Domenica 26 ottobre si sono tenute in Ucraina le elezioni per il Parlamento. Riconosciuto come libero e regolare, questo voto spazza via un’assemblea eletta nel 2012 e reduce dai fatti di Euromaidan. In 3 sorsi, un’analisi delle consultazioni.
1. IL RISULTATO – Dati aggiornati al 90% dello spoglio dei seggi (le operazioni si sono svolte fino a ieri, martedì 28 ottobre) indicano un testa a testa fra il blocco del presidente Petro Poroshenko e il partito del primo ministro Arseniy Yatsenyuk, Fronte popolare. Quest’ultimo risulta avanti con il 22,16% dei voti, mentre il Blocco di Poroshenko segue con il 21,77%. Terzo partito, grazie a un inaspettato successo elettorale (10,96%), è il Samopomoshch di Andriy Sadovy, sindaco di Leopoli. Ad aver superato la soglia di sbarramento del 5% e ottenere così l’accesso alla Verkhovna Rada sono poi altri tre partiti. In cima a questi, con il 9,35%, c’è il Blocco dell’opposizione, sigla che rappresenta l’anima più vicina all’ex presidente Viktor Yanukovich. Si trova poi il Partito radicale di Oleh Lyashko, con una percentuale attorno al 7,5%. Infine c’è Patria, di Yulia Tymoshenko, con il 5,7%.
2. IL COMMENTO – Il quadro che emerge è quello di un Parlamento composto principalmente da forze politiche che appoggiano il nuovo corso ucraino. Dunque europeismo, riforme nel senso della trasparenza, lotta alla corruzione e rilancio delle prospettive economiche del Paese. Considerato questo risultato, la probabile coalizione di Governo sarà formata dal blocco di Poroshenko, dal Fronte popolare, con Yatsenyuk che potrebbe rimanere Primo Ministro, e dal neonato Samopomoshch. È però importante sottolineare come l’affluenza alle urne sia stata particolarmente bassa: solo il 52% degli aventi diritto ha infatti votato. Questo dato getta delle pesanti ombre sulla fedeltà del risultato rispetto alla reale composizione politica dell’Ucraina. Tutte le aree del Donbass ancora sotto il controllo dei ribelli non hanno partecipato alle elezioni e anche le aree dell’Est (da sempre luogo di sostegno alle politiche più filo-russe), tornate sotto il controllo delle forze di Kiev, hanno registrato dati d’affluenza molto più bassi (nell’Oblast di Odessa, peraltro sempre rimasto sotto il controllo del Governo centrale, ha votato solo il 39%) rispetto alla parte occidentale del Paese. È dunque facilmente comprensibile un’affermazione così netta delle forze rappresentanti le varie anime di Euromaidan. Importante dato per sottolineare le divisioni interne ancora esistenti è la provenienza dei voti a sostegno del Blocco dell’opposizione, come già detto vicino al precedente indirizzo ucraino: questa sigla continua a ottenere la maggioranza dei propri voti nelle aree orientali. Il Partito delle Regioni, la forza di maggioranza emersa dalle elezioni del 2012 e confluita nel Blocco, aveva ottenuto allora il 30%, potendo però contare sulle regioni della Crimea, di Donetsk e di Luhansk, aree che oggi sottraggono circa 5 milioni di elettori.
Il presidente del Consiglio elettorale supremo, Mihail Ohendovski, annuncia i primi dati sull’affluenza alle urne durante una conferenza stampa a Kiev
3. LE REAZIONI – Dal fronte interno giungono naturalmente accuse sulla legittimità di queste elezioni provenienti dai rappresentanti delle Repubbliche nel Donbass. Qui il 2 novembre si voterà per scegliere i membri del Consiglio del popolo e dei leader delle Repubbliche separatiste, consultazioni che le Autorità di Kiev ritengono mettano a repentaglio il processo di pace in corso a Minsk. D’altro canto a livello internazionale giungono parole di congratulazione per l’Ucraina. Innanzitutto sono da segnalare i commenti favorevoli da parte degli osservatori internazionali. Anche la Casa Bianca ha rilasciato una dichiarazione, affermando che queste elezioni sono una «pietra miliare» nel percorso democratico ucraino. Un portavoce del Governo tedesco si è detto soddisfatto, sebbene notando allo stesso momento come parte del territorio dello Stato non sia stata coinvolta nel processo. A coronare tutte le reazioni positive a questo evento sono però forse i commenti provenienti dal Governo russo. Sergej Lavrov, ministro degli Esteri, ha affermato che la Russia è pronta a riconoscere il risultato di queste elezioni, auspicando che il Governo ucraino rispetti gli accordi presi a livello internazionale (un riferimento al processo di pace in corso a Minsk) e operi per il bene del popolo ucraino, senza rinnegare la cooperazione con la Russia.
Matteo Zerini
[box type=”shadow” align=”aligncenter” ]Un chicco in più
Riportiamo qui un’eccellente infografica prodotta da RIA Novosti riguardante la composizione del voto in Ucraina. L’aggiornamento è al 70% dello spoglio.[/box]