venerdì, 15 Novembre 2024

APS | Rivista di politica internazionale

venerdì, 15 Novembre 2024

"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

Brasile nel pallone?

Gli scontri di alcune settimane fa hanno riportato l’attenzione dell’opinione pubblica sul Brasile e l’avanzamento nei cantieri che tra pochi mesi ospiteranno i Mondiali di calcio. Ma a quale prezzo?

GLI SCONTRI – Nuovi disordini si sono verificati in Brasile. Nelle scorse settimane manifestazioni pacifiche contro i Mondiali di calcio si sono trasformate in guerriglia urbana in almeno quattro città: San Paolo (dove si sono registrati gli scontri più violenti), Rio de Janeiro, Natal e Curitiba. Sabato 25 gennaio un migliaio di manifestanti si era radunato in maniera pacifica nel centro di San Paolo quando un centinaio di “Black Bloc” ha iniziato ad incendiare cassonetti e a devastare filiali di banche e negozi. Una decina di giorni dopo, il 6 febbraio, mentre seguiva una manifestazione a Rio de Janeiro, il cameraman Santiago Andrade è stato colpito da un ordigno esplosivo ed è morto pochi giorni dopo in ospedale.
Il tragico evento ha spinto il Parlamento ad accelerare l’approvazione della legge antiterrorismo, vista come garanzia di tutela per le delegazioni estere ai Mondiali e alle Olimpiadi del 2016. La legge considererà come terroristico ogni atto in grado di provocare terrore o panico nella società. Le pene andranno da un minimo di 15 ad un massimo di 30 anni di reclusione.
I motivi delle proteste sono in parte simili a quelli che la scorsa estate avevano acceso i riflettori sulla situazione sociale del Paese sudamericano durante la Confederations Cup, ovvero i costi apparentemente spropositati che l’organizzazione dell’evento sta richiedendo.
Costi che in un Paese come il Brasile, pur essendo  parte dei cosiddetti  “BRICS”- Paesi che pur con sistemi economici diversi tra loro sono stati caratterizzati negli ultimi anni da un sorprendente sviluppo economico – stridono con la permanenza di vaste sacche di povertà in ogni zona del Paese.  Ma non solo, la nuova classe media è delusa dal welfare, così come dai trasporti e dal livello delle infrastrutture,non  degne di un Paese che si prepara ad essere sotto gli occhi del mondo.

Il nuovo Maracanà a Rio de Janeiro
Il nuovo Maracanà a Rio de Janeiro

I COSTI DEL MONDIALE– Il segretario esecutivo del ministero dello sport brasiliano Luis Fernandes, in un’ intervista al quotidiano “Folha de S.Paulo”, aveva annunciato che i costi si sarebbero aggirati intorno ai 28 miliardi di reais, circa 10 miliardi di euro. Oggi i lavori hanno raggiunto il costo di 33 miliardi di reais, 13 miliardi di euro, e non sono ancora finiti.
Il Brasile si era aggiudicato il prestigioso evento sportivo promettendo che gli investimenti per la costruzione degli stadi avrebbero portato migliorie a cascata nelle città coinvolte. Gli stadi sarebbero stati  finanziati da privati, mentre i fondi pubblici sarebbero stati destinati alla costruzione di nuovi aeroporti, arterie autostradali e ospedali.
Tuttavia, non sembra essere proprio andata così. La maggior parte dei fondi per la costruzione e la ristrutturazione degli stadi proviene dalle casse statali, attraverso il BNDES (Banco Nacional de Desenvolvimento Econômico e Social), un ente pubblico legato al ministero dell’industria,dello sviluppo e del commercio estero. Mentre i cantieri per il rinnovo e l’ammodernamento di aeroporti e autostrade sono partiti solo nella metà dei trenta cantieri previsti, anche in questo caso finanziati per metà dalle casse statali e il resto da privati.
Infine non bisogna dimenticare gli elevati costi sociali che l’organizzazione di questo mondiale ha provocato e sta provocando.
Secondo il LAB (Latin American Bureau) un’organizzazione indipendente che si occupa di America Latina, nella costruzione di stadi ed infrastrutture sarebbero stati calpestati i diritti di migliaia di cittadini.Ben 21 villaggi e favelas intorno alle metropoli in cui sorgeranno i nuovi impianti sportivi sono stati confiscati dallo stato e poi distrutti.

COSA SUCCEDERA’? – I disordini sociali che si sono verificati erano inimmaginabili al momento dell’assegnazione dei mondiali al Brasile. Le centinaia di migliaia di cittadini nelle piazze e nelle vie delle metropoli brasiliane, che l’anno scorso fecero il giro del mondo provocando lo stupore di molti di noi e portarono alle allucinate dichiarazioni del numero 1 della FIFA Joseph Blatter, che senza mezzi termini affermò: “ Il calcio è più importante dell’insoddisfazione delle persone”, scatenando un vespaio di polemiche.
“Nessun progetto è stato discusso con la popolazione finché non sono scoppiate le opposizioni. Ecco qual è il lascito più grande dei Mondiali al Brasile: l’idea che il popolo può vincere se fa valere i suoi diritti”. Con queste parole Natalia Viana, giornalista dell’agenzia brasiliana “Pùblica”, ha commentato gli eventi delle ultime settimane. Ed è sicura di una cosa, che i brasiliani accoglieranno il mondiale tra le proteste.

Filippo Carpen

Dove si trova

Perchè è importante

Vuoi di più? Iscriviti!

Scopri che cosa puoi avere in più iscrivendoti

Filippo Carpen
Filippo Carpen

Sono laureato in ʺScienze Internazionali ed Istituzioni Europeeʺ presso la facoltà di ʺScienze Politicheʺ della ʺUniversità Statale di Milanoʺ.
I miei interessi spaziano  dal continente asiatico, in particolar modo a Cina, Giappone e Paesi del sud-est, al Centro America. Aree ricche di storie e culture millenarie e al contempo di rivalità e tensioni sociali che oggi grazie ai media sono sotto gli occhi di tutti noi. Mi piace informarmi su quanto accade in questi  magnifici scenari  e proverò a spiegare, a chi avrà la pazienza e la voglia di seguirmi, gli eventi geopolitici più importanti, apparentemente così lontani ma in realtà incredibilmente vicini.

 

Ti potrebbe interessare