Il giro del mondo in 30 Caffè – Il 26 Gennaio la Repubblica Indiana ha compiuto il suo sessantaduesimo compleanno. L’anno che si è appena concluso è stato, per la più grande democrazia al mondo, un anno di grandi eventi che hanno definito un nuovo equilibrio nell’assetto geopolitico della regione, ma che hanno visto il subcontinente indiano sopraffatto dalle solite, enormi, problematiche interne
I MONDIALI DI CRICKET – Il 2011 è stato, in primo luogo, l’anno dei campionati mondiali di cricket, che, ospitati tra Delhi, Mumbai e Calcutta, sono stati l’occasione per l’India di eccellere e di ostentare la propria prosperosità economica agli stati del Commonwealth. La vittoria indiana nella semifinale contro il Pakistan, storico rivale sportivo (e non solo) dell’India, ha di gran lunga avuto più risonanza della vittoria nella finale contro lo Sri Lanka. La cosiddetta cricket diplomacy, celebrata rigorosamente in occasione dei mondiali, non lasciava certo presagire quanto sarebbe accaduto successivamente, nella calura estiva di un Luglio a Mumbai. GLI ATTACCHI DI MUMBAI – Martedì 13 Luglio, infatti, il cuore di Mumbai è stato colpito da un triplice attentato terroristico che ha visto la morte di 21 persone, oltre ad un centinaio di feriti. Tre ordigni sono esplosi nel quartiere dei Dadar, roccaforte del partito induista Shiv Sena, presso il Zaveri Bazaar, principale arteria commerciale della città, e nell’area attorno all’Opera House, zona favorita dai grandi industriali indiani. Mumbai, città-simbolo della vertiginosa crescita economica indiana, era stata teatro di atroci attacchi già nel 1993 e nel 2008, quando cellule terroristiche di Islamabad ne avevano rivendicato la responsabilità. Nel caso degli attentati del 2011, tuttavia, non vi sono state rivendicazioni. I principali sospetti ricadono su nuclei fondamentalisti pakistani, ma anche su organizzazioni interne al territorio indiano, tra cui i Mujaheddin Indiani, gli Studenti Islamici ed altre, molto più affermate, quali Laskhar e Toiba o Jash Mihammed.
LA CINA – A livello regionale, l’India è pressata dal ruolo egemonico che la Cina sta via via assumendo. Storica alleata di Pakistan, Afghanistan e Myanmar, la Cina, infatti, sta cercando di isolare la repubblica indiana, fidelizzando stati minori ed eliminando progressivamente aperture filo-occidentali dall’intera regione. Lo Sri Lanka, per esempio, reduce da una sanguinosa guerra civile durata trent’anni, ha trovato nella Cina quegli aiuti finanziari ed economici che gli Stati Occidentali, in nome delle ripetute violazioni dei diritti umani perpetrate dal Presidente Rajapaksa, gli negano, venendo così a minare il ruolo egemonico che sin dalla decolonizzazione l’India aveva sempre esercitato. Il Mare Cinese Meridionale, per il cui controllo l’indiana Oil and Natural Gas Corporation sta stringendo accordi con il Vietnam, sembra ora divenire il nuovo teatro di una rivalità che, ben oltre ad essere politica, è soprattutto economica. Se notoriamente il territorio di scontro tra le sue superpotenze asiatiche era la catena himalayana ed in particolare il Tibet, un confronto marittimo potrebbe assumere proporzioni e pratiche finora inesplorate. IL CENSIMENTO – Infine, il 2011 è stato l’anno del grande censimento. Lo studio ha rivelato una popolazione che cresce ad un tasso del 1,58%, a fronte di una crescita economica, che dopo aver assunto picchi del 10% negli anni precedenti, si è ora assestata, durante l’ultimo trimestre del 2011, intorno al 6,8%. Le cifre rivelano ancora oggi uno Stato affetto da gravi problemi di povertà, soprattutto nelle zone rurali ed extra-urbane, di analfabetismo e da una consistente immigrazione dal Bangladesh e dal Nepal, probabilmente alimentata dalla crescente visibilità internazionale della penisola. Le sfide cui si trova di fronte la democrazia indiana sono, quindi, quanto mai importanti: da un lato, si trova a dover fronteggiare un avversario come la Cina capace di indebolire persino potenze consolidate come Stati Uniti ed Europa, oltre ad una pericolosa e storica rivalità con il Pakistan (la zona del Kashmir rimane ad alta tensione) e dall’altro deve combattere livelli di povertà e di disuguaglianza che le impediscono di elevarsi dalla condizione di Paese del Terzo Mondo. Gloria Tononi [email protected]