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Telangana: un nuovo Stato per l’India?

A fine luglio il Governo di coalizione guidato dall’Indian National Congress di Sonia Gandhi ha annunciato la separazione del Telangana dallo Stato dell’Andhra Pradesh. Se il processo dovesse concludersi positivamente – si attende ancora la delibera del Parlamento statale – il Telangana diventerebbe il 29° Stato federato della Repubblica indiana.

 

C’ERA UNA VOLTA IL TELANGANA – Il Telangana è una regione interna dell’India meridionale, a maggioranza etnica telugu. Comprende la città di Hyderabad, capitale dell’Andhra Pradesh, Stato cui appartiene e dal quale tenta da decenni di separarsi. Un Telangana come entità geografico-politica a sé stante, tuttavia, non sarebbe una vera novità nella cartina politica del subcontinente. Inclusa prima nel Sultanato di Delhi, poi nel regno Bahmani e infine nell’Impero Moghul, la regione divenne autonoma nel XVIII secolo. Nel 1799 tuttavia il Nazim (sovrano) di Hyderabad, firmando una subsidiary alliance con Londra, ne permetteva la trasformazione in uno dei cosiddetti “Stati principeschi” del Raj britannico, formalmente sovrano, ma sostanzialmente controllato dagli inglesi attraverso una forma di indirect rule. Solo in seguito alla liberazione dell’India dal giogo inglese, l’Hyderabad State ottenne nuovamente un’effettiva indipendenza, che durò però pochi anni. Presto il Telangana propriamente detto, che costituiva la maggior parte dello Stato, decise di separarsene per unirsi all’Andhra State, primo Stato “linguistico” dell’India indipendente, nato dall’unione dei distretti telugu che si erano a loro volta divisi della Provincia di Madras. Nasceva così, il I novembre 1956, dalla fusione di Telangana e Andhra, un unico grande Stato telugu: l’odierno Andhra Pradesh.

 

L’Andhra Pradesh, nato nel 1956 dall’unione di Andhra State e Telangana, è uno stato dell’India meridionale

UN’UNIONE FORZATA – Il Telangana è da sempre un’area principalmente agricola, con alti tassi di povertà e costante attività dei naxaliti, i gruppi ribelli indiani d’ispirazione maoista, ma che possiede delle caratteristiche allettanti, quali Hyderabad, tra le zone economiche più dinamiche dell’India, miniere di carbone e abbondanti risorse idriche, essendo racchiuso dai bacini del Krishna e del Godavari. Sulla proposta di fusione con l’Andhra State si era mostrato quindi sempre diffidente, temendo di subire un’iniqua spartizione delle acque e una tirannia a livello politico-amministrativo; l’Andhra (noto anche come “Seemandhra”), infatti, grazie al proprio passato nella Provincia di Madras, godeva di standard educativi migliori, mentre in Telangana, dove l’analfabetismo era maggiore, la lingua d’insegnamento era ancora, nella maggior parte dei casi, l’urdu, lingua ufficiale durante il dominio musulmano. Nemmeno la prospettiva di creare un grande Stato di etnia telugu persuadeva il Telangana, poiché in molti ritenevano che le due zone fossero in realtà linguisticamente e culturalmente differenti, seppur catalogate sotto la comune etichetta di “telugu”. Pur recalcitrante, il Telangana cedette alla fusione sotto gli auspici di un Gentlemen’s Agreement che nel 1956 stabiliva una serie di garanzie che il neonato Andhra Pradesh avrebbe dovuto rispettare nell’interesse della regione, pena il ritorno di quest’ultima all’autonomia. Gran parte della popolazione rimaneva però scettica, e con essa anche personalità politiche di primo livello, come l’allora premier Nehru, secondo il quale l’unione tra i due Stati era «un’idea macchiata d’imperialismo espansionista» paragonabile a «un accordo matrimoniale con clausola di divorzio». È esattamente questo divorzio che il Telangana rivendica da tempo.

 

I MOTIVI DEL SEPARATISMO – Il Telangana denuncia da decenni il blocco di numerosi progetti di razionalizzazione dell’irrigazione, che ha causato la desertificazione di molte sue zone, nonché permesso lo sfruttamento massivo dei bacini in maniera iniqua e favorevole per l’Andhra. La situazione ha avuto un serio impatto sull’economia della regione, portando tra l’altro in alcune aree alla diffusione della fluorosi a causa dell’eccessivo sfruttamento delle falde, spesso unica – e insalubre – fonte d’acqua. Le paure pre-fusione si sono avverate: l’amministrazione e l’alta burocrazia sono “monopolizzate” dall’Andhra, e il Telangana non riesce a spezzare questo circolo di sfruttamento, mancando di un pieno accesso politico.

La controparte dal canto suo, non volendo perdere Hyderabad, preme per l’unità: stando al piano attuale, infatti, una volta abbandonato dal Telangana, il Seemandhra dovrebbe costituirsi in Stato a sé e avrebbe dieci anni di tempo per creare la propria nuova capitale, mantenendo per tale periodo Hyderabad quale capitale congiunta.

 

UNA LUNGA LOTTA – Il malcontento del Telangana si è espresso in maniera violenta per la prima volta nelle proteste del gennaio del 1969, in seguito alle quali il movimento separatista si formalizzò con la nascita del Telangana Praja Samithi. Nel settembre del 1973 la c.d. “Six Point Formula” stabiliva nuove condizioni finalizzate a evitare il ripetersi di agitazioni, che però si sono ripresentate, periodicamente, fino al 2012. Nel 2001, nel frattempo, nasceva il Telangana Rashtra Samithi, nuovo partito separatista con un unico punto in agenda: creazione di un Telangana autonomo, con Hyderabad capitale. Il Governo, negli anni, ha affrontato la questione in maniera ambigua e poco incisiva; l’ultima grande promessa, puntualmente delusa, arrivò nel 2009, quando per l’ennesima volta fu annunciato l’inizio di un processo di separazione, poi bloccato dalle proteste per il mantenimento dell’unità statale da parte del Samaikyandhra Movement, nato in Andhra immediatamente dopo la dichiarazione di Delhi.

 

In evidenza i confini e i distretti del costituendo Telangana, in giallo la rimanente parte dell'Andhra Pradesh, futuro Seemandhra
In evidenza i confini e i distretti del costituendo Telangana, in giallo la rimanente parte dell’Andhra Pradesh, futuro Seemandhra

AUTONOMIA E STRATEGIE ELETTORALI È normale a questo punto domandarsi cosa abbia spinto l’Indian National Congress (INC) alla guida del Governo di coalizione a fare una concessione tale all’istanza separatista; di passi avanti Delhi, con la “dinastia Gandhi” al potere nel corso degli anni, ne aveva fatti vari, sempre seguiti però da passi indietro. Tuttavia stavolta pare agisca sul serio e il primo ministro Manmohan Singh ha infatti dichiarato il 27 agosto che la decisione presa è irrevocabile. Più che di sincera solidarietà per la causa del Telangana o accresciuta preoccupazione per lo stato degli scontri in loco, però, pare si tratti di una precisa strategia elettorale. L’India verrà chiamata alle urne la prossima primavera e il partito di Sonia Gandhi sta affrontando in Andhra Pradesh un grande calo di consenso. La decisione del 30 luglio vorrebbe quindi garantire all’INC il supporto degli elettori separatisti, “soffiandolo” all’arcinemico Barathiya Janata Party (BJP), che, storicamente favorevole alla causa, aveva fatto della questione del Telangana uno dei propri cavalli di battaglia elettorali. Non è un caso forse che la separazione sia stata approvata giusto una decina di giorni prima che Narendra Modi, candidato premier del BJP, arrivasse l’11 agosto a Hyderabad, tappa saliente della sua campagna elettorale in corso. Il “sì” del Governo Singh sembra quindi voler assicurare un terreno più favorevole al candidato dell’INC, Rahul Gandhi, e costringere il BJP a ripensare la propria strategia elettorale in Andhra Pradesh.

 

IL PUZZLE INDIANO Il Telangana è insomma candidato a fare il proprio ingresso nella lunga lista di Stati nati nel subcontinente a partire dal 1947. L’estrema varietà etnico-linguistica e religiosa del Paese, nonché i postumi ancora attuali del complicato passaggio dal Raj britannico all’epoca repubblicana, rendono il processo del nation-building indiano estremamente complesso. La cartina continua a cambiare: gli ultimi arrivati sono stati Jharkhand, Chhattisgarh e Uttarakhand, separatisi rispettivamente da Bihar, Madhya Pradesh e Uttar Pradesh nel 2000.

Sotto questo punto di vista, secondo alcuni, la creazione del Telangana potrebbe contribuire a riaccendere separatismi affini, come quelli che interessano Harit Pradesh in Uttar Pradesh, Vidarbha in Maharashtra, Bodoland in Assam e Gorkhaland nel Bengala Occidentale.

 

Silvia Tieri

 

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Silvia Tieri
Silvia Tieri

Classe 1989, laureata in Scienze Politiche e Internazionali con una tesi sulle minoranze islamiche cinesi ispirata da un primo viaggio in Cina fatto nel 2010. Con una seconda trasferta cinese nel 2012, da research intern presso un centro di ricerca, conferma la passione per la cultura e le vicende asiatiche, che coniuga a quella per il pianoforte classico, l’heavy metal e la cucina etnica. Attualmente è alle prese con una tesi specialistica sulle influenze indiane e cinesi sui rivolgimenti politici della Birmania contemporanea, in attesa della prossima occasione per volare a est…

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