Caffè lungo – La Corea del Nord presenta il missile intercontinentale Hwasong-20, consolidando il proprio arsenale atomico e costringendo le potenze regionali a rivedere le proprie strategie di sicurezza e dialogo.
‘L’ARMA PIÙ POTENTE’
Il 10 ottobre 2025 la Corea del Nord, durante i festeggiamenti della parata militare per gli ottant’anni dalla fondazione del Partito dei Lavoratori di Corea, ha svelato l’Hwasong-20, nuovo missile balistico intercontinentale (ICBM) parte delle Forze Missilistiche Strategiche dell’esercito, branca dell’Armata Popolare Coreana che supervisiona gran parte della produzione e dell’equipaggiamento di vettori e sistemi di lancio, occupandosi finanche della loro progettazione e sperimentazione. Considerato un punto di svolta per le forze nucleari nordcoreane, il nuovo ICBM è simile, per dimensioni, all’Hwasong-17, ma con alcune modifiche specifiche per il nuovo esemplare. È costruito in fibra di carbonio composita ed è dotato di un motore a combustibile solido, che ne permette il lancio immediato e garantisce maggiore efficienza e controllo. Più difficile da verificare è l’effettiva capacità di sorvolo, per ora stimata in circa 15mila chilometri, quanto basta per raggiungere, virtualmente, città americane come New York o Los Angeles, e la sua classificazione come testata multipla indipendente (MIRV). A riguardo, la punta smussata del nuovo prototipo indicherebbe la presenza di uno spazio maggiore all’interno del missile per testate multiple, che consentirebbero di colpire, con un singolo vettore, molteplici bersagli simultaneamente. Per ora si tratta di speculazioni, dato che l’Hwasong-20 non è stato ancora collaudato. Nel caso però i test avessero successo, Pyongyang disporrebbe finalmente di testate MIRV, da tempo desiderate da Kim Jong-un per rafforzare la deterrenza atomica nazionale.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Uno dei missili balistici intercontinentali della Corea del Nord, esposto durante una parata militare nel 2023
APPARENTE SILENZIO
Visto come un chiaro avvertimento a un possibile rafforzamento dell’alleanza tra Seul e Washington, il nuovo missile balistico sembra non abbia, almeno in superficie, prodotto reazioni a livello internazionale. Ciò non significa, tuttavia, che non ci siano state. Per quanto riguarda la Cina, con l’invio di Li Qiang, numero due del Politburo, sembra che Pechino abbia voluto comunicare il tacito assenso alla definizione della Corea del Nord come “potenza nucleare”. Zhongnanhai non è stata in grado, nonostante i numerosi consessi internazionali a riguardo, come i Six Party Talks avvenuti a Pechino tra il 2003 e il 2007, d’imprimere la propria posizione verso un processo di distensione nella penisola coreana. Il rischio, ad oggi, è che il continuo insistere sul tema della denuclearizzazione possa danneggiare gli interessi cinesi nel Paese, anche in considerazione della sempre più stretta alleanza tra Mosca e Pyongyang, non vista di buon occhio in quanto ridurrebbe l’influenza cinese sulla leadership nordcoreana. Discorso in parte simile per gli Stati Uniti. Il Presidente Trump ha più volte dichiarato l’intento di incontrare Kim Jong-un per riprendere il dialogo interrotto nel 2019 ad Hanoi e, già durante il suo viaggio verso la Corea del Sud per il summit APEC, il 25 ottobre scorso, ha accennato alla Corea del Nord come a una “sorta di potenza nucleare”, riconoscendo così gli avanzamenti del programma nucleare di Pyongyang, senza però rinunciare né ai tentativi d’incontro tra le parti né alle iniziative di deterrenza. In proposito, il 3 novembre il Segretario alla Difesa Hegseth, insieme all’omologo sudcoreano Ahn Gyu-back, ha visitato la Joint Security Area, località nella zona demilitarizzata coreana dove si tengono le principali interazioni tra le due Coree e il Comando delle Nazioni Unite in Corea, dimostrando così la solidità dell’alleanza difensiva tra i due Paesi.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Putin, Xi e Kim durante la grande parata militare a Pechino per l’ottantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale in Asia, 3 settembre 2025
SCENARI DI SUCCESSO
La presentazione dell’Hwasong-20 ci ricorda che Pyongyang continua, ostinatamente, nel percorso di miglioramento delle proprie forze nucleari. Data la contrarietà del regime a liberarsene in cambio di maggiori aiuti economici, la posizione delle potenze regionali diventa più complessa. Ciò accade anche a causa della necessità di accettare, in forza degli eventi, lo status nucleare di fatto della Corea del Nord. Una scelta osteggiata a causa delle conseguenze che ciò comporterebbe sul rischio di un’ulteriore proliferazione nucleare a livello internazionale. L’apparente silenzio sulla questione nordcoreana può quindi essere interpretato come un successo diplomatico per Kim Jong-un. La Russia, che da tempo ha abbandonato le sue critiche al programma atomico, interviene sempre più a sostegno del regime, sia in termini economici che con scambi nel settore della ricerca nucleare. Allo stesso tempo, Pechino non può far altro che adottare un approccio di maggiore apertura verso Pyongyang per le ragioni di cui sopra, sospendendo temporaneamente il tema della denuclearizzazione. Questo malgrado l’apertura di una nuova base militare segreta nordcoreana al confine sino-coreano, che potrebbe ospitare i più recenti missili balistici a lungo raggio a disposizione dell’Armata Popolare Coreana. Infine, rimane complesso stabilire non solo la fattibilità di un nuovo incontro tra Trump e Kim, ripetutamente paventato negli ultimi mesi, ma anche un suo reale esito positivo. Ciò vale soprattutto considerando che, in assenza di una smentita a riguardo, la denuclearizzazione (o una pensabile riduzione o sospensione del programma nucleare) nordcoreana rimane al centro del tavolo negoziale della Casa Bianca.
Tommaso Tartaglione
“Titan Missile” by M McBey is licensed under CC BY


