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No, il Sottosegretario con delega allo Spazio non è casta

AstroCaffèCercando notizie sulla figura del Sottosegretario con delega allo spazio ci siamo imbattuti in un articolo uscito su Libero il 28 aprile 2017. Dopo averlo letto non abbiamo potuto non scrivere un editoriale

ORMAI TUTTO È CASTA

Il titolo dell’articolo così cita: Casta, arriva il Sottosegretario allo Spazio: la poltrona più ridicola di tutta” (sì, “tutta”, non è stato mai corretto). Come da anni ormai, tutto il dibattito politico e non in Italia ruota attorno al concetto di casta, l’onnipresente nemico da abbattere. La sua presenza è talmente “accecante” da impedire di vedere le cose come sono in realtà.

All’epoca dell’articolo la legge sulla riorganizzazione della gestione del settore spaziale italiano era ancora nelle fasi del processo di approvazione parlamentare. Il focus avrebbe potuto essere una valutazione della bontà di questa nuova norma, sui vantaggi o gli svantaggi per le aziende aerospaziali italiane nonché per i programmi futuri e in corso. Invece ci si è preoccupati di un’eventuale nuova “poltrona”. La legge è stata poi approvata. In sintesi, essa prevede uno spostamento del baricentro della politica spaziale in favore della Presidenza del Consiglio con compiti di indirizzo e coordinamento. In più è istituita una cabina di regia interministeriale di tutti i dicasteri coinvolti nel settore spaziale. Il Presidente del Consiglio ha poi il compito di conferire a uno dei Sottosegretari l’apposita delega. Esatto: non è prevista la nomina di un Sottosegretario apposito, ma solo l’aumento dei compiti di uno di quelli esistenti. Per la cronaca, il Governo Gentiloni avrebbe dovuto effettuare questa procedura entro l’11 marzo scorso, ma ad oggi ancora non si hanno notizie.

La legge dell’11 gennaio 2018 n°7 non è perfetta, secondo chi scrive avrebbe potuto essere più ambiziosa e puntare dritto a una piena competenza della Presidenza del Consiglio per quanto riguarda le attività spaziali italiane. Oltre a portare una semplificazione nella “catena di comando”, una mossa simile avrebbe anche il valore simbolico di conferire allo spazio un posto di primo piano nella politica italiana.

È un vero peccato che sia tutto ridotto alla ormai onnipresente battaglia “contro la casta”.

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Fig. 1 -Lancio del vettore Vega

I BENEFICI DEL SETTORE SPAZIALE

Sminuire l’importanza del settore spaziale non fa bene ad alcun Paese, compresa l’Italia. Prima di tutto, diminuire fondi e commesse governative metterebbe a rischio migliaia di posti di lavoro in aziende che oramai sono tra le migliori d’Europa (se non a livello planetario) nel loro campo, come i consorzi Telespazio e Thales Alenia Space o Avio. Solo per citarne alcune ovviamente.

Inoltre, andrebbe ricordato più spesso quanto i servizi spaziali siano importantissimi, anche nella nostra vita quotidiana. Si pensi alle previsioni meteorologiche, al GPS (che regola anche le transazioni finanziarie), alle telecomunicazioni (vi piacerebbe se spegnessero i satelliti appositi durante la finale dei mondiali di calcio o della Champions League?) e molto altro. Le piattaforme per l’osservazione della Terra hanno numerose applicazioni nel campo della sicurezza, della gestione delle emergenze e dei disastri (naturali e non) della protezione ambientale e nel migliorare la produzione agricola.

L’elenco non si fermerebbe qui, e non comprende tutte le applicazioni militari. Oltretutto, la ricerca spaziale ha ricadute enormi in campo tecnologico. Per chi fosse curioso, ecco un sito della NASA dove farsi un’idea. Ma forse è tutto a vantaggio della casta. No?

Emiliano Battisti

Immagine di copertina: NASA

 

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Emiliano Battisti
Emiliano Battisti

Consulente per la comunicazione per un’azienda spaziale e Project Officer and Communications per OSDIFE, sono Segretario Generale e Direttore della comunicazione dell’APS Il Caffè Geopolitico e Coordinatore dei desk Nord America e Spazio. Ho pubblicato il libro “Storie Spaziali”.

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