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Gli alti e bassi di Delhi

Il Giro del Mondo in 30 Caffè – Se per l’India il 2010 si è chiuso con importanti successi a livello internazionale,  in politica interna i recenti scandali per corruzione stanno mettendo a dura prova il governo di Manmohan Singh. Negli ultimi mesi, l’India ha firmato con Stati Uniti, Francia e Cina accordi commerciali per un valore pari a 50 miliardi di dollari. New Delhi ha visto passare in veste ufficiale in meno di due mesi Barack Obama, Nicolas Sarkozy, il Primo Ministro cinese Wen Jiabao e il leader russo Dmitry Medvedev. Se tali visite non possono che indicare un crescente riconoscimento del ruolo dell’India a livello internazionale, gli scandali potrebbero avere delle serie conseguenze sulla stabilità politica e sull’immagine del paese nei prossimi mesi.

PROSPETTIVE ECONOMICHE – La crescita economica di cui l’India è stata protagonista  negli ultimi anni sembra destinata a continuare anche nel 2011. Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale, infatti, la crescita del PIL, che nel 2010 si attesta intorno al 9,7%, nel 2011 dovrebbe essere dell’8,4%. Una delle grandi attese per il prossimo anno riguarda il commercio, in particolare quello con i paesi dell’Unione Europea. Negli ultimi anni, le difficoltà in seno ai negoziati del Doha Round hanno spinto l’UE e l’India ad avviare delle discussioni separate che nel 2011 potrebbero terminare con la firma di un Accordo di Libero Scambio. Nonostante alcune questioni legate alla proprietà intellettuale, al rispetto dell’ambiente e dei diritti umani, entrambe le parti sembrano aspettarsi la firma nei primi mesi del 2011. Un accordo, questo, che farebbe crescere velocemente il commercio tra i due paesi, che passerebbe dagli attuali 90 miliardi di dollari a 130 miliardi.

Se tale patto rappresenta un ulteriore passo in avanti per l’economia indiana, la sua corsa resta ancora frenata da strade, porti, linee ferroviarie e altre infrastrutture inefficenti e trascurate. I Giochi del Commonwealth organizzati in India lo scorso ottobre, che avrebbero dovuto permettere al paese di mostrare al mondo la propria forza, ne hanno invece rivelato le debolezze: inefficenza degli stadi e delle strade, sprechi e corruzione. Proprio lo sviluppo delle infrastrutture, quindi, tra le sfide più importanti per il prossimo anno. Le risorse dedicate a questo settore continuano ad aumentare: si parla di un 9% del PIL investito nel settore, con l’obiettivo di raggiungere 500 miliardi di dollari nel periodo 2008-2012.

Gli scandali legati alla preparazione dei Giochi sono solo uno degli episodi di corruzione venuti a galla nel 2010. Se il mondo politico indiano è stato sempre caratterizzato da eventi di questo genere (l’India si trova all’87° posto nella classifica stilata da Transparency International), il susseguirsi di scandali è stato particolarmente grave negli ultimi mesi, danneggiando l’immagine dello stesso Primo Ministro. L’opposizione chiede l’apertura di inchieste a livello parlamentare e accusa il capo del Governo di aver chiuso gli occhi, soprattutto in relazione al comportamento del suo Ministro delle Telecomunicazioni Andimuthu Raja, sospettato di avere svenduto alcune licenze di telefonia mobile provocando enormi danni alle casse dello Stato.

PAKISTAN – Il 2011 sarà un anno importante anche per capire quale direzione prenderanno i rapporti tra l’India e il suo vicino più difficile, il Pakistan. Se durante la prima metà del 2010 sembrava che i leader politici dei due paesi si volessero impegnare per riaprire il dialogo, durante gli ultimi mesi tali speranze sono state deluse. Lo scorso aprile Singh e il Primo Ministro pachistano Gilani si sono incontrati in Bhutan a margine del 16° vertice della South Asian Association for Regional Cooperation (SAARC), e in questa occasione aveano dichiarato la propria volontà di riaprire il dialogo congelato dopo gli attacchi di Mumbai del 2008. Questo incontro non è rimasto un episodio isolato: in giugno si sono riuniti i Ministri dell’Interno, e tra il 14 e il 17 luglio il Ministro degli Esteri indiano Krishna si è recato in visita ufficiale a Islamabad per discutere con il suo omologo pachistano Qureshi. Se il susseguirsi dei vertici sembrava indicare la possibilità di trovare un nuovo terreno di incontro, il bilancio della riunione di luglio è stato tutt’altro che positivo. La questione degli attacchi di Mumbai, che continua ad aumentare la diffidenza tra le due parti, resta l’ostacolo più serio allo sviluppo dei negoziati.

Nonostante ques’ultimo fallimento, i due Ministri si sono impegnati ad incontrarsi di nuovo per continuare le discussioni. Qureshi, infatti, è atteso a New Delhi nei primi mesi del 2011. Nel frattempo, un incontro tra i Segretari di Stato Nirupama Rao e Salman Bashir è già previsto per la prima settimana di febbraio a Thimphu durante il vertice della SAARC.

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CORTEGGIATA DALLE GRANDI? –  Due delle visite più importanti del 2010 a New Delhi sono state quelle del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama e del Primo Ministro cinese Wen Jiabao. Le parole di Obama e i numerosi accordi firmati in ambito economico e militare sembrano indicare la volontà da parte di Washington di riportare in primo piano la relazione strategica con New Delhi. Oltre alle ripercussioni sulla cooperazione economica e militare tra i due paesi, la visita ha avuto un significato importante soprattutto in relazione al riconoscimento del ruolo dell’India a livello internazionale. Obama, infatti, oltre ad aver espresso il proprio apprezzamento per l’impegno dell’India nella ricostruzione e nello sviluppo dell’Afghanistan, ha annunciato il proprio sostegno alle sue aspirazioni in seno al Consiglio di Sicurezza dell’ONU (UNSC). Tale dichiarazione assume un significato ancora più rilevante se si pensa che nel 2011 l’India siederà nel Consiglio come membro non-permanente, a fianco di altri grandi paesi emergenti come il Brasile e il Sud Africa.

Anche Wen Jiabao ha espresso un generale riconosimento della volontà di New Delhi di giocare un ruolo più rilevante in seno al UNSC, senza però esprimere il proprio completo sostegno. Durante la visita, la prima di un Primo Ministro cinese degli ultimi cinque anni, i due paesi hanno dichiarato di  voler promuovere gli scambi commerciali per raggiungere un valore di 100 miliardi dollari entro il 2015 (è passato da 3 miliardi nel 2001 a 60 miliardi nel 2010). Nonostante tale boom, le relazioni rimangono tese soprattutto a causa della vicinanza tra la Cina e il Pakistan, delle ambizioni regionali di entrambi i paesi e delle dispute territoriali.

Valentina Origoni

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Valentina Origoni
Valentina Origoni

Laureata in Relazioni Internazionali a Bologna, lavoro da diversi anni nella cooperazione internazionale allo sviluppo e, in particolare, su progetti di aiuto umanitario in Asia, per organizzazioni non governative e per l’ONU. Sono appassionata di relazioni internazionali e geopolitica, e, in seguito alle mie missioni in paesi molto vulnerabili al cambiamento climatico, mi interesso alle questioni legate al riscaldamento globale e alle negoziazioni internazionali.

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