In 3 sorsi – Le elezioni slovacche del 30 settembre possono vedere trionfare un leader apertamente filorusso pregiudicando il sostegno europeo alla resistenza ucraina.
1. UN POSSIBILE E CLAMOROSO RITORNO
Il 30 settembre si terranno le elezioni parlamentari in Slovacchia. Il Paese arriva da un periodo caratterizzato da una complessa legislatura dove si sono succeduti tre Governi dalle precedenti elezioni del 2020. Ad oggi, l’esecutivo è guidato ad interim dall’economista ed ex vice della Banca Nazionale slovacca Ľudovít Ódor, nominato lo scorso 15 maggio dalla Presidente della Repubblica Slovacca Zuzana Čaputová a seguito della caduta del precedente governo provvisorio di Eduard Heger per le continue defezioni interne e l’incapacità di gestire la crisi inflazionistica generata dalla pandemia e dal conflitto russo-ucraino. In questo scenario di incertezza, i sondaggi di Politico danno in testa a sorpresa il partito attualmente in opposizione Smer (Direzione) del populista di sinistra Robert Fico, ex Primo Ministro caduto in disgrazia nel 2018 a seguito dell’omicidio del giornalista Jan Kučiak il quale stava indagando su frodi fiscali e connessioni con la ‘ndrangheta da parte di politici personalmente vicini al leader di Smer.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – La Presidente slovacca Čaputová
2. OMBRE RUSSE
Il conflitto ucraino rappresenta il principale nodo sul quale la campagna elettorale nazionale si sta sviluppando. Infatti, a dispetto del grande impegno di Bratislava a sostegno della resistenza ucraina, l’opinione pubblica slovacca è fortemente scettica sul sostegno alla causa. Infatti, stando alle rilevazioni dell’ultimo report del Globsec, solo il 40% degli intervistati reputano Mosca come responsabile del conflitto ucraino mentre quasi il 70% è contrario all’invio di armi a Kiev. Questa contraddizione non è solo frutto di un’affinità storica tra i due Paesi ma anche, come denunciato dalla Čaputová stessa, dalle persistenti campagne di disinformazione che minano la salute della democrazia slovacca. Il Cremlino sta approfittando della fragile situazione interna del Paese per diffondere fake news allo scopo di erodere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e di distanziare Bratislava dalla sfera euro-atlantica attraverso narrazioni come quelle che dipingono la Russia come vittima dell’imperialismo statunitense o la guerra russo-ucraina come difesa contro un’Ucraina da denazificare. Queste menzogne sono abbracciate e cavalcate dallo stesso Smer per fini elettorali come dimostrate dalle dichiarazioni sprezzanti di Fico contro Zelensky e la NATO o all’atto pratico con l’ostruzionismo in sede parlamentare contro l’invio di aiuti militari a Kiev.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Robert Fico si sta preparando ad un clamoroso rientro sulla scena politica slovacca
3. RIALLINEAMENTO?
Le elezioni rappresentano un crocevia fondamentale per la posizione di Bratislava dentro le istituzioni euro-atlantiche. Infatti, in caso di vittoria di Smer, Fico ha promesso di bloccare immediatamente gli aiuti militari destinati all’Ucraina. Ciò indebolirebbe il fianco orientale dell’Alleanza Atlantica in quanto la Slovacchia rappresenta un importante snodo logistico terrestre per i rifornimenti militari occidentali in Ucraina. Considerando elevata la probabilità di manipolazione delle elezioni da parte delle campagne di disinformazione della Russia, il 25 agosto scorso l’UE ha lanciato il Digital Services Act (DSA), una misura inedita che mira a prevenire la diffusione della disinformazione online. Le elezioni slovacche saranno il primo banco di prova del DSA. Comunque sia, il destino del Paese e del sostegno europeo alla causa ucraina passano proprio da quello che accadrà il 30 settembre.
Lorenzo Avesani
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