Il Giro del Mondo in 30 Caffè 2017 – Nel suo discorso di inizio anno il leader nordcoreano ha annunciato che il suo Paese sarebbe a un passo dal testare un missile balistico intercontinentale (ICBM), alzando ulteriormente la tensione lungo il confine militarizzato del 38˚ parallelo. Verità o propaganda? Difficile dirlo, ma sembra comunque che Pyongyang stia optando per un rischioso confronto diretto con i suoi nemici, approfittando della debolezza politica di Stati Uniti e Corea del Sud. Il 2017 si preannuncia quindi carico di pericolose incognite per la penisola coreana, sede dell’ultimo conflitto aperto della guerra fredda
LE “SORPRESE” DI KIM – Il 1 gennaio scorso Kim Jong-un è apparso su tutti gli schermi televisivi della Corea del Nord per il suo consueto discorso di inizio anno. Si tratta di una delle rare occasioni in cui il leader nordcoreano appare in pubblico ed è stata quindi seguita con la massima attenzione dalla comunità internazionale. E le sorprese e gli annunci ad effetto non sono certo mancati: Kim ha infatti annunciato che il suo Paese sarebbe a un passo dal testare un missile ICBM, minacciando al contempo un “confronto attivo” con i suoi nemici “imperialisti”. Il leader nordocoreano è stato particolarmente duro nei confronti della Corea del Sud, mostrando apprezzamento per le proteste popolari contro la Presidente Park Geun-hye e intimando esplicitamente alle autorità di Seul di non aggravare le tensioni esistenti tra i due Paesi. Non sono poi mancate minacce agli Stati Uniti e ai loro “vassalli”, colpevoli di compromettere la pace e i progetti di riunificazione della penisola coreana. Allo stesso tempo, però, Kim ha raramente fatto riferimento alla dottrina Songun, principio basilare delle politiche militari di Pyongyang. Ha invece usato spesso il termine Sahoejuui-gangguk (“una potente nazione socialista”), insistendo sulla necessità di un cambio di passo nelle politiche economiche nordcoreane. Inoltre il Leader Supremo ha adottato uno stile umile e dimesso per buona parte dell’intervento televisivo, concedendo addirittura un sorprendente momento di autocritica e chiedendo scusa al suo popolo per non essere riuscito a raggiungere gli obiettivi prefissati per l’anno appena concluso.
Fig. 1 – Discorso di inizio anno di Kim Jong-un, 1 gennaio 2017
SFIDA ALL’OCCIDENTE – Naturalmente il discorso ha scatenato una ridda di reazioni e speculazioni al di fuori dei confini nordcoreani. Riportato malamente dai principali media internazionali, esso ha provocato l’immediata condanna dei Paesi occidentali e vivaci discussioni tra diversi esperti di sicurezza sulla reale possibilità che Pyongyang disponga del prototipo di un missile ICBM. L’evento ha poi dato l’opportunità a Donald Trump di esporre via Twitter il suo primo pensiero presidenziale sulla questione nordcoreana: “La Corea del Nord ha appena dichiarato che è nella fase finale della realizzazione di un’arma nucleare capace di raggiungere parti degli Stati Uniti. Questo non accadrà.” E il nuovo inquilino della Casa Bianca non ha mancato anche di lanciare una polemica stoccata alla Cina, accusata di non dare alcun aiuto nel contenere i programmi militari di Pyongyang. Un’accusa respinta subito con stizza da Pechino, che ha ricordato a Trump il suo impegno nei Six Party Talks sul nucleare nordcoreano e la sua adesione all’ultimo round di sanzioni adottato dalle Nazioni Unite contro il regime di Kim dopo i test missilistici dei mesi scorsi.
In ogni caso le dichiarazioni del leader nordcoreano dimostrano che Pyongyang non è affatto intimorita dalle condanne e dalle misure punitive della comunità internazionale, proseguendo imperterrita con i suoi progetti di potenziamento militare. Al contrario Kim ha anche lasciato intendere che il suo Paese adotterà un atteggiamento di confronto diretto con Washington e i suoi alleati regionali, moltiplicando le provocazioni e usando lo spauracchio del suo arsenale nucleare (vero o presunto) per strappare concessioni a livello diplomatico. È una strategia meno avventata di quanto sembri: la crisi politica interna rende la Corea del Sud più debole nei confronti di Pyongyang; il riarmo giapponese sta creando seri attriti tra Tokyo e Seul; l’elezione di Trump ha sconvolto i piani difensivi degli Stati Uniti in Asia orientale e aperto una fase di estrema incertezza diplomatico-militare. Kim sta quindi giocando d’anticipo e sfruttando l’occasione per rafforzare la propria posizione negoziale nell’eventualità di un rilancio dei Six Party Talks, sospesi dal 2009 e ora riproposti con forza dalla Cina. Anche il conflitto tra Trump e Pechino lo avvantaggia perchè può spingere la leadership cinese ad adottare un atteggiamento più morbido verso Pyongyang, abbandonando la recente collaborazione con l’amministrazione Obama volta al contenimento delle ambizioni nucleari nordcoreane.
Fig. 2 – Cittadini sudcoreani pregano per la pace nella zona demilitarizzata tra le due Coree, 1 gennaio 2017
UN PIANO QUINQUENNALE PER L’ECONOMIA – Ma la sfida lanciata da Kim non è solo militare. Nel suo discorso di inizio anno il leader nordcoreano ha infatti posto fortemente l’accento sulla necessità di sviluppare le risorse economiche del Paese, trasformandolo in un modello di riferimento per la regione asiatica. Da qui la decisione eccezionale di varare un piano quinquennale per l’economia incentrato sul potenziamento della rete energetica nazionale e sulla meccanizzazione del settore agricolo, seriamente colpito dalle alluvioni del settembre scorso. Inoltre il Governo nordcoreano cercherà di stimolare i consumi interni e di avviare una transizione verso l’economia di mercato simile a quella intrapresa dalla Cina una trentina d’anni fa. Fantasie dittatoriali? Forse sì, visto il carattere estremamente vago delle misure proposte e il pesante impatto delle ultime sanzioni ONU contro il regime di Kim. D’altro canto l’economia nordcoreana è più vitale di quanto creda l’Occidente: negli ultimi anni la capitale Pyongyang ha infatti conosciuto un autentico boom edilizio e c’è stata anche una significativa espansione dei settori dei trasporti e della telefonia cellulare. Inoltre Kim è il primo leader a prestare particolare attenzione alle dinamiche economiche nazionali, formulando strategie di sostegno e mostrando una certa flessibilità nella loro implementazione. Sarà quindi importante tenere d’occhio le sue mosse anche in questo campo nel corso del 2017.
Simone Pelizza
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più
Una trascrizione completa in Inglese del discorso di Kim è disponibile sul sito del National Committee on North Korea, organizzazione non governativa con sede a Washington.[/box]
Foto di copertina di Clay Gilliland rilasciata con licenza Attribution-ShareAlike License