Ristretto – Il prossimo 2 ottobre Lula e Bolsonaro si sfideranno per la presidenza del Brasile, in vantaggio sugli altri candidati. Entrambi hanno costruito la campagna elettorale sui successi dei propri governi, l’avversario “criminale” e le minacce alla democrazia.
La prima domenica di ottobre, come scritto nella Costituzione, la seconda democrazia più grande dell’emisfero occidentale, il Brasile, chiamerà i cittadini alle urne, per la nona volta dall’inizio della Nova República, che nel 1988 mise fine a 24 anni di dittatura militare. Potranno votare più di 156 milioni di brasiliani, il più grande bacino elettorale della storia del Paese. E con tutta probabilità sceglieranno tra due facce note a Brasília. Lula contro Bolsonaro. L’eterno leader del Partido dos Trabalhadores (PT), Presidente del Brasile dal 2003 al 2010, contro quello uscente. Il primo è stato riammesso per la corsa elettorale dopo un anno e mezzo di carcere per il caso di corruzione Lava Jato, unendo un largo fronte contro Jair Bolsonaro. Quest’ultimo, con il suo Partido Liberal (PL) cerca la rielezione nonostante un’amministrazione impopolare e segnata dalla disastrosa gestione della pandemia. Come prevede la Costituzione della Repubblica presidenziale con Governo federale, a meno che uno dei due non raggiunga la maggioranza assoluta al primo turno, il 30 ottobre si andrà al ballottaggio. Lula non solo è in vantaggio nei sondaggi (47%), ma sarebbe a un passo dalla maggioranza assoluta. Invece, Bolsonaro (al 33%) ha lanciato critiche al sistema elettorale, minacciando di non riconoscere il risultato in caso di sconfitta. Nei dibattiti TV i candidati hanno fatto poche proposte, rivendicando i risultati ottenuti. Lula ha ricordato il sussidio Bolsa Família, con cui molti brasiliani sono usciti dalla povertà. Bolsonaro ha stanziato un assegno simile, ricordando al rivale il coinvolgimento dei Governi PT in Lava Jato. Non sono mancati il clima e le politiche identitarie. Lula ha aggiunto al programma proposte per la salvaguardia dell’Amazzonia, contro le politiche di disboscamento del rivale. Bolsonaro ha difeso i valori familiari, religiosi e libertari, contro la droga e per la libera circolazione delle armi. Nel complesso, la polarizzazione è imperante. Anche le élite economiche, il cui consenso è spesso decisivo per la vittoria, vivono tra un rapporto di amore e odio per le politiche economiche di Lula e l’imprevedibilità di un secondo mandato bolsonariano. Ma a eleggere il nuovo Presidente del Brasile saranno le centinaia di milioni di “x” dei cittadini al voto.
Mario Parolari
“Congresso Nacional” by Senado Federal is licensed under CC BY