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Focus Nord Africa e Medio Oriente

Il Caffè segue con attenzione le vicende del Maghreb: ecco in evidenza gli articoli che i nostri autori hanno proposto nei giorni passati. Un Focus importante, che continueremo ad aggiornare per provare a dare una visione chiara e diretta di quello che sta succedendo e di quali siano i punti chiave di queste difficili vicende

Ci “veto” doppio, M. Penna, 10/02/2012 Il duplice “niet” posto da Russia e Cina in sede di Consiglio di Sicurezza per bocciare la risoluzione proposta da Paesi arabi e occidentali contro la Siria di Assad rivela delle implicazioni geopolitiche fondamentali. Pechino mantiene salda la propria linea di non interferenza negli affari interni degli altri Stati dimostrando però di possedere una maggior forza e decisione. Inoltre, si avvicina sempre di più a Mosca

Lezioni di Libia, L. Nannetti, 07/11/2011 Con la morte di Gheddafi e la fine del suo regime ha termine anche l’operazione Unified Protector. Per gli alti comandi alleati è giunto il momento di trarre le conclusioni su cosa abbia funzionato e cosa no, poiché l’operazione ha fornito l’opportunità di verificare le capacità di una forza NATO operante senza un predominante supporto USA. Senza Washington, il gigante NATO mostra in realtà di avere piedi d’argilla o, meglio, di non essere più capace di operare lontano dai propri confini

Ghedda-fine, L. Nannetti, 20/10/2011 La notizia della fine del Colonnello è rimbalzata tra le agenzie di stampa, così come le immagini: Gheddafi è morto, ucciso a Sirte, forse dagli uomini del CNT che hanno finalmente espugnato l’ultima roccaforte del regime, forse dal fuoco degli elicotteri NATO. In ogni caso con la caduta di Bani Walid nei giorni scorsi il regime è davvero finito. La Libia è libera dal tiranno? Sembra proprio così, ma il difficile arriva ora. Il “Caffè” prova ad offrirvi alcune prospettive alla fine di una dittatura durata più di quarant’anni

Nella testa del Colonnello, L. Nannetti, 24/08/2011 Perché Gheddafi non si arrende? La risposta a questa domanda sembra impossibile da trovare: braccato in tutto il paese, cacciato dal suo rifugio nella capitale e con sempre meno truppe al suo fianco, tutto farebbe pensare alla resa come unica uscita per il Colonnello. Tutto ciò è vero solo se pensiamo con la nostra testa. Ma entriamo per un attimo nella sua

Game Over (?), L. Nannetti, 22/08/2011 Dopo più di 150 giorni di conflitto, i ribelli sono entrati a Tripoli e stanno gradualmente prendendo il controllo di zone sempre più ampie della capitale libica. Ciò che ha sorpreso è stata la velocità dell’avanzata degli ultimi giorni e la relativa mancanza di resistenza del regime proprio nella propria roccaforte. Siamo alla fine del regime di Gheddafi? Vale la pena osservare più da vicino gli eventi per capire quale è la strategia che ha permesso un così rapido cambiamento. Quanto è grande il ruolo della Nato e quanto lo è quello dei ribelli?

La via d’uscita, L. Nannetti, 12/05/2011 Torniamo a occuparci di Libia, dove apparentemente non sembra cambiato nulla: Misurata è ancora assediata, i ribelli e i lealisti si affrontano ancora attorno a Brega, la NATO continua a bombardare. Eppure gli eventi recenti hanno mostrato al mondo che qualcosa si muove. Gheddafi è rimasto ucciso? Oppure è nascosto da qualche parte? Forse proprio la sua morte sarebbe il modo più rapido per chiudere la guerra.

Né Unified, né Protector – 04/04/2011, di Lorenzo Nannetti Libia – Dopo i successi durante Odyssey Dawn, ora l’operazione internazionale è passata sotto comando NATO col nome di Unified Protector. Quasi contemporaneamente i ribelli hanno dovuto fermare la loro avanzata a causa dell’ennesimo contrattacco dei lealisti. Che succede? I raid non funzionano più o è una coincidenza? La realtà è ben più complessa…

Confusione nei cieli22/03/2011, di Lorenzo Nannetti Libia – A pochi giorni dall’inizio delle operazioni contro il regime di Gheddafi, la coalizione presenta già divergenze di opinioni su come procedere. Al di là delle problematiche politiche, ampiamente valutate dai media, torniamo ad esaminare alcuni aspetti tecnici, spesso meno comprensibili dal pubblico. Cerchiamo dunque di capire come si svolgono queste azioni e diamo un’occhiata, più in profondità, al testo della risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza ONU

Vento caldo sulla Libia – 20/03/2011, di Lorenzo Nannetti Libia – Odyssey dawn, Ellamy, Harmattan, Mobile: tanti nomi per la stessa operazione. Dopo settimane di tentennamenti e delicati negoziati dietro le quinte, è stato necessario che le forze di Gheddafi arrivassero alla periferia di Bengasi e il Colonnello minacciasse una sanguinosa rappresaglia perché il Consiglio di Sicurezza ONU autorizzasse l’uso della forza contro il regime libico per proteggere i civili. Guidate da Francia e Gran Bretagna, le operazioni militari sono ora partite: cerchiamo di capire cosa significa

La resurrezione del colonnello – 16/03/2011, di Lorenzo Nannetti Libia – Nei giorni scorsi la controffensiva di Gheddafi contro l’est ribelle del paese è proseguita e le forze fedeli al Colonnello appaiono aver ripreso i nodi petroliferi di Ras Lanuf e Marsa el-Brega, avanzando ulteriormente verso est. Le chiavi della superiorità dei lealisti sono molteplici, e a nessuna al momento gli insorti possono opporre una sufficiente contromisura. Nel suo piccolo, ad analizzarla è una lezione di scienza militare

Crisi libica: una patata bollente o un’occasione? – 14/03/2011, di Paolo Iancale Libia – L’attuale scenario di crisi in Libia sta portando a galla alcuni dubbi relativi alla reale efficacia del tradizionale sistema di sicurezza internazionale basato su organizzazioni di matrice occidentale. Gli avvenimenti che si sono susseguiti dal 2001 in poi, nonché la crescente multi-polarizzazione del sistema internazionale, acuiscono la crisi di fiducia in seno agli organi transnazionali che abitualmente percepiamo come “guardiani” dell’ordine internazionale. La crisi libica potrebbe portare a consolidare i dubbi esistenti oppure costituire una possibilità di riscatto per tali organi

E ora, quali scenari? – 12/03/2011, intervista al Gen. Saverio Cascone di Chiara Maria Leveque Dopo lo speciale “I perchè del Maghreb in rivolta”, il Gen. Cascone ci ha concesso un’intervista, in cui a 360 gradi delinea qualche ulteriore punto oscuro e prova ad ipotizzare scenari per il futuro, ovviamente per il breve periodo. Quali sviluppi per la Tunisia? Quale ruolo per i militari e i Fratelli Musulmani in Egitto? La Libia sarà un nuovo Afghanistan? Come affrontare il tema immigrazione? Cerchiamo di fare luce su queste e altre questioni

La svolta delle democrature? – 11/03/2011, del Gen. Saverio Cascone Ultima parte del documento in esclusiva del Gen. Cascone. Tra piazze e fasi di transizione, è possibile sin d’ora indentificare alcuni fili rossi comuni che hanno caratterizzato le rivolte nei vari Paesi, il ruolo della politica e della religione, le conseguenze possibile e i diversi aspetti ancora da definire. Infine: cosa vuol dire “democrature”? Lo scopriremo solo leggendo…

I perchè del Maghreb in rivolta – III – 11/03/2011, del Gen. Saverio Cascone Terza puntata del documento del Gen. Cascone, che in esclusiva illustra le dinamiche che hanno portato agli eventi nel Maghreb delle ultime settimane. Dopo Egitto e Tunisia, come tutti sappiamo è toccato alla Libia. Come si è arrivati alla cronaca degli ultimi giorni? Ripercorriamo come tutto ha avuto inizio in Libia, allargando il cerchio anche ad altre situazioni meno note: Algeria, Gibuti, Giordania, Bahrein

I perchè del Maghreb in rivolta II – 10/03/2011, del Gen. Saverio Cascone Seconda puntata del focus speciale del Gen. Cascone sugli storici eventi di queste settimane. Si torna in Egitto: in un’unica analisi, ripercorriamo le prime scintille di rivolta, i dietro le quinte, le motivazioni delle decisioni più rilevanti della piazza e di Mubarak, le ultime disperate mosse del Faraone e i primi provvedimenti del post-Mubarak.

I perchè della rivolta del Maghreb I – 08/03/2011, del Gen. Saverio Cascone Focus – Pubblichiamo in esclusiva, in quattro puntate, un documento del Generale Saverio Cascone, che con estrema chiarezza riesce ad illustrare nel suo complesso quanto sta avvenendo in Maghreb e nel Medio Oriente, mostrando i sottili fili rossi che stanno dietro le trame degli eventi di queste settimane. Una lettura imperdibile, per cogliere le dinamiche più profonde dei fatti che stanno cambiando la storia di quelle regioni, e non solo. Dopo una breve panoramica generale, partiamo oggi dalla Tunisia

Drogati!” Così parlò Gheddafi – 28/02/2011, Stefano Torelli Libia – Perchè Gheddafi ha apostrofato i ribelli con il termine “drogati”? Se la parola può apparire come una semplice invettiva da parte di un dittatore accerchiato che cerca di mostrare i muscoli, in realtà nel contesto arabo e islamico il vocabolo ha un’accezione molto chiara e che deriva da una lunga storia. Che vi spieghiamo in questo articolo

Non solo Formula 1 – 26/02/2011, di Lorenzo Nannetti Bahrein – Mentre Gheddafi continua nella sua resistenza a oltranza facendo sprofondare la Libia nella guerra civile, esistono anche altri focolai di rivolta in Nord Africa e Medio Oriente. Ne è un esempio il Bahrein, che però in Italia viene ricordato solo in seguito alla notizia dell’annullamento del primo GP di Formula 1 dell’anno. Il piccolo paese del Golfo Persico andrebbe osservato invece per motivi ben più rilevanti…

Algeri può attendere – 25/02/2011, di Mattia Corbetta Algeria – Dopo Tunisia, Egitto e (forse) Libia, quale sarà il prossimo regime a cadere? Nonostante le previsioni di molti media occidentali, in Algeria il potere di Bouteflika sembra ancora saldo e non pare destinato a crollare da un momento all’altro. Il Governo in carica può vantare infatti alcuni meriti in campo sociale, oltre al fatto di aver riportato la pace dopo anni di guerra civile.

Giù la maschera, Colonnello Gheddafi – 24/02/2011, di Stefano Torelli Libia – Quello che accade in Libia è sotto gli occhi di tutti. Al di là dei drammatici eventi di queste ore, proviamo ad analizzare alcuni aspetti fondamentali. Il significato delle parole di Gheddafi, il carattere prettamente politico della rivolta, i rischi dei possibili scenari futuri. In ogni caso, comunque vada a finire, la strada del Colonnello – passato negli anni da leader di uno Stato canaglia a interlocutore ottimale di diversi Stati – è ormai segnata, soprattutto dal punto di vista dei rapporti internazionali

Fuga dalla Tunisia: perchè adesso? – 22/02/2011, di Chiara Maria Leveque Tunisia – Si fa sempre più tesa la situazione a Lampedusa e la preoccupazione cresce di ora in ora in Italia, soprattutto alla luce delle evoluzioni in Libia. Tra le migliaia di migranti che rappresentano il volto forse più drammatico di questo periodo di fermento nel Maghreb, ci sono anche moltissimi tunisini. Ma chi sono le migliaia di persone in fuga dalla Tunisia?

L’ora di Tripoli – 21/02/2011, di Lorenzo Nannetti Libia – Le rivolte popolari colpiscono Benghazi e Tripoli, mercenari assoldati dal regime e aviazione sparano sulla folla, il figlio di Gheddafi Saif minaccia guerra civile mentre l’esercito si spacca. La situazione in Libia assomiglia poco alla pacifica Piazza Tahrir egiziana, e ancora meno la possibile evoluzione degli eventi…

Un milione di “no” per il Faraone – 21/02/2011, di S.A. Pubblichiamo l’ultima parte del racconto di S.A., la ragazza egiziana che ci ha inviato la sua testimonianza diretta della rivolta egiziana. La cronaca che ci offre S.A. ripercorre gli ultimi giorni della crisi, esattamente fino a poco prima delle dimissioni definitive di Mubarak, ormai ex “faraone”.

Iran = Egitto? – 16/02/2011, di Lorenzo Nannetti Allargando il cerchio: Egitto e Iran. Dopo il Cairo e la cacciata di Mubarak, sono iniziate proteste anche a Teheran, Isfahan e altre città iraniane, chiedendo che ad andarsene sia Ali Khamenei. Iran come Egitto dunque? Prima di lasciarsi prendere da facili entusiasmi, è bene ricordare alcune importanti differenze. Il regime degli ayatollah non è come quello del “faraone” Mubarak.

Si vis pacem para bellum? – 14/02/2011, di Lorenzo Nannetti Allargando il cerchio: Egitto e Israele. A nord e a sud di Israele sono avvenuti grandi rivolgimenti. Il governo di Mubarak è stato rovesciato da una pacifica rivolta della popolazione appoggiata dall’esercito, mentre in Libano Hezbollah ha ottenuto un governo a sé favorevole tramite la nomina di Miqati. Per Israele si intravedono nuovi conflitti all’orizzonte? Non ora, non necessariamente…

Ma quale modello turco? – 14/02/2011, di Stefano Torelli Il paradigma del modello turco sembra essere uno dei prismi più gettonati per analizzare in prospettiva futura l’Egitto. Adesso che Mubarak si è fatto da parte (in misura più o meno spontanea…), cosa rappresenterebbe davvero il modello turco? Più che al modello attuale, rappresentato dal partito islamico al governo e messo a confronto con la Fratellanza Musulmana in Egitto, si dovrebbe ripercorrere la storia e tornare al 1980. Da lì partì il modello turco, con alcune similitudini con l’attuale Egitto.

Quel venerdì 28, tra paure e speranze – 12/02/2011, di S.A. Prosegue il racconto di S.A., ragazza egiziana che ha vissuto in prima persona gli eventi di questi giorni. La seconda puntata ci racconta di venerdì 28 gennaio, un giorno cruciale, in cui la rabbia dei manifestanti è letteralmente esplosa. Il Museo egizio in fiamme, i trentamila prigionieri usciti dalle carceri, il discorso notturno di Mubarak, che scarica il governo e ne fa un capro espiatorio. Sembra passato un secolo, sono solo quindici giorni. Di certo è un privilegio poter leggere una testimonianza così, e rivivere tappa per tappa quanto avvenuto per comprendere come si è arrivati alla storica giornata di ieri, che già segna la “Nuova era” dell’Egitto

Loro la vedono così – 11/02/2011, di Stefano Torelli Lo scenario egiziano è in completa evoluzione. Le dimissioni di Mubarak sono cronaca, e già storia. Impossibile fare previsioni ora. È importante però notare come alcuni grandi attori internazionali guardino a quanto sta avvenendo. Ieri, nella prima parte di questa analisi, abbiamo visto il ruolo degli Stati Uniti. Oggi tocca ad altri tre grandi attori. E allora, occhi puntati su Israele, che si preoccupa, e sull’Iran, che gongola. L’Europa? Non pervenuta. E sì che il Mediterraneo era il Mare Nostrum…

Le cronache del Cairo – 11/02/2011, di S.A. Dal Cairo – Pubblichiamo, in più puntate, una preziosa e toccante testimonianza sulla crisi che sta scuotendo l’Egitto, dove il regime del Presidente Hosni Mubarak, al potere da ormai trent’anni, sembra avere i giorni contati. Questa lettera, scritta da una giovane egiziana, è una coinvolgente cronaca delle sommosse arricchita da interessanti considerazioni di carattere politico, e giunge direttamente dall’Egitto, più precisamente dal Cairo, l’epicentro della rivolta. Ecco il racconto dei primi giorni della rivolta.

L’Enigma della Sfinge – 10/02/2011, di Stefano Torelli Mentre in queste ore la situazione in Egitto si fa sempre più incerta (dapprima l’annuncio di dimissioni di Mubarak, poi mutato in un conferimento delle deleghe al vicepresidente Suleiman), ecco un’analisi in due puntate per capire che cosa potrà accadere nel mondo mediorientale. Dal Cairo si potrebbe scatenare un “effetto domino” in grado di spazzare via gli altri regimi autoritari della regione? E quale ruolo per i protagonisti esterni, a cominciare dagli Stati Uniti?

Un mese dopo – 09/02/2011, di Chiara Maria Leveque Tunisia – Non solo Egitto… a quasi un mese dall’inizio della rivolta, torniamo a vedere quanto avviene in Tunisia. Cosa sta succedendo, dopo la clamorosa fuga di Ben Alì? Ripercorriamo velocemente le tappe della vicenda, e scopriamo le prime mosse del Governo di transizione, dedicate ai giovani e allo sviluppo delle zone più povere del Paese

Un nuovo cigno nero – 07/02/2011, di Andrea Caternolo Vediamo quanto accade in Egitto sotto un’altra prospettiva. Tra le varie cause che hanno portato a questa rivolta, ce n’è una, meno immediata di altre, che coinvolge il mondo intero: il drastico aumento dei beni alimentari. Proviamo a capire, in due analisi distinte, le dinamiche che hanno portato a questa crisi nella crisi. E se volete capire anche il titolo… ve lo spieghiamo nel chicco in più

La fotogallery di Arabawy04/02/2011 – Redazione

Tramite la giornalista Paola Caridi (imperdibile, in questi giorni, il suo blog Invisible Arabs, una delle ricostruzioni live più puntuali, efficaci, chiare e dettagliate di quanto accade in questi giorni) condividiamo le foto della rivoluzione di Arabawy, uno dei blogger del Cairo più attivi, che chiede di diffondere i suoi scatti perchè si capisca cosa sta avvenendo.

L’Egitto visto da qui – 04/02/2011, di Mattia Corbetta Proseguiamo il nostro dialogo tra giovani mediterranei, per provare a capire meglio come i nostri coetanei egiziani vivano questo momento di scontri e fermento nel loro Paese. “A cosa serve la tua vita se non puoi lasciare un’impronta in questo mondo?”: intervista a uno studente egiziano sulle sommosse che stanno scuotendo il regime di Mubarak.

Le paure di Tel Aviv – 03/02/2011, di Lorenzo Piras Dalla Knesset, il Parlamento israeliano, e dalle strade di Gerusalemme e di Tel Aviv, si guarda con apprensione agli avvenimenti che hanno infiammato prima la Tunisia e ora stanno cambiando il volto politico del gigante nordafricano, l’Egitto. Il premier israeliano Netanyahu si è premurato di consigliare ai membri del suo governo un silenzio stampa riguardo gli avvenimenti del Cairo, ma nonostante la mancanza di dichiarazioni ufficiali non è difficile captare quali siano le impressioni, e le preoccupazioni, della leadership politica dello Stato ebraico.

La fine. E l’inizio? – 02/02/2011, di Marco di Donato Nuovi scontri, quest’oggi, ma una certezza: il regno di Hosni Mubarak, anche se (forse) non nell’immediato, è ormai giunto al termine, dopo che anche l’esercito sembra ritenere legittime le proteste del popolo. È una svolta storica, una nuova pagina per l’Egitto e per tutto il Medio Oriente, anche se per ora l’incertezza regna sovrana, con tanti altri scenari (Siria, Giordania, Algeria, Yemen) in ebollizione.

Fuori Controllo – 30/01/2011, di Marco di Donato Continuiamo a seguire gli eventi egiziani, anche raccogliendo alcune testimonianze dal Cairo. Due giorni di black-out, linee telefoniche staccate ed un intero paese senza connessione internet. Solo alcuni privilegiati, vicini ovviamente al PND di Mubarak, riescono ancora ad utilizzare i telefoni e a navigare sul web. Nel frattempo la protesta dilaga sempre più violenta ed apparentemente inarrestabile. Le poche e frammentate notizie che giungono all’orecchio dell’opinione pubblica danno solo una parziale idea del dramma che sta vivendo un’intera nazione.

Le nuove piaghe d’Egitto – 28/01/2011, di Marco di Donato La cronaca di questi giorni, le tensioni, i morti, spiegano da soli il nostro titolo. E sullo sfondo, c’è qualcosa in ballo ancora più importante. La fine del mondo per gli egiziani potrebbe arrivare un anno in anticipo rispetto al 2012. Certamente la fine di “un mondo” quello del Faraone Mubarak vedrà la luce il prossimo autunno. Spiegare il 2010 dell’Egitto e provare ad immaginare il suo 2011 diventa difficile, a non dire impossibile, se non si tiene nel giusto conto l’enorme peso delle prossime elezioni presidenziali, quelle che vedranno salire in carica un nuovo presidente egiziano dopo i 30 anni di reggenza Mubarak.

 

Inoltre, vi proponiamo anche una riflessione più ampia su questo periodo turbolento che sembra colpire l’area mediterranea e che, nonostante contemporaneità e affinità, presenta peculiarità ben definite.

“Tunisizzazione” ed effetto domino: il significato delle parole– 19/01/2011, di Stefano Torelli

La crisi in Tunisia e i possibili risvolti nella regione: troppo spesso e con troppa faciloneria si tende a trattare la regione mediorientale e maghrebina come un tutt’uno. Ma non è detto che ciò che accade in un Paese abbia inevitabilmente ripercussioni sugli altri. Prima, bisognerebbe approfondire la natura di ogni attore regionale.

Inseriamo nel focus anche l’analisi su quanto avvenuto ad Alessandria d’Egitto nella notte di Capodanno: la strage di cristiani copti all’uscita da Messa, e le implicazioni dell’attentato sullo scenario egiziano, un mese dopo già completamente stravolto

Cristiani sotto attacco03/01/11, di Marina Calculli

L’autobomba esplosa nella notte di Capodanno ad Alessandria d’Egitto che ha provocato la morte di 21 cristiani all’uscita dalla messa di mezzanotte è solo l’ultimo anello di una catena d’odio religioso che sta drammaticamente cavalcando le fragili fratture della società in tutto Medio Oriente. In Egitto i cristiani copti costituiscono il 10% circa della popolazione: la violenza e le discriminazioni nei loro confronti, sintomo di un crescente antioccidentalismo, potrebbero causare problemi anche per la stabilità politica del regime di Mubarak?

Al seguente link potete infine trovare una schematizzazione dei gruppi che si oppongono a Mubarak (Fonte: Stratfor)

 

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