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Vajpayee, l’anti-Gandhi della politica indiana

Ristretto – Scomparso ieri a New Delhi, Atal Bihari Vajpayee è stato una figura politica chiave nella storia dell’India contemporanea.

Originario di Gwalior, militò sin da giovanissimo nelle fila del Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS) e si fece subito notare per le qualità oratorie e organizzative. Nel 1975 Vajpayee fu vittima insieme ad altri dirigenti dell’RSS dei provvedimenti “emergenziali” del Governo di Indira Gandhi, ma due anni dopo ritornò trionfalmente alla vita politica ricoprendo la carica di Ministro degli Esteri nell’esecutivo di Moraji Desai. Eletto Presidente del Bharatiya Janata Party (BJP) nel 1980, Vajpayee condusse una dura politica di opposizione al Partito del Congresso e guidò gradualmente il BJP a una spettacolare vittoria elettorale nel 1996, diventando Primo Ministro. Sotto la sua guida l’India compì i primi test nucleari dagli anni ’70, scatenando una pericolosa escalation con il vicino Pakistan e subendo le sanzioni di parte della comunità internazionale. Nonostante ciò, Vajpayee portò avanti il suo programma di potenziamento dell’arsenale nucleare indiano e la popolarità del suo atteggiamento intransigente verso il Pakistan lo portò a un nuovo successo elettorale nel 1999. Nazionalista convinto ma pragmatico, il Premier cercò quindi un’intesa con Islamabad e si concentrò su una serie di importanti riforme interne che contribuirono ad accelerare la crescita dell’economia indiana nei primi anni Duemila. I successi esteri e economici non bastarono però al BJP per vincere le elezioni del 2004: sconfitto dalla coppia Sonia Gandhi-Manmohan Singh, Vajpayee si ritirò dalla leadership del partito ma continuò a partecipare alla vita politica del Paese, ricevendo spesso attestati di stima per il suo impegno pubblico. Ma dal 2009 crescenti problemi di salute lo hanno gradualmente costretto all’inattività sino al triste epilogo di ieri. L’attuale Premier Narendra Modi ha definito la morte di Vajpayee una “perdita irreparabile” per l’India e messaggi di cordoglio sono giunti anche dal Pakistan.

Simone Pelizza

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Piemontese doc, mi sono laureato in Storia all’Università Cattolica di Milano e ho poi proseguito gli studi in Gran Bretagna. Dal 2014 faccio parte de Il Caffè Geopolitico dove mi occupo principalmente di Asia e Russia, aree al centro dei miei interessi da diversi anni.
Nel tempo libero leggo, bevo caffè (ovviamente) e faccio lunghe passeggiate. Sogno di andare in Giappone e spero di realizzare presto tale proposito. Nel frattempo ho avuto modo di conoscere e apprezzare la Cina, che ho visitato negli anni scorsi per lavoro.

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