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La resilienza dell’economia USA e la politica monetaria della FED

In 3 sorsiGli ultimi dati dell’economia statunitense mostrano una notevole resilienza allo stress causato dall’inflazione e dagli elevati tassi di interesse adottati della FED.

1. GLI ULTIMI DATI RELATIVI ALL’INFLAZIONE

L’ultima rilevazione del dato relativo all’inflazione del mese di settembre ha evidenziato una crescita su base annua del 3,7%, in linea con quanto consuntivato nel mese precedente. Emerge tuttavia come il dato relativo all’aumento dei prezzi sia sostanzialmente in continua discesa, considerando che, appena dodici mesi prima, l’inflazione del mese di settembre 2022 segnava una crescita dell’8,2%, dopo aver toccato anche il picco del 9,1% nel mese di giugno 2022. Anche il tasso di inflazione core, ossia quello relativo all’andamento medio dei prezzi che viene calcolato senza tenere conto dei beni soggetti a forte volatilitĂ , quali a esempio i beni relativi all’energia e alimentari, è sceso al 4,1%, rispetto al 4,3% del mese precedente e al 6,6% dello stesso periodo dello scorso anno.

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Fig. 1 – Jerome Powell, Presidente della Federal Reserve dal 2018

2. MERCATO DEL LAVORO E PIL USA

Dati positivi emergono anche per quanto concerne occupazione e PIL statunitense. In particolare le ultime rilevazioni relative al mercato del lavoro inerenti al mese di ottobre 2023 evidenziano che il tasso di disoccupazione rimane pressoché stabile al 3,9%, sostanzialmente in linea con quanto rilevato nel mese precedente (pari al 3,8%) e supportato dalla creazione di 150mila nuovi posti di lavoro. La resilienza del mercato del lavoro resta uno degli indicatori fondamentali della FED nella decisione di effettuare eventuali ulteriori rialzi dei tassi al fine di riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%.
In termini di PIL, l’economia statunitense nel terzo trimestre è cresciuta al ritmo più veloce degli ultimi due anni: nel terzo trimestre 2023 il PIL degli USA è infatti aumentato a un tasso annuo del 4,9% rispetto al 2,1% annuo rilevato nel corso del secondo trimestre. Tale crescita è stata trainata dall’incremento della domanda di beni (4,8%) e servizi (3,6%), oltre che dalla spesa pubblica, aumentata del 4,6% sia per la Difesa federale che per quella non legata alla Difesa. Va comunque sottolineato che nel corso del 2023 i dati sul PIL statunitense hanno subito ampie revisioni e che sono stati gradualmente rivisti sempre al rialzo.

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Fig. 2 – La Direttrice del Consiglio Economico della Casa Bianca, Lael Brainard, illustra i dati sul PIL USA alla stampa

3. LE PAROLE DI POWELL

Nel contesto attuale la resilienza della crescita pone un problema alla Federal Reserve che ritiene invece necessario un periodo di crescita inferiore al trend per contrastare l’inflazione.
Durante il proprio intervento presso l’Economic Club di New York del 19 ottobre scorso, il Presidente della FED Jerome Powell ha infatti precisato come la crescita economica abbia costantemente sorpreso al rialzo nel corso del 2023 e che i dati suggeriscano che per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% potrebbe essere necessario un rallentamento nella crescita nonché un mercato del lavoro più debole.
In aggiunta Powell ha precisato che una continua crescita al di sopra del trend potrebbe giustificare un ulteriore inasprimento della politica monetaria e quindi ulteriori aumenti dei tassi di interesse che invece, nel corso delle ultime due riunioni, del 19-20 settembre e del 31 ottobre e 1° novembre scorsi, sono rimasti invariati al 5,5%, interrompendo così la serie di rialzi iniziati a marzo 2022.
In conclusione, i dati evidenziano come a fronte di un calo dell’inflazione e di un progressivo riequilibrio del mercato del lavoro non corrisponda un incremento della disoccupazione. I dati relativi alla crescita mostrano chiaramente che allo stato attuale l’economia statunitense non è in recessione: la prospettiva di alti tassi di interesse nel lungo periodo, tuttavia, lascia presagire l’eventualità di un rallentamento nella crescita, con la possibilità che l’economia statunitense entri in una fase di recessione che, date le condizioni attuali del sistema economico statunitense, potrebbe essere comunque breve e non significativa.

Emanuele Rufini

Immagine di copertina: “Did Someone Lose A $100?? 🙂” by Lisa Zins is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • L’inflazione USA è in frenata, ma la resilienza del mercato del lavoro e i tassi di crescita del PIL statunitense pongono degli interrogativi alla FED.
  • I dati recenti mostrano che allo stato attuale l’economia statunitense non è in recessione.
  • Gli alti tassi di interesse nel lungo periodo potrebbero presagire un rallentamento nella crescita o una recessione futura.

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Emanuele Rufini
Emanuele Rufini

Papà di quattro bimbi e manager di una multinazionale in Trentino, è revisore legale dei conti e dottore commercialista. Cultore dei Simpsons e di Tex Willer, patito di pallacanestro (pivot ancora in attività, head coach in DR2 e istruttore di minibasket), discreto lindy-hopper e amante della storia, della montagna e dell’arte presepiale.

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