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Paesi Bassi: dalle urne svolta (a sorpresa) europeista

In 3 SorsiRisultati sorprendenti alle elezioni generali anticipate nei Paesi Bassi, tenutesi lo scorso 29 ottobre. Due i partiti più votati, gli europeisti moderati di D66 e i nazionalisti radicali del PVV, che perdono però 9 seggi rispetto al 2023 e che saranno verosimilmente esclusi dalle trattative di Governo. Prosegue la flessione dei partiti tradizionali, ora alla disperata ricerca di un ruolo (secondario) nel prossimo esecutivo.

1. I PAESI BASSI AL VOTO PER SCEGLIERE IL SOSTITUTO DELL’INDIPENDENTE SCHOOF

Lo scorso 29 ottobre si sono svolte nei Paesi Bassi le elezioni generali anticipate, convocate a seguito della caduta del Governo Schoof nel giugno 2025. L’esecutivo di coalizione, nato nel luglio 2024 dopo lunghi mesi di trattative, presentava questa configurazione: Partito per la Libertà (PVV), di estrema destra; Partito per la Libertà e la Democrazia (VVD), liberal-conservatore; Nuovo Contratto Sociale (NSC), cristiano-democratico; Movimento Civico Contadino (BBB), conservatore e attento agli interessi degli agricoltori e delle aree rurali. Le ultime elezioni generali per rinnovare la Camera dei Rappresentanti olandese si erano tenute nel novembre 2023 e avevano visto trionfare la destra radicale del PVV di Geert Wilders (23,5%, 37 seggi su 150). A far terminare l’esperienza del Governo Schoof è stato proprio l’abbandono del PVV a causa di disaccordi sulla gestione delle politiche migratorie, seguito due mesi dopo anche dagli alleati del Nuovo Contratto Sociale (NSC).

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Fig. 1 – Manifesti elettorali in Olanda

2. DOPO ANNI DI STABILITÀ, LA POLITICA OLANDESE CERCA UN NUOVO PADRONE

In linea con i trend elettorali classici della politica olandese, anche alle ultime elezioni nessun partito ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi (76). Le elezioni generali del 2025 hanno comunque prodotto diverse sorprese, che avranno indubbiamente un impatto sul futuro del Paese. Il PVV, vincitore delle elezioni 2023, ha perso 11 seggi fermandosi a 26, stesso numero del sorprendente partito Democratici 66 (D66), formazione europeista e progressista moderata che nel 2023 ne aveva ottenuti solo 9. I partiti storici, il VVD e il Partito Laburista (che correva in un unico blocco con il partito dei Verdi) hanno deluso le aspettative. Il VVD, più conservatore sotto la leadership di Dilan Yeşilgöz-Zegerius rispetto ai tempi di Mark Rutte, ha perso 2 seggi e numerosi elettori, scontenti dell’avvicinamento del partito a posizioni più radicali e della partecipazione al Governo con il PVV. Sul fronte ambientalista-progressista, il movimento congiunto Verdi-Laburisti (GL/PvdA) è il grande sconfitto di questa tornata elettorale, avendo ottenuto 20 seggi, solo due in più del partito conservatore moderato Appello Cristiano-Democratico. Il laburista Frans Timmermans, ex vicepresidente della Commissione Europea, ha subito ammesso il fallimento e rassegnato le proprie dimissioni da leader del partito.

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Fig. 2 – Rob Jetten, leader del partito di maggioranza relativa D66

3. I D66 PUNTANO A UN GOVERNO MODERATO E PIÙ VICINO ALL’UE

La sorprendente vittoria di D66, guidato dal trentottenne Rob Jetten, apre una nuova pagina della politica olandese. Archiviata l’esperienza del Governo Schoof, mai entrato pienamente nelle simpatie di molti olandesi, si attende ora l’esito delle consultazioni tra i vari partiti, con sullo sfondo il ruolo unificatore del Capo di Stato dei Paesi Bassi, il re Guglielmo Alessandro. Secondo una tipica convenzione democratica, il leader del partito più votato avrà il compito di formare il prossimo Governo. Sebbene il PVV di Wilders sia arrivato primo a pari merito, con qualche migliaio di voti in meno, è da escludere un suo coinvolgimento nel futuro esecutivo, poiché tutti i partiti hanno già dichiarato di non volersi alleare con la formazione di destra radicale. Appare chiaro, in conclusione, che perfino i Paesi Bassi, membro fondatore dell’Unione Europea e per lungo tempo esempio di stabilità politica nel continente, stiano attraversando una fase di riassestamento, probabilmente dovuta anche ai rapidi cambiamenti sociali che hanno investito il Paese negli ultimi decenni.

Giorgio Fioravanti

Photo by David_Peterson is licensed under CC BY-NC-SA

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Perchè è importante

  • È durata circa un anno la parentesi al potere del Partito per la Libertà di Geert Wilders, che dopo aver fatto cadere il Governo Schoof si ritroverà escluso dalle consultazioni.
  • Successo sorprendente per il movimento D66, progressista ed europeista, il cui giovane leader Rob Jetten si candida al ruolo di prossimo Primo Ministro.

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Giorgio Fioravanti
Giorgio Fioravanti

Classe 1997, nato e cresciuto a Rieti, attualmente ricopro il ruolo di Assistente di redazione presso la sede regionale della TGR Rai di Trento. Proprio a Trento si è svolta la mia intera carriera universitaria, completata con una laurea in European and International Studies. Dopo la laurea ho frequentato con successo un Master in Studi Diplomatici presso la sede di Roma della SIOI. Ho collaborato con diverse redazioni e siti online pubblicando contenuti di attualità e geopolitica. Il posto più curioso in cui ho vissuto è senza dubbio Gibilterra, dove ho anche svolto un periodo di ricerca tesi all’estero. Tra le mie passioni più grandi, naturalmente, la geopolitica e il caffè.

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