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Clinton vs. Sanders: un faccia a faccia senza esclusione di colpi

In 3 sorsi Nella politica statunitense le sorprese non finiscono mai. Dopo i risultati delle elezioni in Iowa, che hanno visto Hillary Clinton e Bernie Sanders a 0.3 punti percentuali l’uno dall’altra, lo scontro tra i due comincia a scaldarsi. Il faccia a faccia del 4 febbraio in New Hampshire ne è stata la prova.

1. SENZA ESCLUSIONE DI COLPI – Secondo la maggior parte dei media USA, Clinton ha vinto l’ultimo dibattito prima delle primarie del  New Hampshire. Questa volta, però, si è notato un cambiamento di tendenza: i democratici (Sanders e Clinton per la precisione, dato che O’Malley si è ritirato dalla corsa alla Casa Bianca dopo i risultati deludenti delle primarie in Iowa) si sono dimostrati aggressivi e accusatori, ora che la gara si fa più difficile. In Iowa, infatti, Clinton ha vinto su Sanders solo per 0.3 punti percentuali e ora nessuno può più permettersi di fare errori. Il dibattito, andato in onda su Msnbc, organizzato da Nbc news e moderato dai giornalisti Chuck Todd e Rachel Maddow, ha entusiasmato il pubblico per la sua vivacità, ma anche per la sua correttezza che, nonostante gli attacchi e le insinuazioni, tra i democratici non manca mai.

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Fig. 1 – La vittoria di misura in Iowa ha fatto suonare un campanello d’allarme per Hillary Clinton

2. IL BOTTA E RISPOSTA –  Fin da subito, le accuse non sono mancate. Clinton ha criticato Sanders e la sua campagna elettorale per il suo focus sui finanziamenti dalle banche e dai grandi di Wall Street ricevuti dalla ex First Lady, dicendo che ci sono altri argomenti su cui concentrarsi. È stato inoltre ribadito come i piani presidenziali di Sanders (assistenza sanitaria a tutti e università gratis, tanto per citarne alcuni) siano irrealizzabili, perché prevederebbero un aggravamento fiscale sulle spalle dei cittadini che sarebbe inaccettabile. Hillary ha soprattutto voluto rimarcare, inoltre, l’inesperienza di Sanders nell’ambito della politica estera, motivo per  il quale i piani del senatore del Vermont sono così incentrati sulla dimensione nazionale. Sanders, infatti, non è ritenuto in grado di gestire le crisi internazionali, compito più adatto al Clinton, la quale si dice pronta ad assumere il ruolo di leader nel sistema internazionale. Giusto per non farci mancare niente, è stata messa anche in dubbio la vera appartenenza di Sanders al Partito Democratico, dato che per molto tempo lo sfidante di Clinton si è professato un indipendente non affiliato al partito. Sanders si difende e ribatte dicendo che l’ex First Lady non si dimostra davvero di sinistra e nemmeno progressista; non vuole rivoluzionare gli USA, ma pretende di mantenere lo status quo, ignorando le richieste e i bisogni dei cittadini.

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Fig. 2 – La sicurezza di Sanders sulle proprie possibilità di successo è in crescita

3. CON LE SPALLE AL MURO – Nonostante non si sia sempre dimostrato capace di rispondere a tono alle accuse di Clinton, Sanders viene dato per favorito alle elezioni del New Hampshire. È in questo Stato, infatti, che si trova il suo elettorato: i liberali, gli indipendenti e i giovani. Hillary ne è consapevole e lo dimostrano gli attacchi al suo avversario, sintomo della sua paura di perdere terreno nella corsa alla Casa Bianca. Il suo elettorato di fiducia, le donne, sembra averla abbandonata, insieme a tutti quei cittadini in difficoltà che incolpano le grandi banche, le multinazionali e le élite per la loro condizione e che Sanders promette di eliminare o ridimensionare. Clinton, però, non può permettersi di perdere la nomination. Se questo dovesse succedere, l’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha dichiarato che si candiderebbe come indipendente alle presidenziali, diventando un terzo incomodo che forse Hillary non avrebbe la forza di fermare. Clinton ha buoni motivi per preoccuparsi, dato che il suo avversario l’ha doppiata nei sondaggi (61% contro il 30%) dopo mesi bloccato in seconda posizione. È quindi evidente ormai come non ci sia un esito certo nelle elezioni, siano esse democratiche o repubblicane, e lo scontro si fa sempre più interessante.

Giulia Mizzon

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

L’annuncio dell’ex sindaco di New York Michael Bloomberg riguardo alla sua candidatura come indipendente è arrivato a gennaio, ma la decisione sarà confermata nel mese di marzo.  [/box]

Foto: iprimages

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Giulia Mizzon
Giulia Mizzon

Nata a Imperia nel 1992, laurea magistrale in Politiche Europee e Internazionali all’Università Cattolica di Milano. Affascinata dalle dinamiche della politica internazionale, frequento un Master in International Relations all’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali. Confesso di essere un’amante degli States, sempre presenti nei miei programmi futuri, e una lettrice accanita di qualsiasi cosa mi capiti sottomano.

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