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Ancora sangue in Nigeria

In 3 Sorsi – Gli attacchi del gruppo Boko Haram continuano a insanguinare la Nigeria. Dopo l’attentato nella capitale Abuja e il rapimento delle 300 studentesse liceali, i miliziani hanno colpito uno stadio di calcio. In 3 Sorsi analizziamo l’attentato, la situazione nel Paese e le conseguenze geopolitiche delle azioni del Boko Haram.

1. L’ATTENTATO – Un ordigno è esploso nello stadio di calcio della cittĂ  di Mubi, situata nel nord-est della Nigeria. Il bilancio, ancora provvisorio, è di circa 40 vittime e numerosi feriti in diverse condizioni di gravitĂ . Il numero potrebbe aumentare nelle prossime ore. Al momento non ci sono state rivendicazioni, ma le autoritĂ  nigeriane non hanno dubbi sull’attribuzione dell’attentato al gruppo Boko Haram. La bomba allo stadio sarebbe solo l’ultimo di una sequenza di eventi che stanno insanguinando il Paese africano in questi mesi. I villaggi Nuwari, Musari e Walori, che si trovano nello stato del Borno (al confine con il Cameroon e teatro di numerosi attacchi del Boko Haram) sono stati assaltati da gruppi di miliziani del gruppo che sono arrivati su veicoli armati, sparando sugli abitanti e dando fuoco alle case. Il bilancio è diversi morti e feriti. Nelle ultime settimane, a causa delle azioni del Boko Haram, sono decedute circa 200 persone.

2. LA SITUAZIONE NEL PAESEIl rapimento, lo scorso 15 Aprile, delle quasi 300 studentesse liceali, ha portato la Nigeria e il Boko Haram sulla scena internazionale, generando numerosi appelli, anche tramite i social media, per la liberazione delle ragazze. L’esercito nigeriano ha annunciato di aver individuato il punto in cui sarebbero tenute prigioniere e che le trattative sarebbero in corso da settimane. In cambio della liberazione delle studentesse, il Boko Haram ha chiesto il rilascio dei suoi militanti detenuti nelle carceri nigeriane. La settimana scorsa, gli Stati Uniti hanno inviato 80 militari nel Chad per fornire supporto alle ricerche delle studentesse tenute in ostaggio. Il Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite per l’Africa Centrale, Abou Moussa, ha dichiarato che i miliziani del Boko Haram “non hanno paura e vergogna. Fanno quello che vogliono”. Il Presidente della Repubblica della Nigeria ha affermato che, nonostante le recenti violenze, la risoluzione del suo Paese nella guerra al terrore rimarrĂ  costante. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha inserito il Boko Haram tra le organizzazioni terroristiche legate alla rete di Al Qaeda, con l’attivazione automatica dell’embargo sulle armi e del congelamento dei beni.

Le studentesse rapite dal Boko Haram
Le studentesse rapite dal Boko Haram

3. CONSEGUENZE GEOPOLITICHE – La destabilizzazione interna causata dagli attacchi del Boko Haram, sopratutto nelle regioni del nord-est della Nigeria, sta costringendo il Paese africano a riconsiderare il suo attivismo per quanto concerne le operazioni militari nel continente. Da anni infatti, la Nigeria si è resa partecipe di numerosi interventi, soprattutto nell’Africa dell’ovest , nell’ottica della cosiddetta “Pax Nigeriana”, ossia la politica di stabilizzazione portata avanti dal Paese negli Stati del suo “estero vicino”. La Nigeria è inoltre sempre stata in prima linea nella fornitura di uomini e mezzi per le missioni di peacekeeping o peace-enforcement sotto l’egida delle Organizzazioni Internazionali Regionali africane, tra le quali l’unione Africana. L’attivismo del Boko Haram sta sottraendo uomini e risorse per le operazioni internazionali, che devono invece essere impiegate sul fronte interno per la caccia ai miliziani del gruppo e per le attivitĂ  di sicurezza. In Nigeria, infatti, il contrasto al Boko Haram sia per quanto concerne la parte “attiva” (ovvero la ricerca e la cattura o uccisione dei miliziani) sia per la parte “passiva” (cornice di sicurezza) è affidato alle forze armate in via principale se non esclusiva.

Emiliano Battisti

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Emiliano Battisti
Emiliano Battisti

Consulente per la comunicazione per un’azienda spaziale e Project Officer and Communications per OSDIFE, sono Segretario Generale e Direttore della comunicazione dell’APS Il Caffè Geopolitico e Coordinatore dei desk Nord America e Spazio. Ho pubblicato il libro “Storie Spaziali”.

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