Le elezioni amministrative francesi hanno visto l’eccezionale crescita del consenso del partito di estrema destra Front National, abilmente guidato da Marine Le Pen. L’esito del voto preoccupa sia su base nazionale che in vista delle elezioni europee di maggio. Vediamo in 3 sorsi
IL PRIMO TURNO – Il risultato delle elezioni amministrative è ancora parziale. La maggior parte dei comuni dovrà andare al ballottaggio. Eppure il Front National canta già vittoria, per molti versi a ragione. Il partito di estrema destra è al ballottaggio in oltre 200 municipalità , ed ha già conquistato quella di Hénin-Beaumont al primo turno. In valore assoluto i numeri non sono eccezionali, ma il risultato netto sì. Il Front National ha allargato di misura il proprio consenso rispetto alle consultazioni precedenti, crescendo quasi del doppio nella sola Parigi. Se il secondo turno confermerà il trend, il Front National aspira a proporsi come un terzo polo nel sistema politico francese. Perlomeno sono queste le ambizioni di Marine Le Pen, la quale segue una strategia ben precisa chiamata “della palla di neve”: ogni piccola vittoria deve essere usata per alimentare le successive. Dopo aver preso alcune amministrazioni locali, il Front National non ha quindi sprecato il consenso accumulato, e lo ha proiettato nelle attuali amministrative. I passi successivi sono le elezioni del parlamento europeo e le nazionali.

VINCITORI E VINTI – Il risultato del FN sconvolge per i progressi del partito, ma in termini assoluti la crescita maggiore è quella dell’UMP di Copé, che riguadagna terreno dopo un periodo di deciso sottotono. In crisi i socialisti, che subiscono una dura punizione. Una parte della flessione verso il basso è fisiologica, ma il PS ha perso davvero tanto e la ribalta del FN non fa che sottolineare l’insuccesso elettorale. L’altro grande vincitore è l’astensionismo, in media un francese su 3 non è andato a votare. Questo significa che il risultato delle amministrative ha premiato i partiti più agguerriti anche se più piccoli. Ma il dato è ugualmente preoccupante, perché fornisce ulteriori opportunità a Marine Le Pen, che fa molta leva sull’insoddisfazione diffusa. Proporre un’alternativa al dualismo classico ha talvolta favorito i candidati del FN alle urne. Diversi osservatori internazionali fanno notare come tale successo possa influenzare le prossime elezioni europee, alle quali si teme un generale avanzamento del fronte euroscettico in Parlamento. A dire il vero il Front National non è paragonabile ai cosiddetti “protest party” che, stando agli exit polls, siederanno in maniera significativa al Parlamento europeo, essendo un partito con una storia politica rilevante ed idee ben definite. Nondimeno, un FN più forte consolida la crescita dei movimenti/partiti populisti, visti con molta diffidenza da Bruxelles perché spesso forieri di caduta di qualità nel dibattito parlamentare (che a livello istituzionale europeo si tiene spesso a livelli medio-alti – nda).
ASSE REPUBBLICANO – Il PS cerca di correre ai ripari. Nei comuni dove una vittoria è ancora possibile, il Partito Socialista ricerca alleati di sinistra per surclassare i candidati di colore opposto. Dove il PS non ha tenuto, invece, richiama i propri elettori a rispettare il cosiddetto “asse repubblicano”, ovvero votare per il candidato opposto a quello del FN, a prescindere dal suo colore politico. Una mossa forse tardiva, ma che può contenere il risultato di Le Pen. Significativo notare il ribaltamento di tendenza elettorale. Se pochi mesi fa, in alcune “Cantonales”, l’UMP era stato accusato di aver perso la tenuta necessaria ad arginare l’avanzata del FN, la situazione è ora ribaltata. Il partito di centro-destra è cresciuto e riconquistato parte del terreno perso mentre è il blocco socialista a soffrire di penuria di consensi ed inficiare la tenuta dell’asse repubblicano.
Marco Giulio Barone