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Messico al bivio sulla riforma elettorale

Ristretto – Dopo una lunga serie di dibattiti e di accese proteste, il Messico si trova diviso in due riguardo al controverso progetto di riforma elettorale proposto dal Presidente Obrador. Attorno a questa questione sembrano già delinearsi i futuri schieramenti in vista delle prossime elezioni.

Pochi giorni fa, il Senato messicano ha approvato un disegno di legge alternativo riguardo alla riforma elettorale proposto dal Presidente Andrés Manuel López Obrador (AMLO), il cosiddetto “Piano B”. Nonostante le numerose modifiche al piano originale, gran parte dell’opposizione nutre ancora forti dubbi sulla nuova proposta del Governo. Il precedente progetto di legge prevedeva, tra le altre questioni, quella di sostituire l’Istituto Elettorale Nazionale (INE), l’organo indipendente incaricato di gestire le elezioni federali in Messico, con un organo più piccolo. Secondo la proposta, i cittadini avrebbero dovuto votare direttamente i consiglieri dell’INE. I candidati al Consiglio sono solitamente presentati dal Governo. Secondo AMLO, la misura sarebbe servita per rendere l’organo più efficiente. Tuttavia, la proposta ha scatenato massicce proteste nella popolazione. Lo scorso 14 novembre, in decine di città, migliaia di persone sono scese in piazza per denunciare il rischio di un accentramento del potere da parte del Presidente. In una sorta di botta e risposta, i sostenitori del Governo hanno organizzato una contro-marcia guidata dallo stesso AMLO. L’originaria riforma elettorale alla fine non ha raggiunto la maggioranza dei due terzi del Parlamento. Tuttavia, qualche ora dopo la votazione, il Presidente AMLO ha presentato il “Piano B”, un progetto più moderato che non modifica la Costituzione, ma ridefinisce i compiti amministrativi dell’INE. Il pacchetto di misure comprende anche il taglio degli stipendi dei consiglieri. In questo modo, secondo il partito del Presidente, si risparmierebbe circa 3.500 milioni di pesos all’anno. L’altro punto molto discusso riguarda quello di alleggerire le sanzioni contro i partiti politici e i funzionari pubblici. Il quadro politico in Messico sembra già estremamente polarizzato in vista delle prossime elezioni regionali del 2023 e quelle presidenziali del 2024. 

Valerio Caccavale

Andrés Manuel López Obrador, Presidente de México” by Eneas is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • Dopo il fallimento della prima proposta sulla riforma elettorale, il presidente Obrador ha presentato il “Piano B”, un pacchetto di misure che non modifica la Costituzione.
  • La questione sulla riforma elettorale ha scatenato molte proteste nella popolazione.

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Valerio Caccavale
Valerio Caccavale

Nato a Genova il 27 Novembre 2001. Frequenta la Facoltà di Scienze Politiche Internazionali di Genova. Tra un esame e l’altro scrive di politica e non solo. Ha collaborato con alcune testate giornalistiche sportive e di attualità. Segue e vive con passione le vicende internazionali con un occhio particolare per l’area dell’America Latina.

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