Ristretto – È morto “l’indigeno della buca”, l’ultimo membro di una tribù nel territorio di Tanaru, nello stato di Rondonia. Con la sua scomparsa, si documenta ufficialmente il primo genocidio di una tribù indigena attuale in Brasile.
Lo scorso 23 agosto è stato trovato il corpo esanime dell’uomo conosciuto come “l’indigeno della buca”, l’unico abitante delle foreste di Tanaru, nello stato di Rondonia in Brasile, al confine con la Bolivia. L’uomo, il cui appellativo era dovuto alle grandi fosse che scavava nel terreno, viveva isolato da circa 26 anni e si ritiene che sia deceduto per cause naturali. La notizia della sua morte è stata diffusa dalla Fundação Nacional do Índio (FUNAI), l’organizzazione governativa brasiliana a tutela delle popolazioni indigene, che monitorava le sue attività e i suoi spostamenti. Si pensa che la maggior parte dei membri della sua tribù sia stata uccisa a partire dagli anni Settanta da allevatori che volevano espandere i propri territori, mentre gli ultimi sei sono stati uccisi nel 1995. Il territorio indigeno di Tanaru, che si estende per circa 80 chilometri quadrati, è difatti circondato da allevamenti di bestiame ed è una delle zone con il più alto tasso di violenza del Brasile. Come ricordato dalla ONG Survival International, è una delle sette aree protette del Brasile in cui vivono in totale isolamento tribù indigene e in cui sono vietate attività di estrazione e disboscamento. Fiona Watson, direttrice del dipartimento Ricerca e Advocacy della ONG, ha visitato il territorio nel 2004 e, riferendosi all’uomo della buca ha dichiarato: “Lui simboleggiava sia la violenza che la crudeltà inflitta ai popoli indigeni in tutto il mondo in nome della colonizzazione e del profitto, ma anche la loro resistenza”. L’ultimo contatto, ripreso in video da FUNAI, risale al 2018 e da allora è stata rispettata la sua volontà di rimanere in isolamento. Con la scomparsa di quest’uomo si documenta ufficialmente il primo genocidio di una tribù indigena presente in questo Stato. Attualmente in Brasile esistono circa 240 tribù indigene ed è sempre più necessario preservarne l’esistenza, garantendo loro diritti territoriali e conseguente accesso alle risorse.
Camilla Marrangone
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