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Il ritorno delle aquile

Gli ultimi dieci anni di storia nigeriana raccontano di un Paese che assume consapevolezza delle proprie risorse ma che fatica a trovare la propria via per crescere. Dal 1999, anno in cui viene approvata la Costituzione, si sono susseguiti momenti di grande violenza a importanti passi verso la costruzione di uno Stato di diritto. Ed il movimento sportivo e calcistico non è rimasto certo a guardare.

IL PAESE I motivi per cui la Nigeria guadagna la ribalta sui mezzi di informazione solitamente sono legati ai suoi grandi giacimenti petroliferi, dove anche le aziende italiane hanno grandi partecipazioni, agli scontri sanguinosi tra musulmani e cristiani ed al MEND, il gruppo armato che tanto terrorizza gli investitori stranieri. Oggi è invece di grande importanza raccontare come il Paese sia riuscito a venir fuori da una pericolosa impasse politica dovuta alla prolungata malattia e poi alla morte, ad inizio maggio, del Presidente Umaru Yar’Adua, usando gli strumenti istituzionali e preservando gli equilibri etnico-religiosi che rappresentano la chiave di volta per lo sviluppo del Paese. Oltre alla Costituzione ed alle leggi, la politica nigeriana sembra infatti rispettare una regola non scritta, secondo la quale la Presidenza e la Vice-Presidenza debbano alternarsi tra rappresentanti del sud cristiano e del nord musulmano. Durante i mesi di malattia di Yar’Adua, musulmano, il suo Vice Goodluck, cristiano, ha preso le redini del Paese; morto Yar’Adua la nomina di un nuovo vice Presidente musulmano ha così scongiurato la sicura esplosione di tensioni interne.

CAFFÈ IN PILLOLE

  • La Nigeria ha una popolazione di circa 150 milioni di persone, con quasi 200 gruppi etnici, 500 lingue locali, due religioni principali, Cristiana e Musulmana. Vigono sia leggi di tipo occidentale (common law anglosassone) che la Sharia islamica.

  • La sua principale risorsa economica è il petrolio, di cui è il 16° produttore mondiale; questo rappresenta oltre l'80% delle entrate del Paese ed i pozzi sono concentrati quasi totalmente nel delta del fiume Niger. Dopo le gravissime difficoltà di gestione degli anni passati, che hanno di fatto azzerato i benefici economici per la popolazione e creato tensioni ed iniquità, il Governo mira ad una riforma del settore (con il Petroleum Industry Bill), che consenta a Governo e società petrolifere di aumentare efficienza e capacità industriali, nonché di superare l’enorme scoglio legato alla corruzione legata all’industria petrolifera.

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LE AQUILE TORNANO A VOLARE?

I giocatori della Nazione di calcio sono soprannominati le Super Aquile, anche se in realtà negli ultimi anni hanno volato davvero basso. Quest’anno giocheranno il girone di qualificazione contro Grecia, Corea del Sud e Argentina, con la quale c’è un vero e proprio conto (sportivo) aperto. La squadra è al 20° posto nel ranking FIFA (terza squadra africana dopo Egitto e Cameroon) e si è guadagnata gli onori del calcio con l’ottimo Mondiale di USA 1994. Dopo un buon Mondiale 1998 il declino della prima squadra è stato però costante, fino alla clamorosa mancata qualificazione per Germania 2006. La formazione giovanile ha avuto invece ben altra gloria: eclatante vittoria alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996, battendo l’Argentina in finale, e poi di nuovo finalisti olimpici a Pechino 2008, stavolta battuti dagli stessi sud-americani.

Se dal punto di vista socio-economico e politico i Paesi africani rimangono in basso nelle classifiche mondiali, dal punto di vista sportivo invece diversi tra questi hanno conquistato posizioni importanti e la Nigeria è in questo gruppo.

GEOPALLONE L’impatto delle condizioni politiche sullo sport e sul calcio nigeriano è legato ad un evento di grande importanza simbolica: alla Nigeria venne infatti revocata l’assegnazione dei Campionati Mondiali di Calcio Giovanili del 1995, e venne anche promosso dai Paesi Occidentali un “boicottaggio dello sport” nigeriano per via della repressione nei confronti di attivisti politici ed in particolare per il caso dello scrittore Ken Saro-Wiwa (nella foto), schierato duramente contro le attività della compagnia petrolifera Shell in Nigeria. Lo scrittore ed altri otto attivisti vennero giustiziati per le loro attività e per questo, inoltre, l’Unione Europea impose sanzioni per circa tre anni ed il Commonwealth sospese il Paese per lo stesso periodo. L’allora Presidente FIFA Joao Havelange, che sosteneva il movimento calcistico africano, scatenò dure reazioni a livello internazionale per via di una sua visita ufficiale in Nigeria proprio nel 1995, vista come una legittimazione del regime nigeriano, nonostante le gravi accuse pendenti su di esso.

Ma questo non è l’unico caso in cui calcio e politica si sono sovrapposti, e proprio il Sud Africa di Mandela ne fu protagonista, in occasione della Coppa delle Nazioni Africane del 1996. In quell’occasione la Nazionale nigeriana, campione in carica, scelse di non prender parte alla competizione: decisione politica seguita ai duri scontri tra l’allora leader nigeriano, il Gen. Abacha, ed il Presidente sudafricano Mandela che lo criticava aspramente per le repressioni in corso e che promuoveva il boicottaggio del petrolio nigeriano.

Quest’anno, se Nigeria e Sud Africa supereranno i rispettivi gironi di qualificazione, potrebbero scontrarsi agli ottavi di finale: per fortuna le condizioni politiche sono molto cambiate, ed il primo Mondiale africano, nell’anno in cui si celebrano i 50 anni di indipendenza africana, potrà essere motivo di orgoglio sportivo.

Pietro Costanzo

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Pietro Costanzo

Co-fondatore del Caffè e membro del direttivo. Mi occupo di cooperazione internazionale nel settore della sicurezza e di fondi europei. Ogni opinione espressa è strettamente personale.

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