In 3 sorsi – Il 10 ottobre 2024 Israele ha colpito le postazioni di UNIFIL nel Libano meridionale. La missione ONU ha contribuito al mantenimento della stabilitĂ lungo il confine tra il Paese dei cedri e Israele fin dalla sua istituzione nel 1978.
1. LE ORIGINI DELLA MISSIONE
Le origini del dispiegamento delle forze UNIFIL (acronimo di Forza d’Interposizione delle Nazioni Unite in Libano) sul territorio del Libano meridionale risalgono al 1978. In quell’anno, Israele invase il Paese dei cedri per la prima volta nel tentativo di porre fine all’attivitĂ dei gruppi di guerriglia palestinesi che sferravano attacchi verso lo Stato ebraico. In seguito all’invasione il Consiglio di Sicurezza dell’Onu creò UNIFIL attraverso le risoluzioni 425 e 426. Tra gli obiettivi della missione c’erano il ritiro delle forze israeliane dal Libano meridionale, il ripristino della pace e della sicurezza internazionale e, da ultima, l’assistenza al Governo libanese affinchĂ© questo potesse riacquisire autonomia nell’area posta sotto la sua sovranitĂ . Ciò però non fu sufficiente e, nel 1982, Israele invase nuovamente il Libano. Con l’Operazione “Pace in Galilea”, lo Stato ebraico si spinse sino a Beirut, costringendo i gruppi palestinesi all’esilio verso la Tunisia. Nel frattempo fu formalizzata la nascita del gruppo sciita Hezbollah. Solo nel 1985 si verificò un parziale ritiro israeliano. In questa fase, il ruolo delle forze dell’ONU fu cruciale nel fornire aiuti alla popolazione, tra cui servizi medici, elettricitĂ , corsi di lingua e servizi scolastici, contribuendo a instaurare maggiore fiducia tra quest’ultima e gli operatori sul posto.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – I soldati della missione UNIFIL pattugliano Naqoura, nel sud del Libano, 1987
2. IL NUOVO MILLENNIO E UNIFIL II
L’inizio del nuovo millennio sancì il ritiro di Israele dal Libano e l’istituzione della cosiddetta “linea blu”, che tutt’oggi demarca il confine de facto che le parti devono rispettare. Nel 2006 una nuova guerra tornò a incendiare il territorio. Il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah fu raggiunto solo attraverso la risoluzione n. 1701 adottata dal Consiglio di Sicurezza l’11 agosto 2006. Quest’ultima mutò e rafforzò significativamente UNIFIL, ora UNIFIL II. Tra le diverse mansioni, la missione avrebbe dovuto stabilizzare l’area e proteggere i civili, ottenendo la possibilità di dispiegare le proprie forze nel territorio, accanto all’esercito libanese. Da qui l’obiettivo di liberare la zona da qualsiasi gruppo armato, con il conseguente divieto di vendita e fornitura di armamenti verso il Paese.
Sebbene negli anni l’azione di UNIFIL abbia contribuito a evitare lo scoppio di un conflitto tra le parti, la missione ONU risultò fallimentare soprattutto nella de-militarizzazione dell’area. Di fatto, Hezbollah ha negli anni ampliato e migliorato il proprio arsenale, continuando a operare lungo il confine. Dal lato suo, Israele ha proseguito con incursioni nei cieli libanesi.
Fig. 2 – Militari della missione UNIFIL sorvegliano l’area della linea blu nella regione di Kafr Shuba, nel sud-est libanese, 26 agosto 2023
3. UNIFIL SOTTO ATTACCO
Nonostante tali violazioni della risoluzione 1701, dal 2006 UNIFIL ha contribuito all’assistenza alla popolazione, mentre l’efficacia del suo ruolo nella stabilizzazione dell’area rimane dibattuto. Nell’ultimo anno, però, gli equilibri sono mutati, soprattutto in seguito all’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023. Tra il 2023 e il 2024, infatti, gli incidenti lungo il confine sono aumentati drasticamente, rendendo sempre piĂą inefficiente il ruolo di UNIFIL. Il 10 e l’11 ottobre 2024, Israele ha colpito le basi UNIFIL e il suo personale, con l’accusa di fornire protezione nei confronti di Hezbollah, e richiedendo il ritiro della missione dal territorio. ONU e UE hanno criticato l’azione israeliana invocando un immediato cessate il fuoco e il rispetto del mandato della missione lungo la linea blu, dichiarando, inoltre, che gli attacchi contro le forze ONU costituiscono una “grave violazione del diritto internazionale” e che “i peacekeepers devono essere protetti da tutte le parti in conflitto”. Al contempo, crescono i dubbi degli osservatori verso la funzione della missione e i recenti attacchi israeliani ne hanno messo a repentaglio la tenuta: secondo i princìpi sanciti dalla Carta ONU e dalle regole di ingaggio definite a inizio missione, UNIFIL può ricorrere all’uso della forza per legittima difesa e per proteggere gli obiettivi del mandato. Secondo tale ratio, dinanzi all’azione israeliana, i Paesi europei parte della missione potrebbero trovarsi nella posizione di reagire contro lo Stato ebraico e risultare così coinvolti nel conflitto, un’eventualitĂ che desiderano evitare. In generale, rimane il problema di fondo: senza collaborazione tra Israele e Hezbollah per il rispetto di quanto previsto dalla risoluzione 1701, UNIFIL non ha i mezzi per obbligarli a farlo, venendo così condannata a un possibile smantellamento.
Alice Serra
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