Miscela Strategica – La prima giornata di salone a Londra si è chiusa. Abbiamo incontrato le prime aziende, italiane e straniere, con le quali abbiamo parlato del mercato degli armamenti, del loro settore in particolare e delle politiche nazionali ed internazionali per loro rilevanti. Le conferenze a margine hanno arricchito la “kermesse” delineando i trend generali di questa edizione
IL CAFFÈ E DSEI – Comincia lo sviluppo del nostro progetto editoriale. Riunita nel Media Center, la stampa internazionale è presente già dalle 8 del mattino, ben prima dell’apertura del salone. Ci siamo anche noi, raccogliamo i materiali e pianifichiamo la giornata. Giornata che si è poi rivelata intensa e ricca di incontri: otto le aziende intervistate (Elsel, Eurocontrol, Generale Meccatronica Applicata, MBDA Italia, Radar 1957 le italiane; Defendec, Elbit e Savox Communications le straniere) alle quali si aggiunge una bella chiacchierata con il segretario generale della federazione AIAD (Aziende italiane per l’aerospazio e la difesa).
Le quattro conferenze cui il Caffè ha assistito riguardavano la cooperazione franco-britannica nel settore difesa (come stabilito dai Trattati di Lancaster House stipulati circa cinque anni fa), il futuro della difesa aerea e missilistica in Europa, il wargaming come strumento di analisi e di pianificazione operativa, il contrasto all’utilizzo di UAV per scopi malevoli.
LE AZIENDE ITALIANE – Numerose le realtà italiane presenti. Le più grandi si trovano nel padiglione italiano, ma siamo stati piacevolmente sorpresi di trovarne molte altre – di dimensioni piccole e medie – presso stand propri o di industrie estere. L’impressione che ne abbiamo colto è che il settore non soffra particolarmente, in gran parte per merito della loro spiccata innovatività e flessibilità. Ciò non toglie che la congiuntura generale non sia delle più favorevoli e l’argomento tagli della spesa pubblica per la difesa è ancora un tasto dolente. Altre criticità di grande interesse per noi riguardano il cosiddetto regulatory framework (cornice giuridica) sia a livello nazionale che europeo. Le cricche giuridiche limitano spesso le possibilità di espansione delle nostre aziende, che ci confermano invece di essere ambiziose e di voler allargare il portafoglio ordini e il raggio di azione. Il tutto continuando a investire e a scommettere in Italia. Un elemento che, in questo periodo, non possiamo che considerare positivo.
LE AZIENDE INTERNAZIONALI – Il campo è vastissimo, per cui abbiamo scelto di dare speciale attenzione all’Europa. Le grandi aziende nazionali britanniche e francesi sono ancora le vedette dei saloni europei, ma abbiamo notato un nuovo fermento proveniente dal nord Europa. Le aziende dei Paesi baltici e scandinavi sono mediamente più piccole, ma molto agguerrite. Colpisce l’unità di intenti; per quanto ne sappiamo non c’è una federazione regionale vera e propria, eppure molte di esse perseguono strategie aziendali e modelli economici comuni. In pratica, parlando con aziende di Paesi diversi facenti parte della stessa area geografica, ci sembra di cogliere un trend generale comune: alta innovazione, vocazione europea e disponibilità a soluzioni originali per migliorare la loro performance. Unità di intenti che le aziende francesi, britanniche e tedesche non sono riuscite a conseguire nemmeno dopo tanti anni di negoziati sugli obiettivi programmatici comuni. Riteniamo pertanto che questa dinamica meriti adeguato approfondimento, e continueremo ad occuparcene sulle nostre pagine.
Marco Giulio Barone
Giulia Tilenni