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Non le tangenti, ma altro determinò quel 2011 in Libia

RistrettoMolte delle ricostruzioni del 2011 a partire dall’inchiesta recente su Sarkozy soffrono di un problema: i giornalisti hanno la memoria corta e/o non sono mai stati al corrente di tutti i fatti

Sarkozy non ha lanciato l’attacco per quelle tangenti. Per lo meno, non è quello il motivo principale. In quel periodo, Paesi come Libia e Venezuela, a causa degli alti proventi del petrolio (si era in periodo di prezzi alti), decisero di rivedere gran parte dei contratti petroliferi ed energetici in genere con le grandi compagnie internazionali che garantivano a queste ultime forti proventi ma non altrettanti ai Paesi dove operavano. In quel momento i governi di quei Paesi si ritenevano sufficientemente forti da poterlo imporre. In breve, e senza entrare nei dettagli caso per caso, venne posto una sorta di ultimatum: accettate nuove condizioni contrattuali, oppure siete fuori – e per “fuori” si intendeva la nazionalizzazione dei giacimenti e la cacciata delle stesse compagnie. In genere le compagnie USA, inglesi e francesi risposero “NO” e ne subirono le conseguenze. L’Eni fece una scelta diversa: disse “SI, ma a condizione di poter ottenere contratti piĂą lunghi”. La scelta era intelligente: accettava di guadagnare meno nel breve termine riducendo i propri proventi e aumentando quelli per lo Stato ospite ma al tempo stesso otteneva licenze e contratti piĂą lunghi che avrebbero permesso un guadagno piĂą duraturo. Inoltre ci si poneva come partner privilegiato, che ovviamente avrebbe goduto di altri vantaggi. Questa situazione ovviamente non andava bene agli altri. Ora la Libia era giĂ  in preda a problematiche sociali, demografiche ed economiche che stavano portando allo scoppiare della rivolta (la sua origine infatti NON è esterna, al massimo le pressioni francesi l’hanno fatta scoppiare prima del previsto) e l’intervento è partito solo quando Gheddafi si avvicinava ad attaccare Benghazi, roccaforte ribelle, ma è vero che la Francia lo ha favorito e ne voleva trarre i vantaggi – in primis sostituire gli investimenti italiani nel Paese con i propri. La Gran Bretagna si è accodata, un po’ tirata dalla giacca dalla Francia ma comunque altrettanto desiderosa di ristabilire i propri investimenti. Del resto quando scoppiò la questione dei contratti energetici, Gheddafi minaccio anche di creare una moneta alternativa per i paesi della Francafrique – difficile dire quanto tale proposta fosse reale, ma essa fu una conseguenza, e non una causa come alcuni suppongono, della crisi. Infine, le tangenti: non sono sufficienti a giustificare l’azione francese (cose simili accadono di frequente) ma forse indicano anche come, una volta sconfitto Gheddafi, la sua morte sia stata considerata utile a Parigi. Per altri dettagli, vi rimandiamo a un nostro articolo-riassunto di qualche tempo fa.

Lorenzo Nannetti

Foto di copertina di ssoosay Licenza: Attribution License

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Lorenzo Nannetti
Lorenzo Nannetti

Nato a Bologna nel 1979, appassionato di storia militare e wargames fin da bambino, scrivo di Medio Oriente, Migrazioni, NATO, Affari Militari e Sicurezza Energetica per il Caffè Geopolitico, dove sono Senior Analyst e Responsabile Scientifico, cercando di spiegare che non si tratta solo di giocare con i soldatini. E dire che mi interesso pure di risoluzione dei conflitti… Per questo ho collaborato per oltre 6 anni con Wikistrat, network di analisti internazionali impegnato a svolgere simulazioni di geopolitica e relazioni internazionali per governi esteri, nella speranza prima o poi imparino a gestire meglio quello che succede nel mondo. Ora lo faccio anche col Caffè dove, oltre ai miei articoli, curo attività di formazione, conferenze e workshop su questi stessi temi.

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