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Nuove tensioni tra Cina e Filippine

In 3 sorsi Le tensioni nella zona dell’Indo-Pacifico non accennano a diminuire. L’espansione della Marina Militare Cinese ha posto in allerta non solo Taiwan e Australia, ma anche le Filippine. Esaminiamo la questione nel dettaglio.

1. BANDIERA CINESE A SANDY CAY

Il recente controllo esercitato dalla Cina su Sandy Cay, un minuscolo banco di sabbia di appena 200 metri quadrati nelle Isole Spratly, rappresenta un nuovo e simbolico punto di rottura nella competizione geopolitica tra Pechino e Washington nel Mar Cinese Meridionale. Sebbene la sua estensione sia minima, la sua posizione strategica – a ridosso dell’isola filippina di Thitu e a pochi chilometri dalla principale base militare filippina – conferisce a questo scoglio una rilevanza marittima cruciale: garantisce un mare territoriale con un raggio di 12 miglia nautiche, sovrapponendosi direttamente alle aree sotto controllo filippino. La Guardia costiera cinese, issando la bandiera nazionale e dichiarando “giurisdizione sovrana“, ha lanciato un chiaro segnale di dominio, proprio mentre le Filippine e gli Stati Uniti conducono le manovre militari “Balikatan”. Non si tratta soltanto di un atto provocatorio, ma di un tassello ulteriore nella strategia marittima espansionista della Cina. Questo sviluppo evidenzia come Pechino non abbia alcuna intenzione di rallentare il proprio consolidamento regionale, nonostante la condanna internazionale e la sentenza dell’Aia del 2016 che ne invalida le rivendicazioni nel Mar Cinese Meridionale. Per le Filippine, l’episodio rafforza la consapevolezza di essere sempre più in prima linea nel confronto tra superpotenze, costrette a potenziare i legami con Washington senza però poter rinunciare ai rapporti economici con la Cina.

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Fig. 1 – Un elicottero della Marina filippina impegnato nell’esercitazione militare Balikatan con gli Stati Uniti, 28 aprile 2025

2. LE FILIPPINE E IL DILEMMA DELLA DOPPIA ALLEANZA

Il Mar Cinese Meridionale è oggi il cuore pulsante della rivalità tra Stati Uniti e Cina, e le Filippine ne sono l’epicentro geopolitico. Da un lato Manila beneficia delle garanzie militari fornite dall’alleanza con gli Stati Uniti, dall’altro è vincolata a Pechino da una profonda interdipendenza economica. Questa ambiguità strategica si riflette nelle dinamiche interne del Paese, dove province come Cagayan e Palawan vivono in modo diametralmente opposto l’influenza delle superpotenze. Cagayan, nel nord vicino a Taiwan, ha costruito negli anni un rapporto consolidato con la Cina, beneficiando di investimenti infrastrutturali e del progetto del Cagayan Gateway. Palawan, invece, affacciata sulle acque contese, è sempre più esposta alla presenza militare cinese e quindi più propensa a sostenere la linea difensiva filostatunitense. In questo scenario, i Governi locali non sono semplici esecutori: giocano un ruolo attivo, talvolta indipendente da quello nazionale. Le élite locali sfruttano le rivalità tra le superpotenze per attrarre risorse, ma il loro potere può anche ostacolare l’attuazione delle strategie nazionali. È una dimostrazione di come la geopolitica globale si articoli oggi su livelli locali, laddove la percezione di minaccia, i legami economici e la gestione delle risorse modellano talvolta l’allineamento strategico più delle dichiarazioni ufficiali di Manila.

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Fig. 2 – Il Segretario alla Difesa USA Pete Hegseth durante la sua recente visita nelle Filippine, 28 marzo 2025

3. IL RUOLO DI UE E ITALIA: TRA ASSENZE E OPPORTUNITÀ

In mezzo a questo scenario di tensioni e riposizionamenti strategici, l’Europa inizia a muoversi con maggiore consapevolezza verso l’Indo-Pacifico. Francia e Regno Unito hanno già rafforzato la loro presenza militare e diplomatica nella regione, e anche l’Italia è chiamata a rivedere la propria postura strategica. Le Filippine offrono un’opportunità concreta: grazie alla loro posizione geografica e alla crescente centralità nei piani di sicurezza USA, esse rappresentano un possibile partner di rilievo per Roma. Oltre al mercato potenzialmente ricco per esportazioni italiane in ambiti come difesa, infrastrutture e tecnologie marittime, Manila può diventare un hub strategico per ampliare l’influenza italiana nell’ASEAN. L’Italia, attraverso l’UE, dovrebbe promuovere il rispetto del diritto internazionale, supportando la libertà di navigazione e sostenendo le iniziative dell’ASEAN per la sicurezza regionale. Parallelamente, una cooperazione navale concreta – anche solo attraverso missioni di presenza o esercitazioni congiunte – consentirebbe all’Italia di costruire relazioni bilaterali forti in un’area vitale per il commercio globale. In un mondo sempre più multipolare, l’Indo-Pacifico è un banco di prova anche per le medie potenze come l’Italia, che devono dimostrare di saper stare nel gioco globale senza perdere coerenza strategica. Se Roma riuscirà a muoversi con visione e pragmatismo, potrà affermarsi come un attore credibile in un’area decisiva per gli equilibri del XXI secolo.

Riccardo Renzi

Photo by sundownerfighting111 is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • La bandiera della Cina su Sandy Cay: non solo una provocazione.
  • Le Filippine tra Washington e Pechino.
  • Il ruolo della UE e dell’Italia.

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Riccardo Renzi
Riccardo Renzi

Laureato in Ricerca storica (LM-84) presso l’Università di Macerata, lavora, in seguito alla vittoria del concorso pubblico presso il IV settore del Comune di Fermo, come Funzionario presso la Biblioteca civica Romolo Spezioli di Fermo. È membro dei comitati scientifici e di redazione delle riviste Scholia, Il Polo e Menabò online, è inoltre vicedirettore della rivista di filologia greca e latina Scholia. È inoltre socio dell’Aib, della Società Dantesca Fermana, del Centro Studi Sallustiani, dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia e della Deputazione di Storia Patria per le Marche. Ha all’attivo oltre 500 pubblicazione tra scientifiche e di divulgazione culturale. Per quanto concerne la politica e la geopolitica collabora con Dissipatio, Politicamag, Il Polo e Libro Aperto.

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