In 3 Sorsi – Il regime di Daniel Ortega ha intensificato la censura in Nicaragua, bloccando media indipendenti e limitando drasticamente l’accesso a informazioni verificate.
1. NICARAGUA, INFORMAZIONE SOTTO ASSEDIO
Negli ultimi anni il regime di Daniel Ortega ha intensificato in maniera crescente il controllo
sull’informazione in Nicaragua, trasformando la censura in uno degli strumenti principali per far tacere la stampa indipendente. Il recente blocco ai siti web di quattro testate critiche verso il Governo ha rappresentato l’ennesima escalation di una strategia repressiva avviata già dal 2018, fatta di chiusure forzate, confische e persecuzioni giudiziarie contro giornalisti e redazioni. Organizzazioni per i diritti umani e Istituzioni internazionali denunciano che il Paese si sta avvicinando a un modello di sorveglianza e controllo simile a uno Stato di polizia, dove l’accesso a informazioni verificate viene progressivamente smantellato. La restrizione dei domini “.ni” conferma inoltre il ruolo delle Istituzioni statali nel consolidare il monopolio comunicativo del Governo. In questo clima, la libertà di stampa è stata ridotta ai minimi termini, costringendo molti giornalisti all’esilio e spingendo i media rimasti a cercare nuove strategie digitali per continuare a informare la popolazione.
Fig. 1 – Il Presidente del Nicaragua Daniel Ortega accanto a sua moglie, nonché vicepresidente Rosario Murillo
2. DALLA REPRESSIONE DEI CONTENUTI AL CONTROLLO DEI MEZZI
Con l’entrata in vigore della nuova Ley General de Telecomunicaciones Convergentes, il Nicaragua legittima di fatto la totale sottomissione del Paese allo spionaggio statale. La legge non solo impone un riassetto dell’infrastruttura digitale, ma attribuisce all’Istituto Nicaraguense delle Telecomunicazioni — guidato dal capo della Polizia nazionale — il potere di accedere ai dati personali degli utenti e degli operatori, inclusa la loro geolocalizzazione. Gli esperti di diritti umani accusano il Presidente Ortega di violazione dei diritti fondamentali, dal momento in cui la possibilità di ricostruire con precisione le conversazioni degli utenti, i contenuti delle stesse e il luogo di origine della comunicazione potrebbe essere impiegato a scopo repressivo. In questo quadro, la nuova normativa rappresenta un ulteriore passo verso l’eliminazione di qualunque voce critica o dissidente. Già dal 2018 il regime sandinista ha acquisito il potere di bloccare i domini dei media indipendenti, incarcerare chiunque fosse accusato di diffondere “notizie false” e reprimere i canali di comunicazione critica. Ora, con la nuova legge, il Governo non solo controlla i contenuti, ma anche il mezzo stesso attraverso cui questi vengono trasmessi.
Fig. 2 – Un poliziotto nicaraguense mentre impedisce l’accesso dei media indipedenti
3. UN QUADRO FUTURO SEMPRE PIÙ ALLARMANTE PER I DIRITTI UMANI
Gli esperti avvertono che l’impatto di questa legge sui diritti umani del popolo nicaraguense potrebbe essere devastante. La possibilità di intercettare i messaggi, tracciare le relazioni digitali tra gli utenti e monitorarne gli spostamenti fisici permetterà al Governo di identificare con facilità i potenziali oppositori. Detto in altri termini, analizzando quali utenti si connettono a determinati domini considerati “dissidenti”, il regime potrebbe non solo bloccare questi siti, ma anche risalire alle persone che li frequentano, esponendole a possibili ritorsioni. È probabile che molti cittadini nicaraguensi cercheranno di proteggersi ricorrendo a sistemi VPN per accedere alla rete in maggiore sicurezza.
Martina Marradi
“01.10 總統與尼加拉瓜總統奧德嘉(José Daniel Ortega Saavedra)雙邊會晤” by Taiwan Presidential Office is licensed under CC BY


