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Biafra: nascita, agonia e morte di uno Stato africano

Ristretto15 gennaio 1970: i ribelli del Biafra si arrendono al Governo centrale nigeriano. Termina così uno dei conflitti più brutali del XX secolo, costato la vita ad oltre tre milioni di persone.

Le origini della guerra del Biafra sono lunghe e complesse, ma si possono comunque rintracciare nella decisione della Gran Bretagna di amalgamare i propri possedimenti coloniali lungo il fiume Niger in un’unica entità amministrativa agli inizi del ‘900. Questa decisione impone infatti lo stesso sistema di Governo a gruppi etnici molto diversi tra loro e finisce per favorire i territori settentrionali a maggioranza musulmana, che riescono a coltivare un rapporto più stretto con le autorità coloniali britanniche. Viceversa, le regioni meridionali – abitate principalmente da Yoruba e Igbo di religione animista o cristiana – vengono emarginate nella gestione politica della nuova colonia della Nigeria, nonostante siano le parti economicamente e socialmente più dinamiche di essa. Ciò alimenta inevitabilmente forti tensioni, che diventano ancora più marcate dopo la scoperta di importanti giacimenti petroliferi nel delta del Niger. Raggiunta l’indipendenza nel 1960, i proventi di tali giacimenti finiscono infatti per andare principalmente al Governo centrale nigeriano, controllato dal Nord e strettamente legato a Londra, che interviene anche per diminuire l’autonomia politica delle regioni meridionali, ridefinendone i confini amministrativi e alimentando le divisioni etniche al loro interno. Le elezioni nazionali del 1964 sono accompagnate da gravi violenze e mostrano anche una preoccupante ascesa politica dei militari a scapito delle istituzioni civili, percepite come corrotte e illegittime. Ma la situazione precipita davvero solo due anni più tardi, quando un tentativo di golpe da parte di ufficiali di origine Igbo porta alla sospensione della Costituzione federale e all’imposizione di un sistema centralistico all’intero Paese. Inoltre questi sviluppi sono accompagnati da sanguinosi pogrom contro gli Igbo in diverse aree del Nord, costati la vita a migliaia di persone, che alimentano le paure delle regioni sud-orientali del Paese, abitate per la maggior parte proprio da tale gruppo etnico. La successiva decisione del Governo di Lagos di dividere queste regioni in una serie di piccole e deboli unità amministrative, incapaci quindi di rivendicare i propri diritti politico-economici, spinge infine i leader locali a secessionare e a proclamare un nuovo Stato indipendente, la Repubblica del Biafra, nel maggio 1967.  La nuova repubblica ottiene presto il riconoscimento diplomatico di alcuni Paesi africani e il sostegno militare della Francia, ben contenta di colpire gli interessi di Londra in Africa occidentale.

A sostegno della Nigeria si schierano invece Gran Bretagna, URSS e Israele, che però vende armi di nascosto anche ai secessionisti. Nell’agosto 1967 l’Esercito nigeriano lancia una massiccia offensiva per riconquistare le regioni ribelli, ma le neonate forze armate del Biafra si difendono con successo e conquistano persino la città di Benin City, situata a circa 300 Km da Lagos. Ma il blocco economico imposto dalla Nigeria strangola il Paese, provocando una devastante carestia catturata impietosamente dai media internazionali. Ciò porta al lancio di diverse campagne umanitarie per le popolazioni colpite dal conflitto, che però si rivelano spesso inefficaci e mal coordinate. In risposta a tale fallimento, il giovane medico francese Bernard Kouchner fonderà alcuni anni più tardi Medici Senza Frontiere (MSF) con l’obiettivo di prestare aiuti più concreti alle vittime civili di conflitti armati. Intanto l’Esercito nigeriano conquista gradualmente diversi centri importanti del Biafra (Enugu, Port Harcourt) e usa metodi sempre più spietati per piegare la resistenza della popolazione locale, compresi stupri e bombardamenti indiscriminati. Ma anche i ribelli si macchiano di numerose atrocità, soprattutto a danno delle minoranze etniche della regione.

Nel dicembre 1969, infine, le forze nigeriane riescono a spezzare in due il territorio controllato dai secessionisti, riducendolo poi ulteriormente con diverse operazioni militari. A quel punto i leader del Biafra riconoscono la sconfitta e firmano la resa il 15 gennaio 1970. Lo Stato cessa quindi di esistere e viene riassorbito all’interno della Nigeria tramite un’ambigua politica di “riconciliazione nazionale”. La guerra provoca oltre 3 milioni di morti, soprattutto civili, e oltre mezzo milione di rifugiati. La ricostruzione della regione procede rapidamente, anche grazie ai proventi dell’industria petrolifera, ma non allenta le tensioni col Governo centrale e le rivendicazioni politiche delle comunità locali. A tutt’oggi la questione del Biafra non è affatto risolta e in anni recenti sono riemersi sentimenti separatisti che le autorità faticano a controllare.

Simone Pelizza 

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Piemontese doc, mi sono laureato in Storia all’Università Cattolica di Milano e ho poi proseguito gli studi in Gran Bretagna. Dal 2014 faccio parte de Il Caffè Geopolitico dove mi occupo principalmente di Asia e Russia, aree al centro dei miei interessi da diversi anni.
Nel tempo libero leggo, bevo caffè (ovviamente) e faccio lunghe passeggiate. Sogno di andare in Giappone e spero di realizzare presto tale proposito. Nel frattempo ho avuto modo di conoscere e apprezzare la Cina, che ho visitato negli anni scorsi per lavoro.

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