Editoriale – In questi giorni, e chissà ancora per quanto a lungo ancora, l’Italia sarà sottoposta all’emergenza prodotta dall’epidemia del nuovo Coronavirus, che causa la sindrome Covid-19. Il dibattito è quasi interamente monopolizzato da questa vicenda, che sta avendo oggettivamente un impatto molto forte sulla vita quotidiana di chi vive nelle regioni più colpite, e più in generale in Italia. Si sente e si legge tutto e il suo contrario; in una situazione del genere, mai vissuta prima, è comprensibile che il cittadino medio – privo delle necessarie competenze medico-scientifiche – si senta disorientato e preoccupato per quello che potrebbe succedere.
Come ha deciso di comportarsi “Il Caffè Geopolitico” in questa situazione? Ognuno di noi della redazione sta vivendo una situazione personale singolare, come cittadino, come professionista o come amministratore, ma innanzitutto come essere umano. Un nostro collaboratore è residente in uno dei comuni del lodigiano inseriti nella zona rossa e ci ha inviato una testimonianza in prima persona dalla quarantena. Inutile girarci attorno: abbiamo tutti il timore che da un momento all’altro ci possa essere imposto di stare lontano da parenti e amici per un lungo periodo. Non entriamo nel merito della effettiva necessità di queste misure. Crediamo però che in questo momento ognuno di noi, che abbiamo un occhio socio-politologico e una visione globale su quanto accade nel mondo, avremmo il dovere di offrire il nostro piccolo contributo per tirare fuori degli anticorpi – o di produrli se ancora non sono stati sviluppati.
Come possiamo farlo? Continuando a fare quello che ci viene meglio: raccontare e spiegare quello che accade nel mondo. Il coronavirus è – giustamente – la priorità del momento, ma nel frattempo ci sono molti altri fatti e dinamiche che devono essere raccontate, spiegate e analizzate Le primarie democratiche negli Stati Uniti, le pressioni migratorie al confine tra Grecia e Turchia, i negoziati tra Unione Europea e Regno Unito per la definizione dei nuovi rapporti dopo la Brexit, e al contempo, i negoziati paralleli per un trattato di libero scambio tra i cugini anglosassoni; questi sono alcuni dei fatti importanti che caratterizzano le relazioni internazionali in questa fase e che non devono passare sotto silenzio. Ecco, continuare a svolgere la nostra “mission” ci sembra il modo migliore di affrontare l’emergenza attuale dalla nostra parte perché speriamo non solo che tutto torni come prima, ma perché speriamo anche che superando questo momento, tutti saremo diversi. Certamente non ignoreremo gli aspetti legati all’epidemia che hanno una rilevanza per la geopolitica e gli affari internazionali: le ricadute economiche, le conseguenze sociali, gli effetti su come abbiamo interpretato la globalizzazione fino ad oggi. Le analisi degli effetti del coronavirus devono essere basate su dati certi, reali, comprovati; sviluppare delle analisi geopolitiche e/o geoeconomiche basate sui pochi dati a disposizione al momento, sarebbe da indovini più che da esperti di geopolitica ed economia.
Il Caffè, per tutto questo e altro, continuerà a fare la sua parte come sempre, con serietà, professionalità e obiettività, rifuggendo da sensazionalismi ed esagerazioni. Continuate a seguirci.
La Redazione
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