In 3 sorsi – La Brexit ha aperto anche un dibattito sulla questione della lingua inglese usata nelle sedi ufficiali dell’Unione Europea. Per risolvere il problema c’è chi pensa di creare un Euro-inglese utilizzando il gergo tecnico di Bruxelles.
1. LE LINGUE UFFICIALI DELL’UE
Se con la Brexit l’Unione Europea ha salutato il Regno Unito, c’è ancora una questione irrisolta: la lingua. Nonostante la volontà britannica di interrompere i legami con l’UE, a mantenere vivo il ricordo del Regno Unito a Bruxelles è la lingua inglese. La domanda che sorge spontanea è se l’Unione Europea continuerà a utilizzare l’inglese anche dopo l’uscita definitiva di Londra. Nelle dichiarazioni sui siti ufficiali dell’Unione si legge che l’UE ha 24 lingue ufficiali e viene esplicitamente riportato che “anche dopo il recesso del Regno Unito dall’UE, l’inglese rimane una lingua ufficiale dell’Irlanda e di Malta”. Se con questa affermazione l’Unione ha tentato di rispondere all’interrogativo sul persistente utilizzo dell’inglese e di giustificarlo, non ha però chiarito se si tratti di “British-English” o “Euro-English”. Inoltre Malta e la Repubblica d’Irlanda hanno adottato l’inglese come co-lingua ufficiale, preferendo, per la redazione di documenti ufficiali, il maltese e il gaelico come prima scelta.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – La sede della Commissione Europea a Bruxelles, in Belgio
2. LA QUESTIONE DELL’EURO-ENGLISH
Difatti si è aperto un dibattito tra cui spicca chi sostiene che si debba stabilire una versione europea della lingua inglese e quindi abbandonare l’uso dell’inglese madrelingua – British-English. L’Euro-inglese è una versione del British-English che si è sviluppata negli ultimi anni nelle sedi dell’Unione. È basato su un gergo tecnico e, dato che per la maggior parte è parlato da persone non di madrelingua inglese, risentirebbe dell’influenza di altre lingue europee e di termini impropri rispetto al British-English. Alcuni linguisti sostengono di voler legittimare questo che a oggi si configura solo come un dialetto e di renderlo la lingua ufficiale dell’Unione. Per esempio Marko Modiano, professore di inglese presso l’Università di Gävle in Svezia, propone di dotare l’Euro-English di una propria punteggiatura, ortografia, una propria grammatica e un vocabolario, così da trasformarlo in lingua vera e propria. Per sostenere la tesi di Modiano, altri linguisti hanno affermato che legittimare l’Euro-English non significherebbe rimarcare le distanze con il Regno Unito, ma lancerebbe il messaggio che l’Unione Europea è reattiva ai cambiamenti. Dall’altra parte invece c’è chi confuta questa tesi, dichiarando che non esiste alcuna necessità di creare un inglese europeo. Secondo questi linguisti instaurare una propria lingua europea creerebbe problemi per due ragioni: la prima, pratica, è che imponendo l’inglese europeo gli studenti non imparerebbero più una forma di inglese universale e madrelingua; la seconda, invece, riguarda la democrazia. Per un cittadino europeo poter scegliere di parlare l’inglese britannico è una questione di democrazia, mentre imporre una lingua ufficiale sarebbe una costrizione. A nostro avviso si può aggiungere un terzo motivo della bocciatura: la questione del multilinguismo.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il principio del multilinguismo nell’Unione Europea è garantito dall’articolo 55 TUE
3. IL MULTILINGUISMO
Difatti, secondo la posizione ufficiale europea, non è previsto che ci sia una lingua dominante. Come riportato prima l’UE sostiene il multilinguismo e per questo riconosce 24 lingue ufficiali all’interno dei propri confini. Ma il multilinguismo europeo non si ferma solo a questi numeri: dai dati ufficiali si apprende che in Europa circolano “60 lingue regionali e minoritarie e oltre 175 lingue parlate dagli immigrati”. Nello stesso sito si legge anche: “Talvolta si è proposto di adottare un’unica lingua per l’UE, tuttavia ciò non sarebbe democratico in quanto impedirebbe alla maggior parte dei cittadini dell’UE di comprendere cosa viene fatto a loro nome e ridurrebbe l’assunzione di responsabilità”. In sostanza, se si viola il multilinguismo si violano anche i principi democratici che sono le fondamenta dell’UE stessa. Inoltre l’ipotesi di un’inglese tecnico riconosciuto in tutta l’Unione non è piaciuta ai francesi. Anche il francese, difatti, è molto in uso a Bruxelles, ma l’inglese è preponderante. A questo proposito il Ministro francese dell’Europa Clément Beaune, bocciando la proposta dell’Euro-English, ha dichiarato che si deve lottare per la “diversità linguistica” e che ci si dovrà abituare a parlare di nuovo le proprie madrelingue. La via per l’affermazione dell’Euro-English, dunque, appare assai controversa. Di certo quest’inglese tecnico continuerà a essere una lingua franca, cioè una lingua che viene usata come strumento di comunicazione comunque fra persone di nazionalità diversa, all’interno delle sedi europee.
Alessandra Fiorani
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