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L’Ucraina bandisce le chiese legate a Mosca: l’altro fronte della guerra

Caffè Lungo – Il Presidente Zelensky ha firmato la legge sul divieto alle organizzazioni religiose che hanno legami con Mosca di operare nel Paese. Tali organizzazioni sono infatti accusate di essere portavoce della propaganda del Cremlino e uno strumento di influenza russa. La legge mira inoltre alla creazione di una Chiesa ortodossa ucraina unificata e indipendente.

IL BANDO DELLE CHIESE LEGATE A MOSCA DIVENTA LEGGE

Nella giornata di sabato 24 agosto, in concomitanza con le celebrazioni per il Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina, il Presidente Volodymyr Zelensky ha firmato la legge che permette di bandire le organizzazioni religiose del Paese che hanno legami con la Chiesa ortodossa russa (ROC). Già precedentemente approvato dalla Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, con 265 voti a favore e 29 contrari, il Capo di Stato ucraino ha definito il provvedimento “un passo in avanti verso la liberazione dai demoni di Mosca”. Benché non menzionata nella legge, l’obiettivo principale è la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca (UOC-MP), accusata di avere legami con la Chiesa russa. Mykyta Poturaiev, membro della Rada e tra i promotori del disegno di legge, ha dichiarato che il suo scopo è la messa al bando delle attività del Patriarcato di Mosca in Ucraina, ritenuto uno strumento di propaganda e influenza russa. L’approvazione della legge si inserisce nel più ampio contesto di allontanamento di Kyiv da Mosca, non solo sul piano politico, culturale e linguistico ma anche spirituale, e rispecchia la volontà dell’Ucraina di creare un’identità nazionale definita e distinta da quella russa. La complicata questione dell’indipendenza spirituale del popolo ucraino è infatti centrale al dibattito pubblico oramai da anni. La legge sulla messa al bando delle istituzioni religiose connesse alla ROC si pone in continuità con i tentativi di Kyiv di creare una Chiesa ucraina libera dai legami con Mosca. Un processo iniziato a seguito dell’occupazione della Crimea nel 2014 e che è tornato ad essere un tema cruciale con lo scoppio del conflitto nel 2022.

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Fig. 1 – Il Presidente Volodymyr Zelensky e sua moglie Olena partecipano alle cerimonie per il Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina, 24 agosto 2024

UNA GUERRA SANTA PER PROTEGGERE L’ORTODOSSIA UCRAINA

L’aggressione russa dell’Ucraina ha riportato al centro delle discussioni la spinosa questione dell’indipendenza religiosa del Paese e la necessità di una Chiesa nazionale unificata indipendente dalla Russia. Per anni, le maggiori istituzioni ecclesiastiche del Paese sono state due: la Chiesa ortodossa russa del Patriarcato di Mosca (UOC-MP), istituita nel 1990 come struttura autonoma sotto la giurisdizione canonica della ROC, e la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Kyiv (UOC-KP), nata nel 1992 su iniziativa di parte del clero che cercava una maggiore indipendenza dalla Russia. Fino a tempi recenti la spiritualità dell’Ucraina è stata divisa dall’appartenenza all’una o all’altra istituzione, e la presenza di Mosca ha sostanzialmente proibito la creazione di una Chiesa ucraina unificata. Fu l’ex Presidente Poroshenko che mise mano per la prima volta alla questione della Chiesa ortodossa nel Paese. Nel 2018, sotto la sua presidenza, la Chiesa ortodossa dell’Ucraina (OCU) venne istituita e l’anno successivo fu riconosciuta autocefala, dunque indipendente, dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli. Benché l’OCU fosse stato creato a partire dall’UOC-KP, le aspettative del Presidente ucraino risiedevano nel fatto che le congregazioni dell’UOC-MP sarebbero confluite nella nuova Chiesa, cosa che in parte è avvenuta – ad oggi, l’OCU è la maggiore istituzione ecclesiastica del Paese. L’elezione di Zelensky nel 2019 ha riposto la questione religiosa in secondo piano, fino alla decisione russa di invadere il Paese. L’UOC-MP ha tentato di prendere le distanze dal conflitto, ma a poco sono valsi la condanna di Mosca e la dichiarazione di indipendenza dell’UOC-MP dalla ROC, respinta da entrambe le capitali. I dubbi sulla lealtà dell’UOC-MP verso Kyiv erano già sorti nel 2014 in seguito all’occupazione di porzioni di territorio ucraino. La partecipazione di alcuni membri di alto rango alle celebrazioni per l’annessione alla Russia degli oblast di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson tenutesi al Cremlino, non ha lasciato spazio a dubbi o interpretazioni per il Governo ucraino. I Servizi segreti ucraini (SBU) hanno condotto perquisizioni nelle sedi dell’UOC-MP e dichiarato di aver rinvenuto prove della collaborazione di membri del clero con le controparti della Chiesa russa. A gennaio 2023 un disegno di legge è stato presentato alla Rada Ucraina. Dopo un anno e mezzo di consultazioni, la legge si appresta a entrare in vigore.

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Fig. 2 – Fedeli ortodossi celebrano la Pasqua nella Cattedrale di San Volodymyr a Kyiv, 5 maggio 2024

COSA SUCCEDE DOPO L’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE

Secondo il provvedimento, le attivitĂ  della Chiesa ortodossa russa rappresentano un’estensione ideologica del regime di Mosca, ed è quindi complice dei crimini commessi sul suolo ucraino. Nello specifico, la legge, che entrerĂ  in vigore a trenta giorni dalla firma, non prevede l’immediata messa al bando delle organizzazioni. Una commissione speciale appositamente istituita dall’Agenzia statale per l’etnopolitica e la libertĂ  di coscienza (DESS), ha il compito di investigare sulle singole comunitĂ  religiose – l’UOC-MP non è un’unica entitĂ , bensì è costituita da oltre ottomila chiese – e verificare l’esistenza di rapporti con Mosca. Il DESS ha quindi l’autoritĂ  di denunciare le organizzazioni che hanno legami con la Russia, in seguito al quale un tribunale deciderĂ  se applicare il bando che vieterĂ  loro di operare in territorio ucraino. Oltre a ciò, la legge prevede che le istituzioni condannate non potranno piĂą disporre di proprietĂ  statali e comunali, e pertanto dovranno rilocarsi, sciogliersi o confluire in un’altra chiesa. In sostanza, l’obiettivo della legge è di forzare le comunitĂ  religiose a tagliare i rapporti con la Chiesa russa. Allo stesso tempo, il Governo ucraino spera di convincere tali comunitĂ  ad unirsi all’OCU. Certamente, l’incorporazione dell’UOC-MP nella Chiesa ortodossa dell’Ucraina non sarĂ  un compito semplice, se non altro per la legge canonica. Questa possiede molte comunitĂ  all’estero dove all’OCU non è permesso operare, secondo i termini sottoscritti per ottenere l’indipendenza ecclesiastica. Oltre a ciò, gli osservatori hanno fatto notare che l’applicazione della legge presenta dei rischi e sollevato dubbi sul fatto che fosse il modo migliore di risolvere la questione. Praticanti dell’UOC-MP leali a Kyiv la ritengono un’intromissione in affari dai quali lo Stato dovrebbe rimanere fuori, ed inoltre è stata evidenziata la probabilitĂ  che i canali di propaganda russa strumentalizzino la legge per diffondere notizie sul mancato rispetto delle libertĂ  religiose in Ucraina. Se è vero che il Governo ucraino deve mostrarsi deciso di fronte a entitĂ  affiliate a Mosca sul proprio suolo, l’ultima cosa di cui Kyiv ha bisogno è un conflitto sul fronte interno su un argomento in grado di polarizzare parte della societĂ  ucraina.

Lorenzo Asquini

Pechersk Lavra, Kyiv” by neiljs is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • Il Presidente Zelensky ha firmato la legge per bandire le organizzazioni religiose che hanno legami con la Chiesa ortodossa russa, ritenute promouovere la propaganda russa.
  • La legge mira inoltre alla creazione di una Chiesa ucraina unificata e indipendente da Mosca, questione tornata al centro del dibattito con l’inizio del conflitto.
  • Convincere le comunitĂ  religiose a tagliare i legami con la Chiesa russa e unirsi alla Chiesa ortodossa dell’Ucraina non sarĂ  semplice; molti dubbi sono stati infatti sollevati circa l’efficacia della legge.

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Lorenzo Asquini
Lorenzo Asquini

Nato a Roma nel 1997, ho conseguito la laurea triennale in Lingue e Culture Straniere presso l’Università degli Studi Roma Tre e la laurea magistrale in Scienze Politiche presso l’Università di Varsavia. Da sempre affascinato dai paesi dell’Europa orientale, soprattutto Russia e paesi ex-sovietici, il mio interesse è principalmente rivolto verso la situazione geopolitica della regione e gli aspetti legati alla sicurezza regionale ed europea. Amo viaggiare, sono un appassionato di storia e nel tempo libero mi piace leggere e ascoltare la musica.

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