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Terra dei Fuochi: la CEDU condanna l’Italia

In 3 sorsi – La condanna della CEDU nei confronti di Roma è storica in quanto si riconosce l’omissione di uno Stato nel proteggere l’ambiente come violazione dei diritti umani. L’Italia deve intervenire adeguatamente per sanare una pagina dolorosa del suo recente passato.

1. UNA SENTENZA INNOVATIVA

Giovedì 30 gennaio 2025 la CEDU ha condannato l’Italia per non aver affrontato il grave inquinamento nella cosiddetta Terra dei Fuochi “con la diligenza e la tempestività necessarie”, mettendo a rischio il diritto alla vita (art. 2, Convenzione EDU). Conosciuto giuridicamente come caso 51567/14, la CEDU è stata adita da 41 persone e cinque associazioni nel 2014. La sentenza è innovativa principalmente in due aspetti. In primo luogo, rispetto a casi precedenti di inquinamento ambientale, questo caso viene basato fondamentalmente sul principio di precauzione, ossia una gestione del rischio che predilige la tutela degli individui e dell’ambiente rispetto all’attuazione di una politica. Inoltre, la sentenza è prescrittiva, ovvero indica allo Stato come agire per evitare sanzioni pecuniarie per i danni morali.

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Fig. 1 – Una foto dall’alto di campi coltivati ad Acerra, un Comune situato nella Terra dei Fuochi

2. SINTESI DI UNA TRAGEDIA

L’espressione “Terra dei Fuochi”, coniata dal “Rapporto sulle Ecomafie” del 2003 di Legambiente, indica un’area che include 57 Comuni compresi tra Napoli e Caserta. Queste aree sono state inquinate per decenni da frequenti falò appiccati dai clan camorristici ai cumuli di rifiuti tossici sversati illegalmente, con conseguente dispersione nell’aria di sostanze altamente nocive. Tali crimini, compiuti con la complicitĂ  di imprenditori e politici locali, hanno avuto un impatto devastante. A livello sanitario, oltre 2,5 milioni di persone sono state coinvolte: gli abitanti hanno sviluppato tumori, patologie asmatiche e malformazioni congenite che, in molti casi, hanno portato alla morte. Inoltre, significativi danni sono stati registrati nel comparto agricolo. Ad esempio, nel 2008, il New York Times segnalò che l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti rilevò quantitĂ  anomale di diossina nei prodotti caseari provenienti dalla zona. Nonostante gli interventi delle AutoritĂ  della Regione Campania per bloccare la produzione nelle aree piĂą inquinate, il danno di immagine fu tale da compromettere temporaneamente le esportazioni dei suoi prodotti nei mercati internazionali.

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Fig. 2 – Il Ministro per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin

3. TEMPO DI RISPOSTE

L’Italia non ha alcuna possibilitĂ  di sottrarsi dalle sue responsabilitĂ . Difatti la CEDU impone di “istituire una commissione di controllo indipendente [e] un’unica piattaforma informativa pubblica che raccolga tutte le informazioni rilevanti”. Tali misure garantirebbero maggiore trasparenza e un monitoraggio piĂą efficace delle azioni intraprese per bonificare il territorio. Roma, attraverso il ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, ha reagito alla sentenza in maniera duplice. Da un lato, ha invocato “un’azione immediata di tutte le Istituzioni coinvolte”, ossia lavorare sinergicamente per mettere in atto strumenti giĂ  esistenti come il Decreto Legge 136 del 2013, che introduce una mappatura per rilevare la presenza di contaminanti esplicitamente legati allo scarico illegale nei terreni agricoli. Dall’altro lato, Pichetto Fratin sta valutando il ricorso, in quanto, secondo lui, l’Italia avrebbe agito al meglio, seppur con molte lentezze, a tutela della salute e la sicurezza dei cittadini campani. Quest’ultima iniziativa, tuttavia, stride con l’urgenza e la serietĂ  richiesta per sanare una pagina dolorosa del passato recente dell’Italia.

Lorenzo Avesani

Bandiere al vento” by Davide “Dodo” Oliva is licensed under CC BY-SA

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Perchè è importante

  • Il 30 gennaio 2025 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha condannato l’Italia per la situazione di grave inquinamento ambientale provocato dalle associazioni mafiose che ha colpito il territorio noto come Terra dei Fuochi.
  • La sentenza è innovativa poichĂ© da una parte sottolinea il diritto alla vita in un ambiente sano e dall’altra impone a Roma ad adottare misure obbligatorie per affrontare il problema.

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Lorenzo Avesani
Lorenzo Avesani

Nato e residente a Negrar di Valpolicella (VR), classe 1999. La mia carriera universitaria si è sviluppata a Trento e a Forlì nell’ambito delle Relazioni Internazionali. Ho vissuto un’esperienza Erasmus in Slovacchia dove ho coltivato la passione per l’Europa centro-orientale. Mi interessano particolarmente le tematiche riguardanti sicurezza energetica e cambiamento climatico.

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