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Kamala Harris e le alleanze in Asia consolidate nel mandato da vicepresidente

Caffè lungoIl 19 agosto la Democratic National Convention ha ufficializzato la nomina di Kamala Harris come candidato alle prossime elezioni presidenziali di novembre. Andiamo a ripercorrere la sua strategia da Vicepresidente nell’area Asia-Pacifico.

DA SINGAPORE ALLA COREA DEL SUD (2021-22)

Il primo viaggio in Asia di Kamala Harris si tenne nel 2021. Da subito fu chiaro che l’Amministrazione Biden avrebbe cercato di bilanciare l’influenza cinese nella regione (politica ed economica), come espresso anche dalle parole pronunciate dalla stessa Harris. “La Cina continua a intimidire e avanzare pretese (territoriali) nel Mar Cinese Meridionale”, dichiarò in quell’occasione, “le azioni di Pechino continuano a minacciare la sovranità delle nazioni. Gli Stati Uniti sono dalla parte dei propri alleati nell’affrontare queste minacce”. 
Harris volò a Singapore, dove incontrò l’allora Primo Ministro Lee Hsien Loong. Singapore rappresenta, ancora oggi, un alleato chiave degli Stati Uniti e una base importante per la Marina statunitense nel Sud-est asiatico. Sebbene durante la visita vennero stipulati nuovi accordi di cooperazione in ambito di cybersecurity, lotta al cambiamento climatico e difesa, questi successi vennero in parte oscurati dalle preoccupazioni internazionali in seguito al ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan. 
La seconda tappa del viaggio fu il Vietnam, dove vennero trattati temi relativi alle questioni territoriali del Mar Cinese Meridionale. Il Vietnam e la Cina (e anche altri Paesi) sono ancora coinvolti in una lunga disputa sull’arcipelago delle Isole Spratly: in quell’occasione, gli Stati Uniti cercarono di rafforzare l’alleanza con il Paese, nell’ottica di contenere la Cina.
A settembre 2022 ci fu la seconda visita in Asia di Harris, in Giappone e Corea del Sud.
La vicepresidente partecipò al funerale di Stato di Shinzo Abe, ex premier giapponese assassinato l’8 luglio 2022 da un militare in congedo, in un momento delicatissimo per il Paese.
Harris incontrò il premier Fumio Kishida, oltre a confrontarsi con un gruppo di dirigenti di aziende giapponesi (visto l’interesse statunitense nella produzione di chip per computer).
La scelta di visitare Giappone e Corea del Sud non fu casuale. In quel periodo i due Paesi manifestarono l’intenzione di riavvicinarsi, dopo la riapertura di vecchie ferite risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, una questione mai del tutto risolta. 
Durante la visita in Corea del Sud, Harris incontrò il Presidente Yoon Suk Yeol, ma per comprendere la situazione di quel periodo dobbiamo fare un passo indietro.
Ad agosto 2022 entrò in vigore l’Inflation Reduction Act, una legge federale statunitense che prevedeva anche il taglio dei finanziamenti statali alle auto elettriche costruite fuori dal territorio statunitense, penalizzando notevolmente aziende straniere come la Hyundai. Solo pochi mesi prima Biden aveva visitato Seul per appoggiare un investimento di 10 miliardi di dollari dell’azienda, che comprendeva la costruzione di una nuova fabbrica in Georgia. Il Governo sudcoreano spinse per posticipare l’entrata in vigore del provvedimento, senza successo. La Hyundai fu costretta a rimandare la costruzione della fabbrica, e tutt’oggi è in trattativa con il Governo statunitense per ottenere incentivi.
Sebbene la visita di Harris non abbia portato a un immediato posticipo dell’Inflation Reduction Act come richiesto dal Governo sudcoreano, servì a rafforzare l’impegno degli Stati Uniti nel mantenere stretti rapporti economici e di sicurezza con la Corea del Sud.
Anche questo viaggio mirò a rafforzare le alleanze statunitensi in Asia, sia per confermare la propria influenza nell’area (anche in relazione alla questione taiwanese), sia per cercare di indebolire quella cinese.

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Fig. 1 – Kamala Harris insieme al Presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol durante la sua visita a Seoul, 29 settembre 2022

FILIPPINE, THAILANDIA E INDONESIA (2022-23) 

Nel 2022 la vicepresidente partecipò a una riunione dell’APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) in Thailandia. I punti all’ordine del giorno furono, tra gli altri, la guerra in Ucraina, l’inflazione, e le politiche assertive della Cina (che partecipava al summit). Contestualmente Harris moderò una tavola rotonda sul cambiamento climatico a cui parteciparono attivisti e dirigenti d’azienda.
Durante la visita Harris incontrò il premier thailandese Prayut Chan-o-cha, mettendo al centro dell’agenda il cambiamento climatico, lo sviluppo sostenibile e la precaria situazione nel vicino Myanmar dopo il colpo di Stato militare del 2021.
Poco dopo, Harris partecipò al summit dell’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico) nelle Filippine, tenendo diversi incontri bilaterali con Presidenti e Premier di alcuni Stati chiave. 
Il più importante di questi incontri fu senz’altro quello con il Presidente cinese Xi Jinping. Nonostante ciò, in quell’occasione Harris tenne un discorso in cui respingeva “la politica aggressiva cinese nel Mar Cinese Meridionale”.
Successivamente, il viaggio di Harris proseguì in Vietnam, dove incontrò attivisti per i diritti LGBTQ+ e per il cambiamento climatico, e in Thailandia, dove ebbe un incontro con altri gruppi di attivisti e imprenditori che stavano investendo nel settore delle rinnovabili.
Nel 2023 Harris partecipò nuovamente al summit dell’ASEAN, che si tenne in Indonesia (che in quell’anno ne ospitava la Presidenza), in cui incontrò il Presidente indonesiano Joko Widodo, oltre ad altri partner strategici, quali i Presidenti e Primi Ministri di Corea del Sud, Giappone, Cina e Australia. Harris si congratulò con Widodo per gli sforzi profusi per la cooperazione nella regione per le iniziative volte a promuovere la crescita economica dell’area.
Durante l’incontro, USA e Indonesia manifestarono l’intenzione di rafforzare la cooperazione in diversi ambiti, quali lo sviluppo economico, l’energia, la difesa marittima, e la sicurezza informatica. La vicepresidente Harris e il Presidente indonesiano sottolinearono inoltre l’importanza del diritto internazionale e della libertĂ  di navigazione nel Mar Cinese Meridionale.

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Fig. 2 – Harris durante un momento del summit speciale USA-ASEAN, tenutosi a Washington nella primavera 2022. Al suo fianco Philip Gordon, esperto di politica estera e consigliere della vicepresidente americana

HARRIS E L’ASIA-PACIFICO: QUALE STRATEGIA?

Durante il proprio mandato da vicepresidente, Harris ha incontrato decine di leader asiatici, compresi i principali alleati degli Stati Uniti (Giappone, Corea del Sud, Filippine, Thailandia e Australia, considerata parte dell’area Asia-Pacifico). 
Harris è stata una grande sostenitrice del “de-risking”, una politica volta a scoraggiare la dipendenza delle economie occidentali dalla Cina, ed è sempre stata critica nei confronti delle manovre cinesi nel Mar Cinese Meridionale, accusando più volte Pechino di “bullismo”.
Se da una parte il mandato da vicepresidente l’ha vista molto presente nella regione dell’Asia-Pacifico, dall’altra sappiamo che la politica estera non è sempre stata il suo punto di forza, dato che ha sempre cercato l’appoggio di consiglieri più esperti come Philip Gordon. 
Harris ha lavorato molto per rafforzare le alleanze degli Stati Uniti nell’Asia-Pacifico, un’area di crescente importanza strategica. In caso di vittoria alle elezioni presidenziali, è probabile che continuerĂ  a perseguire questa linea, cercando di bilanciare l’influenza cinese e promuovere la stabilitĂ  e la crescita economica nella regione.

Annachiara Maddaloni

Kamala Harris” by Gage Skidmore is licensed under CC BY-SA

Dove si trova

Perchè è importante

  • Kamala Harris è ufficialmente la candidata democratica alle elezioni presidenziali di novembre. Durante il mandato da Vicepresidente, si è impegnata molto per consolidare le alleanze statunitensi in Asia-Pacifico, soprattutto per bilanciare l’influenza cinese nell’area.
  • L’importanza data alla regione da Harris, dimostrata a piĂą riprese durante le sue visite, sarĂ  cruciale anche per un suo eventuale insediamento alla Casa Bianca.

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Annachiara Maddaloni
Annachiara Maddaloni

Appassionata di Asia, fin da piccola ho avuto il privilegio di partecipare a varie esperienze linguistiche e culturali nel Regno Unito e negli Stati Uniti. La curiositĂ  per i contesti multiculturali mi ha portata, a 15 anni, a vincere una borsa di studio per trascorrere un breve periodo in Cina. Durante il percorso universitario ho approfondito gli studi presso la Fu Ren Catholic University di Taipei e la Beijing International Studies University.

Dopo quattro anni in aziende multinazionali, dal 2020 collaboro con l’Istituto Confucio dell’Università Cattolica, dove coordino i progetti editoriali e scolastici legati alla promozione della lingua e cultura cinese in Lombardia.

Contestualmente, da qualche anno ho scoperto una grande passione per l’insegnamento delle lingue. Avere a che fare con le nuove generazioni stimola la mia crescita personale e professionale, oltre a spingermi ad approfondire ciò che succede nel mondo e a verificare con cura le fonti da cui provengono le informazioni.

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