In 3 sorsi – Il Myanmar ruba all’Afghanistan un primato importante: lo Stato del Sud-Est asiatico è ora il primo produttore di oppio a livello globale, e l’ascesa non sembra vicina alla fine.
1. IL MYANMAR NEL ‘GOLDEN TRIANGLE’
Il cosiddetto Golden Triangle è un’area montuosa situata attorno all’incontro dei confini di Myanmar, Laos e Thailandia. Questa regione è storicamente conosciuta come una delle zone principali della produzione di oppiacei a livello mondiale. Sin dagli anni Cinquanta del Ventesimo secolo, il Golden Triangle ha sviluppato una fiorente attività di narcotraffico, favorita dal territorio poco accessibile e dalle permanenti situazioni di conflitto. L’oppio e l’eroina hanno da sempre rappresentato il principale oggetto di traffici nel Golden Triangle, gestiti da gruppi criminali organizzati legati ai movimenti locali di insorgenza, così come a organi statali della regione. Nonostante il narcotraffico si sia evoluto traendo profitto anche da altri tipi di attività illecite, come il traffico di armi, la produzione di oppio è rimasta centrale e, nel 2023, il Myanmar ha raggiunto un primato di grande rilevanza.
Fig. 1 – Scena di vita quotidiana nel Golden Triangle
2. PRIMO PRODUTTORE MONDIALE DI OPPIO
Secondo un report dello United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), il Myanmar è diventato il più grande produttore di oppio a livello mondiale, superando l’Afghanistan. Rispetto all’anno precedente, lo Stato del Sud-Est asiatico ha visto un aumento del 18% degli ettari di territorio utilizzati per la produzione di oppio. Il report riporta inoltre che anche la resa media stimata dell’oppio è aumentata, del 16%, grazie a pratiche agricole più sofisticate e a investimenti nei sistemi di irrigazione e nei fertilizzanti.
Un altro dato di estrema importanza riguarda il profitto degli agricoltori: in totale, hanno guadagnato il 75% in più rispetto al 2022. L’oppio è quindi una coltivazione attraente per la gente del Paese, che non trova alternative altrettanto allettanti e che, a causa della mancanza di uno Stato di diritto, riesce liberamente a produrre queste sostanze. Inoltre, un fattore che ha permesso lo sviluppo di questo settore va trovato nel golpe militare avvenuto in Myanmar nel 2021. A seguito di ciò molti birmani si sono spostati nelle campagne e nelle aree montuose, ripiegando le proprie attività sulla produzione dell’oppio.
Fig. 2 – Coltivazione di oppio in Myanmar
3. UN MERCATO IN CRESCITA
Il primato del Myanmar sembra possa rimanere stabile negli anni futuri. Infatti l’Afghanistan, principale competitor della produzione di oppiacei, ha visto le coltivazioni crollare drasticamente del 95% a seguito del divieto dell’utilizzo e produzione di droghe effettuato dal neo-insediato Governo talebano. Nonostante il ban dell’Afghanistan non possa impedire totalmente la coltivazione di oppio, è un aspetto che dà sicuramente un vantaggio nel settore al Myanmar e che avrà conseguenze sul narcotraffico regionale e globale.
La questione afghana, sommata alla crisi iniziata in Myanmar nel 2021, promette una crescita ulteriore del narcotraffico nel Golden Triangle. La criminalità e le sfide governative, infatti, sono state esacerbate dal colpo di Stato e, finché non verranno trovate soluzione alternative per la sussistenza degli agricoltori del Myanmar, il mercato dell’oppio continuerà a fiorire.
Matteo Bettoli
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