPE ( Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) e destinato alla nuova casa dello studente. Anche il Comune ha predisposto un piano da presentare alla Protezione Civile: 300 M.A.P. di 70 m quadrati da costruire in aree determinate, 1.000 moduli removibili e l’apertura di due residenze. Le istituzioni, Protezione Civile inclusa, indicano la non verosimile opzione del pendolarismo, paventando l’assenza di soluzioni alternative. Lo studente che abbia l’audacia di fare da sé si troverà davanti ad affitti triplicati, senza considerare gli scandalosi tunnel degli affitti all’asta per cui i proprietari assegnano le abitazioni a chi “offre di più”. I siti internet delle Facoltà ospitano nelle bacheche on-line annunci immobiliari per i quali l’università fa da garante, nella misura in cui la pubblica decenza dovrebbe impedire di usare un tale tramite per offrire appartamenti a peso d’oro.
ONLY THE BRAVE – Ma ciò che colpisce navigando nel sito internet dell’ università di L’ Aquila ( www.univaq.it ) è ben altro: nella home page, su sfondo grigio in degradé si staglia una scritta rosso carminio che recita: only the brave. Saranno solo i coraggiosi che beneficeranno di ciò che ci viene spiegato immediatamente in basso : “Se hai grinta e sei determinato, investiremo su di te e finanzieremo i tuoi studi. Scegli tra le 9 Facoltà ed i 78 Corsi di Laurea, avrai l’esonero totale dalle tasse universitarie . Perché, per affrontare la vita, l’istruzione non basta: ci vuole carattere. E noi premiamo chi ce l’ha.” Solo i coraggiosi potranno dunque beneficiare dell’esonero dal pagamento delle tasse universitarie. In questo particolare caso i coraggiosi saranno coloro i quali si immatricoleranno all’ anno accademico 2009-2010 oppure rinnoveranno l’iscrizione agli anni successivi o, ancora, si trasferiranno da altri atenei o infine si iscriveranno per conseguire il titolo di seconda laurea. In questo particolare caso i coraggiosi sono coloro i quali non temono le case distrutte e ciò che lo ha provocato. Per i suddetti coraggiosi restano comunque le spese della tassa regionale di € 77.47 e l’ imposta di bollo di € 14.62 per un totale di 92.09 euro da pagare in un'unica rata. Soprassedendo le diatribe sulla strategia tenuta dal Magnifico Rettore alcune riflessioni si generano spontanee.
QUALE RINASCITA SOCIALE? – La popolazione aquilana, con il sisma del 6 aprile ha perso beni materiali e beni spirituali. Per questi ultimi ognuno ha trovato o troverà la propria soluzione, intima e personale, ma per i secondi si necessita, da parte delle istituzioni competenti, di azioni concertate. Indubbiamente per gli studenti di L‘Aquila l‘esenzione delle tasse universitarie genera innegabili vantaggi, data la precaria situazione economica –tra le altre- in cui si trova il capoluogo abruzzese. Nel momento in cui gli studenti confermano la loro iscrizione ad anni successivi al primo ed altri arrivano per un’immatricolazione o per il conseguimento di una seconda laurea, e mentre l’anno accademico è garantito nella “normalità” sotto il profilo della didattica, è la mancanza di strutture atte ad accoglierli che genera un corto-circuito strategico. Le previsioni dettate dalla logica non tardano ad arrivare: studenti costretti al pendolarismo o alla mobilità, un’illusoria soluzione che oltre ad abbassare la qualità dell’istruzione, non converge in alcun modo verso quel processo primario, urgente e necessario alla sopravvivenza di L’ Aquila, che è la ri-creazione di un tessuto urbano e sociale coeso. Se la città riparte dai propri cittadini deve farlo occupandosi di tutti i ceti sociali che la componevano originariamente, e gli studenti con il loro 13 % vi rientrano a pieno merito. L’esigenza di provvedimenti concertati che si traducano in piani d’azione intelligenti ed efficaci è legittima perché necessaria.
Eleonora Marzi 9 ottobre 2009 [email protected]
Foto: in alto, le macerie della casa dello studente
In basso: lo stemma dell'Università dell'Aquila