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Il turismo cinese punta verso nuove, esotiche mete

Nell’ultimo anno, una gran parte di turisti cinesi ha deciso di abbandonare i boulevard europei per cercare un’esperienza piĂą esotica e avventurosa. Scopriamo come alcuni stati africani stanno affrontando questo fenomeno e come stanno adeguando le loro strutture turistiche

UNA NUOVA FONTE DI TURISMO — Grazie all’incremento della classe media e alle aperture economiche e commerciali registrate negli ultimi anni, il turismo proveniente dalla Cina ha recentemente conosciuto una crescita continua ed esponenziale. Secondo le statistiche dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, 128 milioni di cinesi ogni anno decidono di passare le loro vacanze all’estero, spendendo complessivamente 293 miliardi di dollari. Il picco viene raggiunto durante i quindici giorni del Capodanno cinese, durante il quale circa 6 milioni di cinesi decidono di passare le loro vacanze oltre i confini nazionali, spendendo un totale di circa 14,5 miliardi di dollari. Nonostante le principali mete di destinazione rimangano i vicini asiatici e l’Europa, ultimamente sempre piĂą turisti cinesi scelgono l’Africa come meta di destinazione.

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Fig. 1 – Turisti cinesi pronti a partire in occasione del Capodanno

IL SUDAFRICA — I sempre piĂą numerosi scambi bilaterali tra Cina e paesi africani hanno incoraggiato il turismo levantino verso questi ultimi. Mentre nel 2008 solo il 2.8% dei turisti cinesi sceglieva l’Africa come destinazione, nel 2014 secondo le stime di China Outbound Travel Development Report  il numero è aumentato del 93.2% raggiungendo quota 2.69 milioni. Il 2016 ha confermato questo trend positivo grazie anche alla diminuzione delle restrizioni dei visti e all’aumento dei voli diretti tra la Cina e i maggiori scali africani. Negli ultimi anni, infatti, sono state istituite nuove importanti rotte aeree come quella tra Pechino e Johannesburg nell’ottobre 2015, e tra la capitale cinese e Addis Abeba nel novembre 2015. In particolare, la meta preferita dai turisti cinesi è il Sudafrica che ha registrato un incremento del 93% nell’anno appena passato. Questa propensione ha spinto il ministro del turismo sudafricano a lanciare nel 2016 un programma che mira a insegnare allo staff dei maggiori hotel del Paese usi e costumi della tradizione cinese e a incoraggiare l’apprendimento del mandarino.

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Fig. 2 – Alcuni operatori distribuiscono ciotole di congee al Laba Temple durante il Laba Festival, 17 gennaio 2016

Inoltre, le maggiori catene alberghiere del Paese forniscono sempre più frequentemente nel buffet della colazione il congee, un particolare porridge di riso, particolarmente apprezzato in Cina come pasto mattutino e nelle stanze il tè al gelsomino ovvero il tipo di tè maggiormente apprezzato dalla popolazione del Paese più popoloso del globo.

ETIOPIA E KENYA – Gli altri stati del continente non stanno di certo a guardare, primo tra tutti l’Etiopia che, per accogliere il sempre maggiore numero di turisti cinesi che atterra giornalmente all’aeroporto di Addis Abeba, in collaborazione con l’ambasciata cinese in Etiopia e con l’Istituto Confucio ha organizzato un corso di 10 settimane di mandarino riservato al personale dello scalo aeroportuale. I partecipanti al corso hanno ricevuto un certificato finale dalle mani dell’ambasciatore cinese, La Yifan, il quale ha elogiato il programma dichiarandolo una pietra miliare nella crescente collaborazione sino-etiope.

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Fig. 3 – Un commerciante davanti a un cartellone pubblicitario in lingua cinese per vendere opali

Anche il Kenya cerca di ritagliarsi una larga fetta di mercato e il Presidente Uhuru Kenyatta, in occasione della sua ultima visita a Pechino, ha dichiarato che il suo Paese mira ad accogliere un totale di circa 1.3 milioni di turisti cinesi. Il Paese viene scelto da questi ultimi soprattutto come meta di destinazione durante la stagione estiva, quando nelle grandi riserve è osservabile il fenomeno delle migrazioni dei grandi mammiferi africani.

TITUBANZE E INVESTIMENTI — Nonostante il turismo cinese nel continente africano sia in costante crescita, molti orientali mostrano ancora titubanze, causate principalmente dalla mancanza di sicurezza in alcune aree del continente e dalla presenza di alcune epidemie. Per superare questa percezione un importante ruolo viene svolto dai social media. Molti addetti al turismo africani hanno iniziato ad essere presenti su Weibo, il più frequentato social network cinese, dissipando dubbi su problemi sanitari, di sicurezza e su conflitti. Inoltre, vari studi consigliano ai governi africani di investire maggiormente nella promozione del turismo, che porta ritorni economici molto più facilmente e più velocemente rispetto agli investimenti industriali. Attualmente, solo pochi Paesi africani, come il Sudafrica, Zimbabwe, Namibia e il Marocco hanno creato e promosso agenzie turistiche in Cina, passo fondamentale affinché alcuni cinesi superino la paura stereotipata di un viaggio nel continente africano. Se i Paesi africani riusciranno a sconfiggere le ultime perplessità, il numero dei possibili turisti cinesi non avrebbe uguali e potrebbe lanciare vari stati verso una durevole e stabile crescita economica.

Matteo Nardacci

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Per quanti vogliano scoprire le mete più ambite, le località più richieste e le principali opportunità offerte dal turismo sino-africano, QUI è disponibile un ottimo riferimento.  [/box]

Foto di copertina di sLENGfJES rilasciata con licenza Attribution License

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Matteo Nardacci
Matteo Nardacci

Nato a Priverno (LT) nel 1991, mi sono laureato presso l’UniversitĂ  statale di Milano in Scienze internazionali e istituzioni europee. Dopo la laurea ho vagabondato per alcuni mesi nel Sud-Est Asiatico e successivamente mi sono trasferito a Berlino per conseguire un master in Economia internazionale e diplomazia. Le mie grandi passioni sono il calcio, la letteratura e naturalmente la geopolitica.

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